1919 – Un anno che cambiò la storia

di Daniele Marano

Il Fascismo, il più grande crimine del nostro paese per tanti, nacque nel 1919. Da Piazza San Sepolcro, ci fu il ritrovo di anime e associazioni che buttarono inconsapevolmente il seme per una visione completamente nuova della società.

Un covo di ignoranti razzisti? Certo che no….la presenza di ebrei e di Marinetti rendeva il tutto poco politico e molto culturale. Molte volte, al giorno d’oggi, l’antisemitismo equivale ad essere fascisti, in realtà non è così: molti ebrei erano fascisti, molti gerarchi fascisti erano ebrei, sono le leggi razziali che hanno spostato il confine, un atto di sudditanza ai tedeschi che ha fatto morire ideologicamente il fascismo.

In quell’anno, famoso per l’impresa di Fiume, si affacciò dunque il fascismo, che ha avuto sempre una prima costanza: un leader riconosciuto che trovava sempre nell’accordo con la Chiesa Cattolica e il chiudere la questione romana, allontanando la minaccia socialista e fermare Don Sturzo che catturava molti voti a destra, il suo sorgere.

Molti fascisti erano cattolici, quindi, con i patti lateranensi cambiò ulteriormente tutto, l’obiettivo era cancellare il Partito Popolare che intanto vedeva affacciare un giovane De Gasperi e che nel 1919 ebbe la maggiore ascesa, con l’esordio del suffragio universale. Nacquero così i partiti di massa, il partito popolare e quello socialista che però aveva un elettorato molto più complesso e frammentato. La figura principe del fascismo era, pensate un poco, all’inizio quello della donna: la Patria fondata sulla Famiglia, un paese che doveva essere molto giovane capace di domare le altre nazioni.

Una reintepretazione del ruolo della donna, centrale nella società, che poi nei fatti ebbe un ruolo minoritario, tranne il tornare in auge nelle Ausiliarie negli ultimi giorni delle Camicie Nere.

Nel 1919 l’idea ricorrente era: Formare una coscienza civile e morale, quale identità nazionale dare agli italiani? La propaganda fascista all’inizio puntava su questo prima di finire nei meandri del nazismo: un abbandono completo della romanità e del significato di nazione che ha causato la fine di una tirannia naufragata dopo 20 anni.

La visione all’estero per l’Italia Fascista aveva il miglior ammiratore in Churchill pensate un pochino, che parlava di un movimento pragmatico ultraconservatore. Oppure come ignorare il fascino fascista negli occhi degli americani (Balbo). Il fascismo non era soltanto olio di ricino e manganello, ma l’Italia era determinante nell’orizzonte mondiale prima dell’abbraccio mortale con la Germania. La Germania ingerì l’Italia proprio come ora.

Il 1919, quindi, anno che ha messo un confine, tra vari fazioni che vedono la società in modo diverso. Un anno che ha cambiato radicalmente tutto il percorso successivo, l’Italia prima e dopo il Fascismo è stato un cambiamento radicale di tutta la società.

Molti fanno finta di ignorare che la società repubblicana è  nata in contrapposizione al fascismo, fino a prova contraria, quindi la storia va valutata e capita.

La storia italiana, che non può non evidenziare il 1919.

Daniele Marano

(da Fuori dalla Rete, Giugno 2020, anno XIV, n. 3)

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