Ciao Dario, figlio mio

di Gino Di Capua

Ciao amici di Palazzo Tenta 39,  mio figlio Dario, causa il Covid (viveva di turismo) ha dovuto abbandonare le Filippine, dove aveva costruito alcuni bungalow, un bar e una pista per insegnare yoga, anche perché la sua compagna era prossima a partorire e sono partiti per la Nuova Zelanda, il Paese di origine della sua donna. “Dove finalmente sono riuscito a diventare nonno della quarta femminuccia”.
Come capita sempre più sovente, quando non riesco a dormire, scrivo di botto, soprattutto con il cuore, per sentirmi più vicino a chi veramente conta nella mia vita.

Ciao Dario, figlio mio

Tra padre e figlio è raro dire e sentirsi dire ti voglio bene, ti amo. Anche tuo nonno non mi ha mai detto: “ti voglio bene figlio”, come a me manca di non aver mai detto: “ti amo papà”!

Chissà, tanti diranno che non ce ne bisogno, eppure io lo trovo importante. Anzi aggiungo che forse dirlo è più bello che sentirselo dire.

Siccome non riesco mai ad esprimermi col cuore quando sono vicino a te, grazie a questa sciocca pudicizia che mi impedisce di dirti quanto ti voglio bene, non vorrei fare lo stesso errore che ho fatto con il mio papà. E allora anche se non riesco a dirtelo, voglio almeno poterlo scrivere: “Ti voglio bene figlio mio, ti amo Dario! Mi manchi tanto, vorrei così tanto poterti abbracciare anche se per pochi secondi”.

Mi capita sempre più spesso, quando il sonno tarda a venire, di pensare a te figlio mio, a noi, alla lontananza, alla distanza che ci separa, a quel contatto fisico che ci manca… Sono passati più di due anni dall’ultima volta che ci siamo parlati non attraverso uno schermo figlio mio.

Ti abbiamo visto stasera, la mamma e io, sul telefonino, abbiamo visto la tua compagna Teryn…ma il cuore ha incominciato ad impazzire quando sullo schermo sono apparse le nostre due principesse: Mahlee e Gaia.

Io parlo spesso delle tue figlie, delle mie due nipotine, della loro lontananza e la terribile mancanza di quelle coccole che solo i nonni sanno “gustare”.

Ma perché anche per telefono, mi trattengo dal dirti: “Ti voglio bene figlio mio”?

Ero al lavoro 34 anni fa, quando la mamma telefonò per annunciarmi che il bimbo che doveva nascere qualche mese dopo era un maschietto.

Io ero già padre di due splendide figlie, e quindi nuotavo già nella felicità di essere papà… Ma c’era un pallone che avevo comprato tanti anni prima, che aspettava di essere preso a calci…da te, da noi !

Ripenso ai nostri anni Dario, senza nemmeno accorgermene, sei diventato un uomo. Sei cresciuto troppo in fretta figlio mio.

Ricordo quando giocavi a calcio. Era bello vederti, sapevi toccare la palla come nessuno nel tuo club. E in più eri mancino, il piede destro ti serviva solo per aiutarti a correre. Non mi sono mai perso una tua partita di calcio: ti giuro mi divertiva vederti giocare! Non a caso indossavi la numero 10.

L’unica delusione che hai saputo darmi… è tifare Juve! E come se non bastasse mi toccava pure portarti a Torino a veder giocare la tua squadra del cuore.
Ricordi quella volta che siamo finiti in foto su una rivista sportiva?

Non riesco a contare il numero di volte in cui siamo stati in grado di condividere momenti magici.

Sono malinconico. A volte mi mancano quegli anni belli.

A volte vorrei anche tornare indietro nel tempo per rivivere i nostri momenti preziosi.

Tuttavia, quando realizzo chi sei diventato, sento la pace nel profondo del mio essere. Sei riuscito a diventare un uomo carismatico e ambizioso. Sono orgoglioso di te.

Figlio mio, anche se la vecchiaia mi raggiunge, voglio che tu sappia che puoi sempre contare su di me.
Ti amo Dario e ti mando un forte abbraccio.

Il tuo primo fan: PAPÀ!!

Gino Di Capua 

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