Occhio alla luce blu

di Marco D’Alessandro

Quando ci esponiamo al sole ci proteggiamo dai raggi solari con  filtri e occhiali ma  non così spesso prendiamo le dovute  precauzioni  per l’esposizione alla luce blu  (“ luce fredda”) . E’  una frazione della luce visibile,  tra il 380 ed i 500 nanometri, alla quale siamo tutti esposti durante la giornata, sia all’aria aperta che  in casa.  Possiede un’energia poco inferiore a quella dei raggi ultravioletti UV,  in grado di colpire direttamente la nostra retina.

La fonte principale ( oltre al sole ) viene da smartphone, tablet, PC di ultima generazione e lampadine LED.

In fase acuta se esposti per 6-8 ore consecutive si ha: rossore e irritazione, secchezza degli occhi, stanchezza visiva, mal di testa,  disturbi del sonno (parte della luce blu ha ruolo fisiologico nella regolazione del ciclo sonno-veglia). Il pericolo deriva dal fatto  che con il tempo la luce blu può portare ad una riduzione della densità del pigmento maculare  causa infiammazione locale con aumento produzione di radicali liberi  e, se non interveniamo, una  progressiva degenerazione retinica.

E’ buona pratica dunque fare delle pause dagli schermi ogni 20 minuti e adottare  un’ alimentazione ricca di antiossidanti. I nutrienti che hanno mostrato più efficacia nella protezione oculare, non trascurando in primis  buona idratazione,  sono:

vitamina A e vit.  E; I carotenoidi vegetali  zeaxantina e luteina;  Acidi grassi omega 3 (la componente DHA).

Marco D’Alessandro

(da Fuori dalla Rete, Giugno 2020, anno XIV, n. 3)

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