Operatori divisi: per alcuni una stagione da dimenticare, per altri invece da migliorare. Interviene nel dibattito Gerardo Stabile, titolare dell’hotel ristorante Taverna Capozzi.
Continua il dibattito e il confronto (a distanza) tra gli operatori economici del Laceno sull’andamento del polo turistico irpino, ed in particolare sulla contrazione degli ingressi durante la stagione invernale che alcuni imputano esclusivamente alle note vicende che hanno portato alla chiusura dell’unica stazione sciistica campana; per altri invece il calo di presenze turistiche che si registra da più anni (e quindi anche prima della chiusura delle seggiovie) è dovuto a diversi fattori.
A tentare di spiegare questo trend, parzialmente negativo, ci prova Gerardo Stabile, presidente di Federalberghi Avellino ed ex presidente del Consorzio Turistico Bagnoli-Laceno: «La colpa non è da imputarsi esclusivamente alla chiusura degli impianti di risalita, il problema è decisamente più complesso e va ricercato all’interno di un territorio che non si organizza per offrire servizi diversi a quelli già presenti. Un esempio su tutti – aggiunge Stabile – è quello dell’Ufficio allestito sul Laceno che doveva, originariamente, rappresentare un punto di riferimento per tutti i turisti ed, invece, non è stato affatto utilizzato. Avevamo anche proposto di arricchire la rete di associazioni che attivavano il contorno dei servizi al turista ed è questo, più di ogni altra cosa, quello che serve veramente per un futuro più roseo del Laceno».
«Occorrono inoltre – prosegue il presidente di Federalberghi del capoluogo irpino – dei cartelloni di eventi che illustrino la programmazione in determinati mesi dell’anno, altrimenti si rischia di arrivare ad ottobre (mese dell’evento Sagra del Tartufo e dei prodotti tipici locali) senza una precisa programmazione. Serve un marchio chiaro e professionale che offra servizi di qualità con un contributo diretto da parte dei privati».
Infine un paragone fra il periodo natalizio e quello pasquale appena trascorso: «A differenza di Natale, in cui grazie alla neve si è lavorato fino al 6 gennaio, si può dire che Pasqua e Pasquetta non abbiamo fatto completamente il proprio dovere» .
Facendo un bilancio delle festività di Pasqua c’è comunque da registrare la soddisfazione di diversi ristoratori che, specialmente nella giornata di lunedì, hanno ottenuto dei riscontri decisamente positivi per le loro attività: risultati che, però, molto spesso, vanno contestualizzati ed esaminati alla luce di un turismo caratterizzato, sempre di più da poca, intermittente, continuità.
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