Marco Bozzolo, ha utilizzato questo stratagemma per difendersi dai cercatori che raccoglievano i porcini nelle sue proprietà.
Un antico proverbio recita: “Ogni mondo è paese”. Può capitare, quindi, come in questo caso, che le cattive abitudini siano identiche in luoghi diversi e lontani anche a migliaia di chilometri .
La cattiva abitudine in questione è quella di raccogliere funghi in proprietà private anche in presenza di recinzioni e spesso dei proprietari stessi, intenti in quel periodo a pulire i castagneti in vista della raccolta autunnale.
Della storia di Marco Bozzolo, abitante di Viola, piccolo centro del cuneese se ne sono occupate diverse testate giornalistiche nazionali fra cui il quotidiano La Stampa.
Bozzolo, dopo una laurea e un master, ha deciso di ritornare nel suo paese natale, e di diventare “custode dei castagneti”, riportandoli all’origine, quando c’era chi se ne prendeva cura ogni giorno. Un lavoro faticoso, fatto di promozione del prodotto e della natura in modo da farlo conoscere alle persone integro come era un tempo.
Per realizzare il suo sogno, Marco Bozzolo, ha lavorato duro, di qui la richiesta di rispettare il suo lavoro e di evitare ai cercatori di funghi di introdursi nella sua proprietà. Dopo i primi appelli inascoltati, deciso di recintare i suoi terreni e di affiggere cartelli che vietavano la raccolta dei funghi se non al proprietario. Ma nemmeno questa iniziativa ha sortito gli effetti sperati, così esasperato ha istallato le prime “fototrappole”, per sorprendere i fungaioli non autorizzati. Videosorveglianza che, in regola con le norme sulla privacy, ha sortito gli effetti sperati.
Pizzicato il primo furbetto, ha pubblicato la foto, schermata sui social e intimato al cercatore di restituire il raccolto, onde evitare una denuncia alle forze dell’ordine. Lo stratagemma ha funzionato e nel giro di poche ore l’interessato si è presentato a restituire i porcini, con tanto di scuse. G.T.
La rubrica di Pt39
(da Fuori dalla Rete, Agosto 2021, anno XV, n. 4)
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