La rivolta montellese

di Giovanni Marino

Il prode capitano Garsia de Cabanillas da Valenza accompagnò Re Alfonso aragonese in Italia distinguendosi per valore e lealtà tanto da essere premiato nel 1445 anche con il feudo di Montella. A detta degli stessi montellesi ebbe così inizio per loro cosiddetta età dell’oro con Giovanni, Diego e Troiano.

Purtroppo non furono anni facili: la congiura dei Baroni e, a fine secolo, la guerra fra francesi e spagnoli resero turbolenta la situazione politica con improvvisi cambi di casacca o di posizionamento per l’una o per l’altra fazione. Nel 1486 fu inviato a Montella come Commissario Regio fiscale un certo Giusto Citarella di Maiori il quale con un colpo di mano si nominò Governatore generale della contea e si ritirò nel Castello di Bagnoli suscitando il sospetto dei Montellesi di perdere conte e contea.

Il malumore si trasformò in aperta ribellione. IL 21 gennaio del 1487, al suono delle campane alle armi, circa duecento montellesi, “armati di armis prohibitis” ( lance, spade, ronconi, forconi, corazze) si diressero risoluti verso Bagnoli, preceduti a cavallo a Annunzio Zuccarino Barone dei Cannavali. Quando furono giunti sotto il Castello di Bagnoli, incominciarono ad urlare: “Viva lo ducha de Melfe e lo Conte de Montella”.

Il governatore Citarella, richiamato dalle grida dei manifestanti, uscì dal castello e andò incontro ai rivoltosi. Ma il barone Zuccarino gli si parò davanti e gli gridò contro: “ Fermati traditore” e cercò di trattenerlo fino all’arrivo dei rivoltosi. Il povero Citarella, vista la mala parata, riuscì a stento con l’aiuto di alcuni cittadini bagnolesi a riparare di nuovo fra le mura del Castello.

I manifestanti allora dopo aver gridato a più riprese da sotto le mura minacce tipo: “Vati con Dio traditore, che se nui ti potevamo tenere in mano lo più grosso peczo volea esser la orechia”, si avviarono verso la casa baronale occupata dal Governatore e la saccheggiarono. Infine fecero ritorno a Montella.

A fine novembre, su denunzia del Citarella, alcuni montellesi in vista, considerati i caporioni della rivolta e dei rioni scesi in piazza, furono convocati per essere processati.

Non sappiamo nulla della conclusione del processo: probabilmente i rivoltosi se la cavarono pagando una multa.

Giovanni Marino

(da Fuori dalla Rete, Agosto 2021, anno XV, n. 4)

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