Recovery Plan/PNRR: per il superamento delle crisi idriche dell’ Alta Valle del Calore
del geologo Angelo Capone
Sintetiche proposte progettuali di massima.
1) Realizzazione dell’INVASO dell’Acera/Macèra con area invasata funzione dell’altezza della diga che, con una ipotesi di lama/specchio d’acqua sulla isoipsa di 600m slm, interesserebbe per due terzi il territorio i Montella, a W, e per un terzo quello di Bagnoli, a Est ( 32-35ettari). Anche il bacino imbrifero interessa entrambi i comuni (superiore ai 1100 ettari), determinando uno strategico (per l’Alta Valle del Calore irpino) serbatoio/lago artificiale con funzione polivalente e di notevole importanza socio-economica, igienico-sanitaria, ecologica veramente e di prevenzione del dissesto idrogeologico e dei processi idrodinamici da meteo estremizzato:
– Irrigazione di terreni agrari vocati di Montella-Bagnoli e Cassano al bisogno. -Apporto/derivazione di acqua al fiume (al bisogno) in fase di secca. – Incendi “velocemente” spenti con acqua dolce a km zero (non marina, salata e nociva). – Regolazione piene al piano e verso Benevento-Volturno fermando acqua a monte. – Acqua potabilizzabile al bisogno e per uso locale in periodi di forti crisi. – Acqua per castagneti adiacenti. -Turismo in aree prossime ai centri urbani ed ecologicamente sostenibile. – Sport acquatici e non solo. -Pesca… Va da sé che nel bacino imbrifero dell’invaso bisogna assicurare assenza di deflussi inquinanti industriali e/o provenienti da attività antropiche e agricolo zootecniche mal gestite o fuori norma.
2) Ripristino e messa in esercizio della condotta idrica (da 60cm di diametro/connessa al datato (Pertini Presidente) Pozzo pilota “Parite1”, profondo 300m e che risultò sterile di acqua/ posero in sede stradale exSS164 prima la condotta e poi terebrarono il pozzo pilota!?) Parite-Montella Serre inutilizzata a partire dalla sua collocazione in sede, rifinalizzandola, così, alla derivazione/trasporto ( in dx idrografica) di sole, e parziali acque di piena prese mediante la costruzione di una terza, ulteriore piccola traversa-cascata antropica ubicata subito dopo la confluenza Accellica-Vallone Cupo (intorno alla quota 675m slm) e che derivi le acque (solo in fase di piene) alla condotta su menzionata e avente molteplici nuove funzioni:
-Portare acqua all’invaso dell’Acera in momenti di piena del Calore e in previsione di carenze di pioggia e, quindi, di portate di afflusso al lago provenienti dal suo naturale, adiacente bacino imbrifero ( Allo scopo serve costruire, in prosieguo, una nuova condotta di raccordo tra circa Serre Madonnella e Parite-Lago dell’Acera/Macèra di progetto) / -Portare acqua in trincee drenanti o pozzi rovesci per rimpinguare falde acquifere nei calcari di Costa delle Rose/Cagnano-Sbocco Angri ( con sicuro drenaggio verso il Bagno della Regina) e nella piana alluvionale e di Conoide di Deiezione di Montella / -Dare acqua per attività industriali, compreso cave, in assenza di acqua proveniente dalla derivazione del ponte del fascio/-Dare acqua a tratti di fiume in secca, o con precario equilibrio portate-perdite per infiltrazioni in subalbea ecc.
3) Ripristino della piccola condotta dell’800 (anni80?/90)e del suo sentiero di sx idrografica che, dalla
cascata/derivazione della Madonnella, portava acqua alla stazione ferroviaria di Montella per la ricarica dei treni a vapore e contestuale restauro conservativo delle opere di derivazione di sx idrografica in abbandono.
4) Miglioramento e restauro mirato (dove necessario) dell’ Acquedotto antico di Montella proveniente/derivato dalla cascata del fascio, comunque utilizzabile, anche per scopi irrigui e non solo, quando le portate fluviali del Raio della Scorzella lo permetteranno; ciò al fine di evitare, in assoluto, che la derivazione sia causa di secca o di provocata assenza del D.M.Vitale nel tratto terminale in forra, oltre la cascata e fino alla confluenza col ramo Accellica-ValloneCupo (La Ionta cosìddetta) e riduzione di portata dello stesso fiume Calore in prosieguo.
5) E ancora, per Montella:
- a) Rimpinguamento degli acquiferi delle sorgenti in quota, favorendo le infiltrazioni di acqua con un numero significativo di viminate in legno di castagno locale e/o briglie murate a secco nelle valli e vallecole alte a monte delle sorgenti captate. Ciò anche al fine di ridurre i deflussi incanalati e veloci verso valle e quindi, in piano o a mare, nei periodi di grosse piogge potenzialmente distruttive. Senza fare strade di penetrazione e senza l’uso di mezzi pesanti, tutto nel pieno, assoluto rispetto dei sacri luoghi dei Picentini più interni e più significativi in senso ambientale-naturalistico.
b) Ai fini della salvaguardia, portare tutte le acque nere (liquami vari e di fogna) fuori dai pianori intramontani di Verteglia e di Iska, mediante una condotta stagna ed una mini galleria sotto la località Pizzillo e con prosieguo della condotta sulla strada bianca che scende verso il Complesso Archeologico del Monte/Castello Medioevale e in prosieguo verso Montella e relativi 2 depuratori performanti. - c) Recintare tutte le doline del complesso montuoso delle aree connesse ai pianori intra-montani di Montella; delimitare altresì, proteggere ( a dx e sx e lasciando varchi di passaggio pedonabili ed in legno e attraversabili anche dagli animali al pascolo) la direttrice di ruscellamento che va verso
l’inghiottitoio orientale della Piana di Iska e quindi verso la vicina, sottostante, inquinata sorgente Candraloni. Tutte le attività antropiche alberghiere e similari devono collegarsi alle future fogne di Verteglia. - d) Razionalizzare l’angusto, sottodimensionato imbocco del Vallone Cuscino tombato all’altezza dell’incrocio per via San Giovanni e regimare l’area di bacino-alveo.
- e) Costruire una o due piccole traverse resistenti e attrezzate nel torrente Tronconito-Sorbitello (nella forra calcarea, a monte dello sbocco in area Sorbo), al fine di fermare le potenziali (vedi distruttivo alluvione del 1929) grosse onde di piena correlate a piogge diluvianti nel suo bacino imbrifero di ben14Km quadrati a partire dal monte Terminio (e perciò capace di creare grosse portate) e quindi
favorire infiltrazione in falda di queste acque, nei calcari retro-invasati e con il successivo deflusso a rilascio lento e graduale. - f) Ri-captare la sorgente Bagno della Regina di modo che le bellissime polle sorgive originarie e il laghetto che si formava rivengano messe a giorno, in una struttura/manufatto trasparente, protettiva/o e alla vista dei montellesi, dei turisti, delle scolaresche e di quanti, anche in raccordo con la costruenda via delle acque, in provenienza dalla Puglia, vogliano visitarle e studiarle per acquisire consapevolezza dei luoghi e del montellese, singolare bacino montano di provenienza.
6) Per Bagnoli I. (che concorre con almeno 12 ettari per la definizione dell’area d’invaso, compresa la sponda di destra della potenziale diga in calcestruzzo armato, (tutta area bagnolese fuori Parco, salvo un piccolissimo lembo circatriangolare a meridione) e con una rilevante superficie di Bacino imbrifero dell’invaso e con, inoltre, Laceno come tributario carsico ( Bocche del Caliendo e relativo torrente affluente del Lacinolo ) del Calore e non del Sele o del Tusciano)) sono da prevedere i seguenti, importanti interventi ecologici, di salvaguardia e mitigatori di crisi idriche:
- a) Rimpinguamento mirato degli acquiferi delle sorgenti captate di Bagnoli Irpino: Muliniello, Fontanarosa, Acqualeggia, Tronola (per quest’ultima anche con azioni eseguite sul lato di Sazzano dove alta è la probabilità di drenaggio verso la Tronola). Le opere di cui si parla, in contesto montano e di Parco, devono essere, come quelle previste per Montella montana, eco-sostenibili e senza Impatto Ambientale, usando tecniche di ingegneria naturalistica, con legno (viminate) e piccole murature a secco con pietre prese, in maniera accorta e mirata, in sito o nel contesto viciniore.
b) Ulteriore intervento di rimpinguamento dell’Acquifero della Sorgente Muliniello è utile nell’asta torrentizia del Vallone San Vito, all’altezza della strada per Laceno, con briglie e trincee drenanti orientate nelle brecce calcaree continentali. Reinfliltrare, altresi, mediante canale drenante, le acque semi inquinate della sorgente Gavitoni (in piazza). Ripristinare, infine (rendendola stagna dove perdente), la condotta fognaria che porta da Largo Ospedale alla sorgente Marotta, che sarà
parzialmente derivata a monte di un’apposita traversa atta a permettere l’infiltrazione nell’acquifero breccioso del Muliniello che, con sorgente omonima captata e pompata a servizio della cittadina di Bagnoli, è poco distante dalla minore Marotta. - c) Impermeabilizzazione di alcune potenziali doline ubicate nell’area occidentale del Lago Laceno con l’uso di maglie rigide portanti e con sovrapposti teloni impermeabili poggiati e ancorati con appositi fermi nel terreno. Ulteriori impermeabilizzazioni (come proponeva la Sindaca, Teresa Di Capua, durante una riunione da remoto appositamente dedicata alla idea Invaso organizzata da Luca Branca dell’Ass.to all’Agricoltura Regione Campania, presenti anche il sindaco di Montella Rino Buonopane, il presidente della Comunità Montana Teminio-Cervialto, Gelsomino Cientanni, il delegato (in sostituzione del Presidente, Fabio Guerriero,) dell’ Ente Parco Regionale dei Monti Picentini, arch. Dario Dello Buono e infine l’invitato scrivente ) sono da prevedere nella muratura del perimetro occidentale del lago. Dovranno essere eliminati, inoltre, tutti i pozzi ciechi esistenti nell’area turistica di Laceno e raccordati alla rete fognaria ufficiale.
- d) Bisogna, ancora, rendere totalmente performante il depuratore di “Contrada Cerrete” al fine di evitare attraverso il deflusso nel torrente Iennarulo ( sfociante a San Francesco a Folloni) l’inquinamento e l’eutrofizzazione anche di rilevanti tratti (Carpeneta in particolare) del fiume Calore, liberato finalmente dal vecchio depuratore non funzionante di Contrada Baruso di Montella.
- e) Eliminare, infine, tutte le forme di inquinamento esistenti nell’area urbana di Bagnoli Irpino ( purtroppo posizionato sull’ Acquifero della strategica, per il paese, Sorgente Muliniello).
A seguito della riunione da remoto, c’è stato un sopralluogo ( in area Invaso e nel fiume Lacinolo-Vallone dell’Annunziata compresi ) promosso e concordato su specifica richiesta fattami dal Sindaco Rino Buonopane, pomeriggio del 24 aprile ( presenti anche il Presidente del Parco Fabio Guerriero assieme a Giovanni Maiorano dell’Alto Calore Servizi spa, Luca Branca e il Consigliere di maggioranza al Comune di Montella, Salvatore Maio) atto ad approfondire aspetti tecnici idro geomorfologici, geosismico-geostatici, idrodinamici, topografici, logistici e d’inquadramento nei territori comunali/Parco compreso. Dall’analisi di carte tematiche (geo-tettoniche e idrogeologiche e del rispetto, protezione e rimpinguamenti potenziali da me redatte, con rilevamento camminato (e perciò spesso diverso dalle carte ufficiali) in scala 1:5000) e dalla visione in sito degli insiemi formazionali e dell’attuale e del recente deflusso di piene in alveo calcareo a Astretta, all’altezza della potenziale diga di sbarramento, si è deciso di espletare la presente relazione con proposte operative sui territori e con particolare attenzione alla fattibilità dell’invaso e all’insieme correlato. Abbiamo convenuto, vista la più importante finalizzazione polivalente dell’opera antropica, sull’opportunità di rivedere l’idea Invaso originaria (da progetti pregressi dell’ Ente per lo Sviluppo dell’ Irrigazione e la trasformazione fondiaria di Puglia, Basilicata ed Irpinia) che era solo per l’agricoltura e ridurre i 1200 ettari da loro proposti a soli circa 600 potenziali della sola Piana di Montella, Bagnoli e potenzialmente Cassano al bisogno. I loro dati di Precipitazioni Annue in mm di pioggia in Bacino imbrifero, quelli di Affluenza Media annua, di Evaporazione e di conseguente Deflusso Annuo utilizzabile e funzione di uno stimato Coefficiente di Deflusso 0,55, su un ipotesi di capacità del serbatoio di 3.500.000 metri cubi, compreso altezza di coronamento oltre la isoipsa 600m slm (H intorno ai 25m ?), vanno tutte reinterpretate in ragione delle nuove condizioni Meteo-Climatiche e delle Leggi Regionali e Statali relative ad altezze, volumi e sicurezza per gli invasi differenziati, per legge, in piccoli, medio piccoli e grandi e perciò anche regolamentati nella costruzione e gestione degli stessi. Un supporto ingegneristico finalizzato, e non solo, (in interdisciplinarità con la geologia tecnica), già in questa fase preliminare, è di fondamentale importanza. Per quanto mi compete, sulla fattibilità idrogeologica, per la grande presenza basale di formazioni fliscioidi impermeabili, già mi sono espresso, come pure sul superamento del problema perdite in piccole aree fratturate e cioè sulla esigua percentuale di formazione calcarea permeabile per fratturazione e carsismo da impermeabilizzare con apposite tecniche (anche in alcune eventuali aree basali di raccordo). Di questo ho informato i partecipanti al sopralluogo quando ci siamo fermati vicino allo scavo “tipo galleria” nei calcari della spalla sinistra… (fu fatto per valutare la scontata permeabilità dei calcari…). Eventuali piccole aree con segni di dissesto superficiale, in area fliscioide, saranno circoscritte e messe in sicurezza. Il resto (di geognostica mirata e di monitoraggi eventuali) dovrà essere concordato in fase interdisciplinare, anche per non incorrere in doppioni investigativi, (anche sulla scorta di eventuali sondaggi pregressi ritenuti validi) e di interpretazione delle Leggi esistenti in materia specifica. Nel fiume (24 aprile) abbiamo potuto stimare, speditivamente, dall’alto, una portata superiore a 30/35 l/sec, ma, da più attenta analisi, più prossima a 50 l/sec. Allo scopo, Giovanni Maiorano ha dato il suo contributo. Il 9 aprile c’erano oltre 100 l/sec di acqua incanalata in forra. C’erano, altresì, i segni delle piene di febbraio che, anche con panni attaccati ai rami, che evidenziavano altezze di portata superiori al metro lineare e quindi portate di massima di alcuni metri cubi al sec. Dato, questo, che sposta il Coefficiente di Deflusso in bacino, specialmente in occasione di forti piogge, su cifre da me ipotizzate oltre quello 0,55 sopra citato. L’altezza reale della diga, compresi i metri aggiuntivi di sicurezza da grossi arrivi potenziali, sarà funzione di calcoli e Leggi in fase di Progetto esecutivo. Le ipotesi attuali e pregresse sono da ritenere, perciò, indicative. Dal punto di vista geosismico, in prospettiva di terremoti forti, vista la reale presenza di calcari di piattaforma, (contrariamente a quanto rilevato nella nuova, recente Carta geologica d’Italia, foglio 450 in scala1:50.000), si può affermare già da adesso che non esistono impedimenti di sorta, sia fondali basali che laterali, per il radicamento sicuro su roccia ad alta portanza specifica e non soggetta, quindi, a dissesti e a faglie capaci note. L’Impatto Ambientale, vista la morfologia dell’insieme, è tale che si possa parlare di miglioramento generale, anche in rapporto alla presenza, all’orizzonte meridionale, del crinale dell’Accellica e del suo Ninno, poi visibili, come a 4 passi, da tutto il lago e dalle sue rive .
Angelo Capone (geologo)
(da Fuori dalla Rete, Novembre 2021, anno XV, n. 5)
Ti invitiamo a reastare in tema, essere costruttivi ed usare un linguaggio decoroso. Palazzo Tenta 39 si riserva comunque il diritto di allontanare le persone non adatte a tenere un comportamento corretto e rispettoso verso gli altri.