Stavolta non voglio parlare di politica. Non è più tempo. Anzi, non è più necessario. Mi limito ad augurare agli italiani tutta la buona fortuna di cui avranno bisogno nei prossimi anni …
Né voglio parlare di Scuola, rischiando così di annoiare seriamente chi ha ancora l’ammirevole pazienza di leggere ciò che scrivo.
Oggi voglio parlare d’amore, con uno scritto vecchio di quasi vent’anni (e pubblicato nella raccolta “Nei libri” del 2010).
Parlo dell’amore dopo i quarant’anni, quando l’adolescenza è oramai lontanissima e le farfalle non mettono più da tempo lo stomaco sottosopra. Dopo i quarant’anni l’amore ha bisogno di reinventarsi continuamente, di assumere ogni giorno forme, significati e aspetti diversi. Dopo i quarant’anni si comincia ad invidiare la Luna che, da miliardi di anni, ogni sera fa l’amore con la Terra e dopo, ogni volta, prova ancora stupore e meraviglia nel guardare il proprio eterno compagno.
AMORE
***
Amore parola
ogni giorno diversa.
Amarsi
è resistere all’uso,
scoprirsi nuovo
l’un l’altro,
ricominciare.
E’ cercare nel buio
ancora ignoti percorsi.
Ridipingere stinti colori
sulle forme di sempre.
Invidiare la Luna
che di sera rinnova
il suo amplesso col mondo.
E ogni volta
assiste curiosa
all’orgasmo argentato
dell’immobile amante.
Luciano Arciuolo
(da Fuori dalla Rete, Aprile 2018, anno XII, n. 2)
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