Le sentinelle dell’ambiente, Mimmo Gatta e le sue api

Giulio Tammaro - www.tusinatinitaly.it

Le api affascinano l’uomo da millenni creando un rapporto sempre più stretto anche se a volte problematico. L’ape è un insetto straordinario, eccezionale ed unico nel suo genere per la perfetta organizzazione societaria, per il ruolo insostituibile che svolge, ovvero quello di rendere possibile la realizzazione di un’infinità di produzioni agricole attraverso l’impollinazione, e come se non bastasse, oltre a tutto per farci dono di prodotti che realizza in proprio: miele, polline, gelatina reale, propoli, cera ed anche il veleno.

Mimmo Gatta ha un rapporto speciale con le sue api, una passione, quella per l’apicoltura, che coltiva da circa trent’anni e che ci racconta con piacere portandoci in un “Mondo” ai più sconosciuto.

“Ho iniziato l’attività nel 1993 con uno sciame d’api che mi regalò un caro amico veterinario; mi ha sempre affascinato il mondo delle api, soprattutto dagli ultimi anni del liceo, ma non mi decidevo ad intraprendere l’iniziativa. Quando ho conosciuto durante un corso post-laurea il dott. Luigi Di Monaco, veterinario ed apicoltore, si è presentata l’occasione per mettermi alla prova”.

Essere apicoltore, anche se solo per hobby, significa scoprire continuamente nuovi aspetti di questo mondo fantastico ed esserne sempre più rispettosi ed infinitamente grati nei confronti di esseri instancabili e di estrema utilità per l’umanità. 

“Il compito dell’apicoltore è quello di seguire da vicino le fasi dello sviluppo vitale della colonia di api cercando di assecondarlo il più possibile con le fioriture di interesse apistico; pratico un’apicoltura di tipo stanziale ed hobbistica. Naturalmente l’apicoltore deve essere anche un esperto botanico, è di estrema importanza conoscere le principali essenze della flora apistica ed anche le diverse fasi dei cicli vegetativi in funzione degli andamenti stagionali”.

Un lavoro costante e certosino ripagato dalla produzione di un nettare prelibatissimo: il miele. Per avere un buon prodotto è necessario creare le condizioni perché si verifichi un perfetto sincronismo tra sviluppo dell’alveare e l’avvicendarsi delle fioriture; andamento climatico e meteorologico favorevole. Inoltre è necessario attivare delle pratiche di trattamento delle famiglie d’api per il controllo delle principali avversità (varroasi, soprattutto) ed intervenire con metodi e prodotti biologici rispettosi dell’ambiente e del consumatore; nonché, creare delle condizioni igienico-sanitarie ottimali, sia in apiario che nella mieleria.

La  condizione principale per ottenere un buon miele, prosegue Mimmo Gatta, è  ovviamente quella della raccolta in campo sulle diverse fioriture del nettare e del polline (bottinatura) da parte delle api bottinatrici, naturalmente realizzando una sintonia tra lo sviluppo della famiglia d’api e le fioriture delle principali essenze botaniche (condizioni meteorologiche permettendo); quindi si procederà a fine fioritura al prelievo, in apiario, del solo miele maturo depositato dalle api nei melari (sovrapposti al nido), lasciando alle stesse tutto ciò che hanno depositato nella parte inferiore dell’arnia (nido); si trasporteranno i melari nel laboratorio (mieleria) per procedere alle diverse fasi della smielatura (disopercolatura, centrifugazione, filtrazione, maturazione, invasettamento). In particolare il miele prodotto dalle mie api è sostanzialmente, dato che pratico un’apicoltura stanziale, di due tipi di miele millefiori: un primaverile, più chiaro, a metà giugno circa; uno estivo, più scuro, a fine luglio. Talvolta, fioritura del castagno permettendo, si riesce a produrre anche un miele mono flora di castagno, particolarmente scuro e con retrogusto amarognolo.

Quello che affascina profondamente e che fa riflettere di questo “mondo” fatto principalmente di contatto con la natura è che tutto ha uno scopo preciso ed ha un significato. Da un lato le api, nel loro perpetuo avvicendarsi avendo come fine la conservazione dell’alveare e la propagazione delle specie vegetali, dall’altro l’apicoltore che con rispetto assiste e collabora con la colonia, stando un passo indietro, perché sa che non potrà mai capire fino in fondo quel microcosmo.

Giulio Tammaro – www.tusinatinitaly.it

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