Se il Giro torna in Irpinia lo si deve all’ostinazione di un appassionato. Si chiama Marco Miele e gli piace andare in bici
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L’ufficialità arriverà solo il 17 ottobre, giorno in cui verrà presentato al mondo il programma della corsa in rosa 2023. Non sembrano esserci dubbi, tuttavia, sul fatto che il prossimo anno il Giro d’Italia tornerà a correre sulle strade della provincia di Avellino, a quanto pare con ben due tappe. Una con l’arrivo sull’altopiano del Laceno, l’altra con partenza da Atripalda per una tappa che toccherà moltissimi comuni irpini sino a sboccare, passando per Caposele, in provincia di Salerno. Una grande occasione per i tanti appassionati di ciclismo della nostra Irpinia e non solo, una grande vetrina per i paesaggi e per i borghi di una terra, resa possibile, innanzitutto, dall’ostinazione di un imprenditore che ha lavorato a lungo, e sottotraccia, per rendere possibile il ritorno del giro in Irpinia.
Si tratta di Marco Miele, a capo, con i fratelli Giuseppe e Paolo dell’omonimo gruppo aziendale, leader nel settore dell’arredo bagno e efficientamento energetico, ciclista per passione e fondatore dell’associazione “Eco Evolution Bike”.
«Cominciamo col dire – si schernisce – che il Giro tornerà in Irpinia grazie alla disponibilità dell’Amministrazione Provinciale, che garantirà i fondi necessari, e alla disponibilità del Presidente Rino Buonopane e del Consigliere regionale Maurizio Petracca, persona a cui mi lega un’antica amicizia che mi ha accompagnato sin dal principio in questo percorso. Io ho semplicemente lavorato per creare le condizioni, mettendo a disposizione di questa sfida le mie relazioni. Tra i nostri più importanti fornitori c’è uno degli sponsor di maggiore peso del giro, (la Valsir). L’amicizia e la stima che ci lega alla famiglia Niboli, proprietaria del Gruppo è stata la leva che mi ha consentito di perorare la causa della nostra splendida provincia. Non è stato semplice, perché il Giro rappresenta la più importante manifestazione sportiva di questo Paese, ma siamo stati bravi ad insistere e a farci trovare pronti».
Il giro, che partirà il prossimo 6 maggio e si concluderà il 28, non è solo una manifestazione sportiva. È molto di più. Ed è questo il punto su cui Miele insiste: «Questa è una provincia strana, spesso inconsapevole delle proprie potenzialità. Le nostre strade, nei mesi primaverili ed estivi, sono attraversate da migliaia di ciclisti amatoriali che amano le montagne ed i paesaggi d’Irpinia. Ma in termini complessivi i nostri sono territori naturalmente vocati all’accoglienza, territori nei quali sarebbe semplicissimo immaginare un’offerta turistica strutturata su determinate esperienze».
Immediato, a questo proposito, il collegamento all’Altopiano del Laceno. «Quante e quali attività sportive potrebbero essere offerte in quel paradiso – continua Miele – dagli sport estremi al trekking passando, appunto, per il ciclismo e per gli sport più tradizionali. Penso a tutto ciò che si muove attorno all’enogastronomia, alle nostre produzioni, penso ai nostri borghi, ai nostri campanili, al patrimonio storico e naturalistico. Anche su questo abbiamo puntato per convincere gli organizzatori del giro a dedicare ben due tappe all’Irpinia e spero che questa occasione possa restituire la dovuta visibilità ai nostri paesaggi e alle nostre potenzialità, ma soprattutto nuova consapevolezza all’universo istituzionale e al tessuto imprenditoriale della provincia».
Infine, l’appello doveroso alla classe dirigente irpina sia politica che imprenditoriale. «È una grande sfida bipartisan – conclude l’imprenditore atripaldese – sono convinto che con la volontà di tutti si potrà scrivere una nuova pagina di sviluppo per il nostro territorio da cui si potrà generare una inversione dei flussi migratori che, ogni anno, privano l’Irpinia delle migliori intelligenze».
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