Accedi
Accedi
Recover your password.
A password will be e-mailed to you.
E una leggenda che mi raccontava sempre mia madre e la voglio fare conoscere anche a voi. Il convento di San Domenico a Bagnoli Irpino era fiorente e abitato da frati domenicani dotti e anche dediti alla coltivazione del loro orto produttivo e ben curato.
Si narra che una notte mentre un frate passeggiava nel corridoio del convento bussando alla porta dei confratelli annunciando loro che era passata un’ ora della loro vita, casualmente, sbirciando dalla finestra del corridoio, notò una luce nell’ orto. Quello che vide lo allarmò molto: intorno alla fontana del giardino, come in un girotondo vi erano delle persone vestite con un saio bianco e incappucciati, con una candela accesa in mano.
Allarmato, chiamò i frati che accorsero assonnati. Il frate apri la finestra e gridò a squarciagola : “In nome di Dio chi siete nel nostro orto?” E quelli in coro risposero “Siamo l’ anima dei morti!!!”. E lui per accertarsi realmente chi fossero li interrogò uno per uno, indicandoli col dito: ” Tu chi sei?” E l’ altro: ” Io sono fra’ Scaleo!” e mostrò una rudimentale scala. E il frate continuò : e quell’altro chi è?” ” Io sono fra” Porteo!!!” e indicò sacchi pieni accanto alla fontana.
Il frate, attorniato dai suoi, impaurito continuò: “E quell” altro chi è?” ” Io sono fra’ Zaccheo” e insaccava nel sacco. Ancora ” E quell’altro chi è?” Io sono fra’ Taglieo!” e mostrò una falce e un coltello. Il povero frate riverente verso i confratelli defunti continuò: “E quale segno ci restate con la vostra presenza?” E loro in coro: “Domani mattina lo vedrete!” e spensero le candele lasciando l’orto nel buio profondo.
I monaci chiusero la finestra e tornarono nelle rispettive celle aspettando, impazienti, il segno che l’ indomani avrebbero trovato. All’alba si recarono frettolosamente nell’ orto e con grande sorpresa trovarono l’ orto devastato, i raccolti rubati, più niente di quello che avevano amorevolmente coltivato. Tale fu la collera e il dispiacere che giurarono di lasciare il convento e non tornare mai più.
Questa è certamente una leggenda che vuole giustificare l’ abbandono dei frati al convento e a Bagnoli Irpino. Ma in realtà, evidentemente, le ragioni sono altre e veritiere.
Filomena Gatta
Articolo precedente
Tutto pronto per il terzo “Raduno in strada” da Melito a Lago Laceno
Articolo successivo
Potrebbe piacerti anche
Ti invitiamo a reastare in tema, essere costruttivi ed usare un linguaggio decoroso. Palazzo Tenta 39 si riserva comunque il diritto di allontanare le persone non adatte a tenere un comportamento corretto e rispettoso verso gli altri.