Torna la Democrazia Cristiana con Gianfranco Rotondi
Torna la Democrazia Cristiana, con Rotondi e lo scudo crociato ribaltato
Io, dunque, non rappresento nessuna continuità della Dc storica, ma sono autorizzato da quest’ultima [cioè dal Ppi – ex Dc, ndb] a usare quel nome. Fondato il partito nel 2004, ne abbiamo presentato le liste alle elezioni regionali del 2005 in Piemonte, Campania e Puglia: abbiamo subito i ricorsi dell’Udc che contestavano la confondibilità del contrassegno con il loro, ma abbiamo vinto, ora al Tar [per il Piemonte, ndb], ora al Consiglio di Stato [per le elezioni pugliesi, ndb], vedendoci riconosciuta la legittimità dell’uso di quel nome, diritto che io ho ricevuto in esclusiva come presidente di quell’associazione -partito. Noi abbiamo poi resistito, vincendo, anche in tutti i giudizi civili e amministrativi avviati nei nostri confronti da sedicenti Democrazie cristiane, ottenendo persino un decreto penale che condannava i rappresentanti di una di queste Dc “fasulle” a non molestare più gli esponenti della Democrazia cristiana.
Abbiamo partecipato – come Dc per le autonomie – alle elezioni politiche del 2006 [in una lista comune con il Nuovo Psi, ndb], ottenendo la possibilità di formare gruppi parlamentari alla Camera e al Senato; abbiamo poi concorso con Silvio Berlusconi a fondare il Popolo della libertà e, alla pari di Forza Italia e Alleanza nazionale, abbiamo deliberato di sospendere la nostra attività politica senza scioglierci. Spaccato e “finito” il Pdl, una parte consistente di An ha dato luogo a Fratelli d’Italia, Forza Italia ha ripreso il suo cammino e anche la Democrazia cristiana ha ripreso un’attività autonoma. In seguito, anche se il partito è rimasto sempre lo stesso, abbiamo ritenuto di presentarci con motti diversi dal nostro nome ufficiale: io do, come tutti i parlamentari, un contributo mensile al mio partito e i miei soldi li ho sempre dati alla Democrazia cristiana, solo che in vista del 2018 ci siamo presentati con il motto “Rivoluzione cristiana”, mentre in vista di quelle del 2022 il motto è diventato “Verde è Popolare”. Non si è trattato di partiti nuovi rispetto alla Dc: erano sempre espressione dell’esperienza di questa Democrazia cristiana comunemente nota come “la Dc di Rotondi”. Ora che abbiamo ripreso questa denominazione abbiamo, in un certo senso, consacrato una cosa che nel linguaggio comune già c’era, chiamandola “Democrazia cristiana con Rotondi”. Questo è anche, se vogliamo, un gesto distensivo verso le Dc che noi chiamiamo “apocrife”: nel giorno in cui queste rinsavissero, capendo che una Democrazia cristiana deve partire da chi ha il diritto di usare questa denominazione, noi la metteremmo a disposizione di un progetto politico comune, togliendo evidentemente la dicitura “con Rotondi” che ora serve solo a evitare confusioni in questo gran pasticcio di soggetti che aspirano a essere la Dc.
Faccio un passo indietro: diceva che non ha costruito partiti nuovi rispetto alla Dc(a), ma aveva un proprio statuto Rivoluzione cristiana e ce l’ha anche Verde è Popolare.
Non è l’unico ritorno al passato: già alla vigilia dell’ultima giornata di Saint-Vincent aveva pubblicato una foto “anticipatrice” con Lucio Barani – con garofano d’ordinanza nel taschino – e Stefano Caldoro. Domenica 29 ottobre è stato reso noto un accordo tra i vertici della “sua” Dc e del Nuovo Psi. E la mente corre subito al 2006 e alla lista comune, ripescata come “migliore sotto il 2%” alla Camera…
Da queste culture politiche vogliamo far nascere classi dirigenti nuove, attrezzate e dare a Giorgia Meloni una seconda gamba, non forte come Fratelli d’Italia, ma sicuramente affidabile, desiderabile ed unita. Vogliamo creare una forza politica che, sì, si richiami alla Dc, ai socialisti… ma che sia attuale, viva nel tempo di oggi e proponga una classe dirigente lontanissima dalle patologie che hanno portato la Dc e anche il Psi alla distruzione. Per fare un esempio, noi non abbiamo mai abrogato o messo da parte il “codice deontologico” che volle Martinazzoli: in base a questo, nella Democrazia cristiana con Rotondi se si è indagati già non si può essere candidati. Il nostro è il solo partito a essersi dato questa regola, per cui abbiamo chiesto alle persone che candidavamo di autocertificare lo status di “non indagato”; certo, con l’andazzo che hanno preso le inchieste mirate di questi anni forse è il caso che anche noi riflettiamo sul punto, a livello locale e nazionale, e valutiamo l’opportunità di mantenere la regola di Martinazzoli…
Prima che valutiate, occupiamoci dei dettagli, che come è noto sono irresistibili per i #drogatidipolitica. Del nome si è già detto (ora e in passato); il colore di fondo del simbolo è lo stesso blu dell’ultimo periodo della Democrazia cristiana per le autonomie, il carattere del nome (Impact) anche. Non può sfuggire, però, che questa volta al di sotto del nome c’è lo scudo crociato, previsto anche nell’atto costitutivo del 2004, ma messo scientemente da parte fin dall’inizio in favore delle bandiere…
https://www.isimbolidelladiscordia.it/2023/11/torna-la-democrazia-cristiana-con.html
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