Tobia, il lupo del Laceno tra ricordi e presente: “Il mio sogno è un ritiro dell’Avellino al Laceno”

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Abbiamo scambiato 4 chiacchiere con Tobia Conte, per gli amici, il sindaco del Laceno, grandissimo tifoso dell’Avellino, di Bagnoli Irpino, che si occupa di diverse attività nell’Altopiano del Lago Laceno. Con Tobia si è parlato dell’Avellino di ieri, di oggi, ma anche delle strutture sportive, della seggiovia che presto sarà riattivata sul Laceno e potrebbe nuovamente incrementare il turismo per l’Irpinia.

– Tobia, come nasce la passione per l’Avellino? 

“Nasce da quando ero piccolo, avevo 8 anni quando nel 1978 l’Avellino è approdato in Serie A. Quindi io ricordo i famosi Piotti, Reali, Roggi, Boscolo,  Cattaneo, Di Somma, De Ponti, Massa, Mario Piga, Galasso. La prima Avellino in Serie A. Era un Avellino arcigno, da lì è partita la leggenda dei famosi 10 anni di Serie A, una storia straordinaria, che ogni tifoso dell’Avellino conosce, una storia che ha reso tutti noi orgogliosi di quella squadra che rappresentava la nostra terra”.

– Il più bel ricordo di quei 10 anni di Serie A, per te, qual è? 

“Tanti ricordi, tante partite leggendarie. Una particolare, era il campionato 1984-85, partimmo da Bagnoli Irpino con circa 80 cm di neve. Arrivammo ad Avellino che comunque c’erano 50 cm di neve. La partita non si poteva giocare, era a rischio ovviamente. Ma ricordo che noi tifosi ci mobilitammo a spalare il campo, avevo 15 anni. Liberammo il campo dalla neve per far giocare quella partita. Quell’anno il Verona era fortissimo, era il Verona di Bagnoli che poi vinse lo scudetto. E l’unica partita che persero fuori casa fu proprio quella. Un 2-1 storico. Lo ricordo quel Verona, Di Gennaro, Galderisi, Fanna, i fratelli Marangon, in porta Garella, Briegel. Insomma, uno squadrone. Ricordo che segnò Ramon Diaz, poi ci fu il pareggio di Marangon per il Verona. Ricordo i pali che prendemmo, ma poi la vincemmo grazie a un tiro da centrocampo di Angelo Colombo, all’incrocio dei pali. Ricordo che Garella si girò pensando che la palla fosse andata in Curva Nord e che invece si infilò all’incrocio. Quella partita rappresenta un po’ cosa era l’Avellino. Restare in Serie A per 10 anni di fila, quando il calcio era il più importante d’Europa e del Mondo, non era facile. In Italia c’erano Maradona, Platini, Zico, Bertoni, Passarella, Boniek. Fior fior di campioni. Ci siamo divertiti”.

-Tobia, sull’Avellino di oggi che vuole tornare a quei fasti? 

“I tifosi che hanno una certa età come me, non dimenticheranno mai quei 10 anni, e quindi è difficile, il paragone c’è sempre. Il calcio è cambiato, ci vogliono più soldi per fare le squadre e gestirle ad alti livelli. E’ difficile. Mi auguro che quest’anno sia la volta buona per tornare almeno in Serie B. La proprietà della famiglia D’Agostino mi dà sicurezza. Io sono amico di Giovanni e Angelo, persone serie e per bene. Si stanno impegnando al massimo per far sì che l’Avellino torni ai fasti di una volta. Gli auguro il massimo”.

– Tobia parliamo un po’ del Laceno, con i lavori della seggiovie per gli impianti sciistici e quant’altro? 

“Il mio sogno innanzi tutto è che il comune di Bagnoli Irpino si possa attivare per allestire un centro sportivo qui sul Laceno, che possa ospitare le squadre in ritiro, attirando anche tifosi. Il mio sogno è vedere qui l’Avellino in ritiro. Sarebbe il top avere diverse squadre in ritiro. Riguardo al Laceno, per fortuna il mese di agosto è stato molto movimentato, soprattutto Ferragosto. Siamo contenti che i lavori per le seggiovie stanno andando alla grande, si sta lavorando bene. Se non ci sono intoppi, credo che nel giro di 5-6 mesi potrebbero essere pronti. A mio avviso, il Laceno deve essere il primo attrattore turistico della Campania”.

– Tobia ti ringrazio e chiudiamo con un Forza Lupi

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