A casa di Carlo Moscariello ci sono stato fin da piccolo, quando andavo a prendere indicazioni dalla signora Voce per la lettura domenicale in Chiesa.
Si, Olga Voce era la madre di Carlo. Ancora oggi ogni volta che vado a messa, prima della comunione, mi riecheggia la sua ferma e autorevole voce: <<….I bambini che devono fare la Comunione ….. >>.
Da bambino per me Carlo era il figlio della signora Voce, da adulto è stato come un padre. Quando lo sfottevo per l’’Inter era insolitamente severo, quasi intollerante. Come mi permettevo di parlare di un calcio di cui non conoscevo nulla, manco la formazione della mia squadra.
Carlo aveva due grandissimi crucci: il primo, immane, se lo portava appresso da tanti anni e purtroppo se l’è portato con sé; il secondo legato a Bagnoli, l’ ha impegnato per oltre un ventennio. Il cruccio di Bagnoli era la sua casa, la casa della sua famiglia, la casa che conoscevano tutti per via della madre.
Ha portato avanti una feroce battaglia per questa casa ma è riuscito a ristrutturala e rifarne la più bella del paese.
Veniva spesso da Genova con la scusa della carne, delle castagne ma, io lo so, veniva per noi, per la sua casa, per Bagnoli. Veniva a respirare l’aria di casa. Quest’anno si è visto poco in giro, era già malato. E’ partito lasciandomi il deambulatore dell’Asl che ero riuscito a procurarmi e che sta ancora nel mio studio; se n’è andato senza darmi il tempo di riconsegnarlo, avrebbe dovuto aspettare un pò.
Ai figli, alla moglie, ai nipoti, a Renato, il mio cordoglio e quello del paese.
Nello Memoli
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