Esiste ancora il sindacato?

di Carmine Marano

Questa nostra società con continui cambiamenti di orientamenti politici, mi dà lo spunto per una umile e modesta riflessione sulla miracolosa condizione di essere indenne agli eventi del cambiamento, del sindacato, rappresentato dalla cosiddetta Triplice (CGIL CISL UIL) che si definiscono i veri tutori dei diritti dei lavoratori pensionati e affini.

A tal proposito mi viene in mente quando io facevo parte di un sindacato autonomo e venivo escluso agli incontri ufficiali perché fuori dalla Triplice quindi “lavoratori diversi” in barba alla democrazia,

Poi fortunatamente la formazione di altre sigle sindacali ha preso forma con il consenso di tanti liberi lavoratori che vedevano giorno dopo giorno i loro diritti calpestati e non più tutelati.

Per un certo periodo pensavo con tanta certezza che veramente, stesse avvenendo un cambiamento di rotta nel sindacato che si tornasse a fare quello per cui era nato:la tutela dei diritti fondamentali, basilari, della classe lavorativa. Ma è durato poco, giusto per assistere alle tante pugnalate date alle spalle dei lavoratori che ignari pagavano anche la retta mensile per essere tutelati, ma che invece venivano “venduti” al datore di lavoro di turno.

Vergognosa è stata la vicenda con contorni farseschi avvenuta nella azienda in cui lavoravo (EL.ITAL) nata nel 1976 e fatta fallire nel 2018.  Da sempre in questa azienda era presente la Triplice sindacale che ha contribuito alla chiusura dello stabilimento. La degenerazione del sindacato è avvenuta dopo lo scandalo di Tangentopoli con la sparizione di tanti partiti tradizionali e la fine della prima Repubblica. Allora il sindacato ha iniziato a prendere forma di un carrozzone politico. In questo frangente ho assistito di persona a politici che chiedevano segnalazione ai sindacalisti per qualche assunzione. Quindi questo nuovo modo di agire ha modificato il DNA del sindacato da tutore dei diritti a “collaboratori” dei datori di lavoro. Infatti sono aumentati i doveri e diminuiti i diritti fino quasi a scomparire.

Un esempio lampante è accaduto nella mia ex azienda fallita dove mentre alcuni lavoratori eroici denunciavano le malefatte del datore di lavoro (appropriazione indebita, mancati pagamenti, i diritti calpestati, i tre compari (i sindacalisti della Triplice) pensavano bene di denigrare i denuncianti e tutelare il bravo datore di lavoro, in tutte le forme possibili e immaginabili.

Però alcune cose accadute sono simili in tutte quelle aziende che sono state chiuse o che stanno per essere chiuse cioè si inizia con le solite modalità prima i contratti di solidarietà poi la riduzione dello stipendio poi l’annullamento dei diritti infine i mancati pagamenti. Il tutto sempre giustificato dai noti sindacalisti con le solite parole di circostanza “dobbiamo evitare la chiusura e la perdita del posto di lavoro”. Alla fine succede che il lavoratore viene prima umiliato e poi licenziato e le aziende chiudono. Questo è un andamento ormai divenuto cronico a livello nazionale.

I diritti sono scomparsi da tempo, chi lavora lo fa con il ricatto e la paura e rubati della loro libertà ed intelligenza. In questo scenario desolante ci sono ancora i sindacalisti con il loro “salario garantito” con l’impressione che più aziende chiudono più vengono premiati…da non credere!

SVEGLIATEMI

Carmine Marano 1960

(da Fuori dalla Rete, Luglio 2019, anno XIII, n. 3)

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