A Chiara. Domani chissà, forse ci rincontreremo…

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Poco di me ricordo
io che a me sempre ho pensato.
Mi scompaio come l’oggetto
troppo a lungo guardato.
Ritornerò a dire
la mia luminosa scomparsa
.

(Patrizia Cavalli, 1974)

Ci siamo presi del tempo. È stato necessario per dirsi addio o almeno per fare pace con questa parola, addio. Che poi la diciamo soltanto al corpo, ai lineamenti di un volto che non rivedremo più, al suono di una voce che non potremo riascoltare, agli abbracci stretti, ai confronti vivi, che non si ripeteranno.

Chiara Rigione ci mancherà. Eppure la morte non esiste, perché ogni cosa di lei resta. Era preziosa Chiara, come la sua gentilezza, come le sue narrazioni per immagini, come la sua creatività brillante. Non esiste foto di lei che non sia davanti ad uno schermo illuminato, in una sala cinematografica, in mezzo al pubblico, tra le persone a ragionare di cinema e di cultura. Sempre più forte, una passione manifesta, esplosiva, critica e allo stesso tempo piena di speranze.

In una ricerca continua che passa per la responsabilità di scelte personali e collettive. La sua è stata una poetica di impegno sociale e quotidiano che oggi ci ricorda gli obiettivi e i desideri dell’associazione Kinetta e dello spazio Labus da lei fondato a Benevento: un atto di resistenza culturale e cinematografica, un percorso libero e indipendente che non si è mai interrotto, perché Chiara ha scelto di portarlo avanti con i territori, nonostante si sia trovata spesso a lavorare da sola.

Non si è mai posta limiti Chiara, probabilmente perché il cinema stesso non ne ha. Il suo cortometraggio Domani chissà, forse ha vinto il Premio Zavattini, raccontandoci Vallepietra – un paese al confine tra Lazio e Abruzzo – la sua memoria e quello che resta, che ancora si ripete, un tempo che torna in cui si ritrovano i gesti, i giochi dei bambini e degli adulti.

Con lo stesso titolo è stata selezionata per il concorso di cortometraggi del Laceno d’oro, Gli occhi sulla città, nel 2019, ed è stata fortemente voluta nel programma fuori concorso con Orfani del Sonno l’anno dopo.

Il suo sguardo attento, le sue osservazioni puntuali, le competenze indiscutibili unite all’abilità di fare gruppo, hanno creato le basi perché ci fosse la naturale evoluzione della relazione tra Chiara Rigione e il festival che, nel 2021, le ha chiesto di fare ancora parte della sezione concorsuale di cortometraggi, ma come giurata esperta.

Il lavoro cinematografico di Chiara Rigione è sempre stato presenza, storia reale e ricerca cinematografica insieme. Come per DentrOrsa, curato da Arci Movie Napoli e UCCA, una rete – quella Arci – di cui era parte attiva, umana e vitale.

È stata un’animatrice della cultura – soprattutto cinematografica – sia in Irpinia che nel Sannio. Una delle poche ad aver capito e valorizzato i tratti in comune di due province delle terre dell’osso, che amano vantarsi diverse ma che sono invece tanto affini.

Una regista straordinaria che ha instaurato con tutti un rapporto di reciproco e continuo scambio, fatto di accoglienza, amicizia e stimolo. Ad Avellino ha incontrato la vicinanza di tutte le associazioni cinematografiche, quella che arriva da intenti e ideali comuni, un bene profondo.

Avrete acquisito ormai che nel nostro mestiere succede di salutare o celebrare illustri personalità della cultura che lasciano questo mondo. Nomi popolari, che toccano i ricordi di tantissimi. È certamente un omaggio rispettoso, ma anche un po’ una routine. Chi è “del mestiere” non può esimersi e il dispiacere provato per una celebrità è sempre un po’ distante, per quanto sentito.

Nessuno può immaginare quanto sia difficile, invece, scrivere un saluto per lasciar andare qualcuno che conosci, che stimi, con cui hai condiviso momenti e valori. Tutto appare banale e patetico, messo su per compiacere il momento e non sembra mai abbastanza per rendere il giusto onore a chi non c’è più.

Ed è un torto che Chiara Rigione non merita. Non come donna, generosa e appassionata, instancabile e in prima linea per le battaglie in cui credeva. Non come professionista del cinema, talentuosa e umile.

Il suo valore artistico era e resterà indiscutibile. Ma è quello umano che oggi piangiamo, che ci mancherà più di ogni altra cosa. E lo testimoniano le decine di messaggi che in queste ore arrivano da ogni zona dove Chiara ha vissuto o è soltanto passata.

Buon viaggio Chiara.

Se è vero che per Vivere: basta uno sguardo, quello che ci hai lasciato tu sul mondo lo custodiremo per sempre.

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