Ci sono luoghi nati per giocare in cui non gioca più nessuno. Luoghi pensati per ospitare partite di calcio diventati stazzi per animali. È la triste sorte toccata ai due campi sportivi del Laceno. Quello storico, realizzato in mezzo alla piana e utilizzato in principio dalle società sportive per i ritiri estivi, passato poi ad ospitare le partite amatoriali fra bagnolesi e lacenesi, fino ad arrivare ad oggi, dove la sua destinazione d’uso varia a seconda delle esigenze: deposito materiali, stazzo per animali.
Sorte peggiore è toccata invece al nuovo campo da calcio realizzato circa vent’anni fa nei pressi del Campeggio Bruno Zauli. Nessuno ricorda di aver mai visto giocare qualcuno, l’incuria e il tempo hanno fatto in resto, una delle due porte è stata distrutta da un ramo caduto qualche inverno fa dopo una nevicata, nel frattempo qualcuno ha asportato le recinzioni, oggi è stato “riconvertito” in deposito per balle di paglia e stazzo per gli animali. Niente contro pecore e pastori, ma sinceramente dispiace vedere i campi sportivi del Laceno ridotti ad ovili.
Eppure nel corso degli anni non sono mancati gli interventi, si è provato almeno a dargli un aspetto decoroso ma l’ incuria e le talpe hanno vanificato tutto. Il problema di fondo è che per come sono stati concepiti oggi non sono più funzionali alle esigenze di chi gioca a calcio. Il concetto di sport è cambiato: non è più solo sinonimo di risultato e quindi di attività agonistica ma soprattutto di benessere psico-fisico, di relax, di gruppo e di compagnia. Uno sport per tutti e rivolto a tutti.
In compenso le vicine Nusco e Montella, negli ultimi anni sono state scelte da diverse squadre dilettantistiche presenti nel panorama campano per la preparazione precampionato. Il Laceno nel frattempo è rimasto a guardare e l’ultima società sportiva che si è affacciata sull’altopiano dopo pochi mesi ha deciso di abbandonare senza aver svolto nemmeno un allenamento.
Il punto quindi è che al Laceno servirebbe un nuovo impianto sportivo e non un ulteriore campo da calcio sprovvisto di tutti i servizi essenziali come quelli già presenti il cui destino è già segnato. Investire sulle strutture presenti produrrebbe solo un ulteriore spreco di denaro pubblico. Allo stesso tempo tenerli nello stato attuale non ha senso, sono comunque inutilizzati, perché a questo punto non pensare di smantellare tutto, bonificare le aree e restituire quegli spazi alla natura?
Tanto a Laceno non gioca più nessuno.
Giulio Tammaro
(da Fuori dalla Rete, Ottobre 2022, anno XVI, n. 4)
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