A un anno dalla fine della guerra, la Germania tratta per limitare l’impatto negativo delle condizioni di resa su una popolazione che 15 anni dopo, irretita dalla voce di Hitler e dalla voglia di riscatto da quella bruciante sconfitta si farà trascinare in un nuovo disastro.
A Bagnoli, come in tante altre città e paesi d’Italia, si celebrano i caduti, in un’atmosfera di fervore nazionalistico, che in nome della vittoria derubata, fornirà l’alibi per l’avvento del fascismo e sarà preludio ad una nuova guerra.
La cronaca
Giornale d’Italia 30 maggio 1919 (Archivio Storico Benedetto Petrone)
BAGNOLI IRPINO, 26 maggio 1919.
Il XXIV Maggio,
Solenne e commovente fu ieri la patriottica commemorazione che questo paese fece per i prodi bagnolesi caduti sul campo di battaglia, ed imponente era la folla che assisteva allo scoprimento della lapide di cui l’iscrizione era stata dettata dal prof. Torraca.
In chiesa, oltre la messa di «requiem» cantata da un coro di giovani e da quella vibrante del tenore D’Ambrosio di Montella, eseguita sotto la direzione del rev. Di Sabato, l’arciprete-parroco rev. Buccino lesse una splendida orazione.
In piazza Di Capua lessero poi le loro oraziani, vibranti di amor patrio e di sentimenti nobili, il presidente dal Comitato cav. prof. Basile, maggiore della riserva, l’insegnante sigr.na Merola, il caporale Clemente ed il tenente avv. Lenzi. Tutti furono calorosamente applauditi.
Prima dello scoprimento della lapide il canto corale degli alunni di queste scuole elementari con «La leggenda del Piave» e con «La canzone del Grappa» scosse le anime, commovendole. Il Sindaco Gatta, dopo scoperta la lapide, disse poche ma sentite parole pigliandosi in consegna, il sacromarmo, ringraziando tutti del loro intervento.
Fra gl’intervenuti notammo il Prefetto comm. Frigerio, il Sottoprefetto cav. Cessari. L’on Ruspoli, deputato del collegio, le rappresentanze di tutte le Associazioni militari di Montella, il Consiglio comunale al completo, tutti gl’insegnanti, oltre 300 militari bagnolesi, il comm. Pescatori, il comm. Dr. Cione, il Pretóre avv. Coppola, capitano Gatti, l’avv. Frasca, il dott. Lenzi, il dott Santarsiero, il cav. De Rogatis e molti altri, inoltre, numerose signore e signorine ed una immensa folla di operai, contadini e montanari.
Antonio Camuso
(da Fuori dalla Rete, Marzo 2019, anno XIII, n. 1)
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