Il postino suona sempre due volte, recita un vecchio proverbio, ma nelle tranquille montagne dell’Appennino spesso suona a vuoto.
Secondo uno studio della Fondazione Openpolis, più della meta delle abitazioni dei paesi delle aree interne risulta disabitata per gran parte dell’anno, se non addirittura abbandonata. Questo fenomeno è una diretta conseguenza dello spopolamento in atto da decenni, con gli abitanti che dai piccoli borghi di montagna si spostano verso i centri più urbanizzati, attratti da maggiori opportunità di lavoro e servizi.
Il movimento di popolazione, evidenzia la Fondazione, “incide su numerosi aspetti, uno dei quali la disponibilità di abitazioni. Da un lato, infatti, nelle zone più attrattive ci si trova di fronte a vere e proprie emergenze abitative, data la scarsità di case disponibili, mentre dall’altra, nelle aree più distanti dalle metropoli e dalle citta, ci sono tante case disabitate. Si tratta di temi centrali anche nell’ottica delle amministrazioni comunali: “a seconda di quanto le aree sono popolate e del tipo di locazioni presenti, possono predisporre in modo più o meno capillare i servizi, oltre ad ottenere diverse entrate di tipo economico”.
I dati relativi all’Irpinia, come del resto delle aree interne, non sono confortanti, a registrare i numeri più alti di abitazioni non occupate sono due comuni irpini: Cairano e Montaguto con una percentuale di case vuote pari al 77%. A Montaguto paesino di circa 348 abitanti, le abitazioni censite sono 831, quelle vuote 643. In pratica ci sono più case vuote che abitanti!
Anche a Bagnoli il fenomeno è particolarmente evidente. Le case disabitate e i cartelli che le propongono in vendita sono visibili ovunque. Il problema e generalizzato e non riguarda più soltanto i quartieri del centro storico abitati ormai da pochi anziani per la maggior parte dell’anno. Su 2.589 abitazioni, ben 1.207 risultano non occupate, a fronte di 1.382 abitazioni occupate con una percentuale di case vuote pari al 46,6% delle abitazioni complessive. Se Bagnoli piange gli altri comuni non ridono, il fenomeno è evidente ovunque anche se il nostro paese registra una delle percentuali più alte fra i comuni dell’Alta Valle del Calore. Da un lato il fenomeno può essere spiegato dalla presenza del villaggio del Laceno e del complesso dei residence che influiscono sul totale delle abitazioni non occupate, (Calabritto e Caposele a fronte di una popolazione simile a quella di Bagnoli registrano rispettivamente 499 e 338 abitazioni in meno), dall’altro e evidente che la causa principale è lo spopolamento. Il nostro paese ha perso in venti anni circa 300 abitanti passando dai 3345 abitanti del 2000 ai 3053 abitanti registrati nel 2022 (fonte Comune di Bagnoli Irpino).
Lo spopolamento di Bagnoli è un virus che colpisce tutto l’Appennino dall’Emilia Romagna alla Calabria, si stima che tra il 2021 e il 2031 i comuni delle zone rurali registreranno nel complesso una riduzione della popolazione del 5,5%. Un dato ancora più sfavorevole per i comuni delle aree interne dove il calo previsto si stima toccherà il 9,1%.
Lo spopolamento della montagna, anche questo ormai e un vecchio adagio.
Comune |
Totale abitazioni |
Abitazioni non occupate |
Abitazioni occupate |
% abitazioni non occupate |
Morra De Sanctis |
1206 |
709 |
497 |
58,80% |
Cassano Irpino |
720 |
360 |
360 |
50,00% |
Calabritto |
1990 |
956 |
1304 |
48,80% |
Teora |
1242 |
592 |
650 |
47,60% |
Bagnoli Irpino |
2589 |
1207 |
1382 |
46,60% |
Sant’Angelo dei Lombardi |
2738 |
1161 |
1577 |
42,40% |
Caposele |
2251 |
935 |
131 |
41,50% |
Torella dei Lombardi |
1403 |
570 |
833 |
40,60% |
Lioni |
3690 |
1397 |
229 |
37,80% |
Montella |
4743 |
1778 |
2963 |
37,40% |
Nusco |
2659 |
968 |
1691 |
36,40% |
Giulio Tammaro
(da Fuori dalla Rete Dicembre 2023, anno XVII, n. 3)