A Bagnoli stravince il M5S. Non sfonda l’alleanza demitiani-pd

L'analisi del voto (di Mimmo Nigro)

Lo scrutinio delle schede, terminato a tarda notte, ha decretato anche a Bagnoli Irpino, così come in tutta l’Irpinia la Campania ed il Sud Italia, la vittoria schiacciante del Movimento Cinque Stelle. L’affluenza alle urne è stata del 69% circa, inferiore di 4 punti rispetto alla media nazionale. Hanno votato 1.707 elettori al Senato e 1.884 alla Camera dei Deputati, Nel 2013 i votanti furono 1.938 (70%).

I grillini sono diventati in paese il primo partito, con un totale di 668 voti (38,06%). L’alleanza demitiani-pd e cespugli vari ha portato in dote a Giuseppe De Mita “soli” 563 voti (32,07%), dei quali 266 dal PD e 264 dalla Lorenzin. Il centro-destra incassa 390 voti, con Forza Italia 171, Fratelli d’Italia 81 e, udite udite, LEGA 113. La sinistra non attrae più (neanche a Bagnoli) e i voti si dividono tra LeU (62) e Potere al Popolo (47). Non ha sortito grandi effetti nemmeno la dichiarazione di voto del preside Luciano Arciuolo: non tantissime, infatti, le schede bianche scrutinate (65 in queste elezioni, contro 40 del 2013).

I risultati delle elezioni politiche a Bagnoli possono e devono essere letti anche in chiave amministrativa, considerata l’imminente campagna per il rinnovo del Consiglio Comunale. Il partito del sindaco Filippo Nigro, ex UDC, è stato sicuramente quello più attivo in queste elezioni. Si sono mobilitati un po’ tutti, hanno presenziato, prima durante e dopo lo spoglio, i seggi e la piazza monitorando e catechizzando i loro elettori di riferimento.

La dote di voti portati a “Ciriachino”, dai suoi fedelissimi, è stata sostanzialmente quella del passato. L’effetto di trascinamento del primo cittadino è stato assai modesto. E ancora una volta, ponendo lo sguardo all’intero collegio, Giuseppe De Mita riesce nell’impresa (epica) di non farsi eleggere dagli elettori del suo territorio. Si è classificato al terzo posto con un misero 22,13% dei consensi (dei quali il 15,66% di “borracce” dal Partito Democratico). E’ la fine di un regno ….

Un po’ più distaccati, quasi assenti, gli esponenti del PD locale. Anche se l’emorragia di voti alla Camera dei Deputati, rispetto al Senato, alla fine è stata assai modesta e questo a significare che, nonostante i mal di pancia per la candidatura all’uninominale di Giuseppe De Mita, i renziani locali hanno votato disciplinatamente per l’alleato. SI sono comunque persi, rispetto al 2013 oltre 200 voti.

Il Partito Democratico sembra un partito moribondo, senza punti di riferimento, senza una guida forte. L’elezione a Segretario dell’avvocato Giuseppina Di Crescenzo è avvenuta troppo di recente per poterne giudicare l’operato. La sensazione che si trae, però, è di un generale disimpegno e di una forte spaccatura al suo interno.

Insomma il «laboratorio» demitiani-renziani al momento non convince. Un’alleanza spuria che sarà difficile coagulare a maggior ragione in vista del voto amministrativo. Le scorie radioattive che, la lotta intestina tra i due schieramenti in oltre 10 anni di scontri, ha prodotto e ramificato nel tessuto sociale economico e culturale del paese, sono sotto gli occhi di tutti e, presumibilmente, di difficile bonifica (salvo miracoli) in poche settimane.

Il centro-destra da l’impressione di andare avanti per inerzia, senza riferimenti e senza idee, anche se i 113 voti a Matteo Salvini dovrebbero farci riflettere, e tanto anche. Le argomentazioni leghiste sui migranti e sulla sicurezza hanno fatto breccia anche nella «ex rossa» Bagnoli.

Il dato più importante che si può trarre da queste elezioni è che un po’ tutti i partiti storici del paese stanno in affanno e che forse dovranno vedersela, ed eventualmente trattare, con il Movimento Cinque Stelle (se riusciranno a organizzarsi e a meglio strutturarsi) che a questo punto potrebbe anche essere tentato di presentare una propria autonoma lista alle amministrative. Fantapolitica?

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ELEZIONI POLITICHE 2018

Bagnoli Irpino: risultati definitivi alla Camera dei Deputati

(Nella somma dei voti ai candidati all’uninomnale vanno messi insieme quelli ai partiti che li sostengono e quelli attribuiti soltanto ai candidati)

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