Gabriele Nigro (originario di Bagnoli Irpino, ndr), una passione per i motori senza mezzi termini: “Spesso mi accorgevo di arrivare a lezione con le mani sporche di grasso”. A quarant’anni il trionfo nel campionato over 40. “Quante lotte con la mia famiglia da giovane per le mie amate moto”.
Lei ha vinto dopo l’ultima gara di Misano, il campionato over 40 Italia Trofeo italiano amatori classe 600 avanzata ed il campionato della classifica time 202.2.Soddisfatto? Quanto?
Si molto soddisfatto di come è andata la stagione agonistica, considerando che è il primo anno che competo in questa categoria devo ritenermi soddisfatto. L’inizio è stato in salita per un piccolo infortunio alla spalla rimediato questo inverno ma piano piano sono riuscito a mettermi in forma ed a trovare una buona messa a punto della moto. Sono stato competitivo in ogni gara e sono riuscito a concludere le sette tappe sempre nelle prime sei posizioni senza rimediare nessuno zero. Ho lottato per la terza posizione in campionato fino all’ultima gara di Misano, dove a causa di una caduta del sabato mattina non sono riuscito a rendere al meglio in gara finendo quinto. Stessa posizione che ho ottenuto in campionato anche considerando il meccanismo degli scarti di una gara che mi ha penalizzato.
C’è una tappa più delle altre che le ha dato particolari soddisfazioni?
Ogni gara mi ha regalato emozioni diverse, particolarmente intense sono state le due gare sul circuito del Mugello, in una eravamo sotto una pioggia battente e partendo abbastanza indietro ho dovuto recuperare molte posizioni duellando in condizioni di aderenza proibitive, nell’altra sull’asciutto sono riuscito ad ottenere il primo podio della classifica assoluta realizzando anche in questo caso una rimonta avvincente.
Questa passione come è nata?
Fin da bambino vedendo passare una moto rimanevo letteralmente paralizzato, nell’adolescenza poi le lotte con la famiglia giustamente preoccupata per la prima moto. Ho sempre sentito la necessità di fare da me e allora pomeriggi interi a smontare e rimontare: carburatori, cilindri, scarichi per andare sempre più veloce. Spesso mi accorgevo di arrivare a lezione con le mani ancora unte di grasso. A 19 anni ho conosciuto una persona speciale appassionata di moto e kart che nel dopo lavoro da impiegato comunale gestiva una piccola officina in cui io ed una decina di ragazzini con le 125 due tempi ci davamo quotidianamente appuntamento per condividere esperienze, elaborare le moto ed attendere il sabato pomeriggio. Si perché il sabato pomeriggio c’era la pista, Peppe Scocozza ci portava al circuito del Sele e lì che tutto è iniziato. Ora Peppe non c’è più ci ha lasciato troppo presto. Negli anni a seguire ho conosciuto un’altra persona speciale Emilio Fucile che mi ha sempre aiutato ed insegnato tanti segreti sui motori, non tutti sono sui libri alcuni si nascondono nelle menti degli appassionati veri.
Negli anni ha coltivato la passione per le due ruote e lo studio. Corse nel pieno degli impegni universitari, come si fa?
Le moto e il suo ambiente per me sono state una super motivazione nello studio, dovevo iniziare il prima possibile a lavorare per permettermi i pezzi della moto, gli pneumatici, l’abbigliamento e tutto il necessario per la pista. Ho letto spesso un post sui social in cui c’è scritto: “crescete i vostri figli con la passione per le moto così non avranno mai soldi per le cattive strade”, niente di più vero.
È uno sport per giovani? Cosa si può fare nella provincia di Salerno per aumentare questa attività?
È uno sport per tutte le età, ho un amico di 58 anni che va forte come un ragazzino, per diventare pilota però bisogna iniziare molto preso. In provincia di Salerno il movimento ha avuto negli ultimi anni una forte flessione, la crisi di certo ha fatto la sua parte, ora abbiamo tre giovani promettenti impegnati in importanti campionati: Yari Montella, Lorenzo Imperiano e Gianluca Sconza. Per poter correre ad un certo livello è necessario il supporto degli sponsor per questo sarebbe necessario dare maggiore visibilità mediatica alla disciplina. Da qualche anno ho fondato un’associazione sportiva la “Brakeless” il mio sogno sarebbe quello di riuscire a ricreare un gruppo come quello dell’officina dove ho iniziato io, dove poter trasmettere le mie conoscenze tecniche e le mie esperienze sportive.
Quale sarà la sua prima reazione quando suo figlio dirà: “Papà la moto per me?”
Se è per la pista correrò a comprargliela, penso sia uno sport sano che sviluppa agonismo, rispetto per l’avversario, abnegazione e fiducia in se stessi. Di certo ci sono anche dei rischi, ma sono convinto sia più rischioso andare per strada, specialmente nell’era del cellulare al volante.
Questi successi, importanti per chi coniuga tanti impegni, a chi li dedica?
Li dedico sicuramente in primis a mia moglie e mio figlio che mi aspettano con ansia e pazienza a casa, a mio padre che per anni mi ha seguito sui circuiti, al mio primo fans mio fratello Antonio ed a mio cugino Francesco che mi accompagna alle gare. Colgo l’occasione per ringraziare il supporto di Emilio Fucile e del mio sponsor Giancarlo Mulè del MioHtels e del Riccione residence.
(L’ora di cronache del 3.10.2019)