Abracadabra

di Luciano Arciuolo

Nel suo comizio più famoso, davanti ai fascisti spagnoli di Vox, Giorgia Meloni si presentò dicendo, anzi urlando: “Sono Giorgia. Sono una donna. Sono una madre. Sono cristiana. Sono italiana”. Dimenticò di dire che è anche una maga, capace di far scomparire o apparire le cose. Infatti in un mese di governo, ad esempio, sono scomparsi:

  • Il Covid, abolito per decreto. Purtroppo ogni giorno si ammalano in 30.000 e muoiono circa 80 persone. Ma nessuno ne parla;
  • Il Blocco Navale contro i migranti, del quale la Meloni, che lo ha ripetuto per anni come un disco incantato, non parla più, da quando è al governo. Si sarà finalmente convinta anche lei che era una fesseria;
  • Le pensioni minime a 1000 euro (si sa che gli anziani, spinti dal bisogno, credono a tutti, persino a Berlusconi);
  • I 50 miliardi che la destra voleva che Draghi stanziasse contro il caro bollette, facendo debito pubblico;
  • La promessa di meno tasse: con la Flat Tax a 85.000 euro per gli autonomi, i lavoratori dipendenti pagheranno il triplo di tasse delle partite IVA;
  • Gli Zero Sbarchi: nessuno ne parla più, ma ogni giorno arrivano in Italia circa 1.000 migranti, anche ora che le navi delle ONG non sono in mare.

Come se tutto questo non bastasse a far capire che la Destra, in campagna elettorale, ha semplicemente preso in giro gli italiani, nello stesso mese di governo Meloni, sono comparsi dal nulla:

  • Il prossimo aumento di 15 centesimi al litro della benzina (ma non se ne parla);
  • Il condono per gli evasori fiscali (ma non sarebbe stato giusto, allora, restituire le tasse che gli onesti hanno continuato a pagare?)
  • L’Autonomia Differenziata delle Regioni, che sottrarrà miliardi di euro al Sud per darli al Nord Italia;
  • Un cognato della Meloni nominato ministro dalla stessa. Non succedeva dai tempi di Mussolini, che ebbe il genero come Ministro degli Esteri. Nessuno dice niente ma qualcuno, dopo questa storia ridicola, ha proposto che il partito della Meloni si chiami non più “Fratelli d’Italia”, ma “Cognati d’Italia”.

Luciano Arciuolo

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