Venerdì scorso è stato l’ultimo giorno di attività della filiale della BPER a Bagnoli.
Ora: l’Irpinia è un posto strano, con una sua religione e un suo tempio. Non solo: in ogni Comune irpino sono presenti i sacerdoti di questa religione.
Questi sacerdoti, ad esempio, poco più di un anno fa hanno spiegato ai nostri compaesani che, se Bagnoli aveva finalmente avuto il finanziamento delle seggiovie, era stato solo per la gentile ed amorosa intercessione dei loro dei. Tutto il resto, checché se ne dicesse, erano solo fandonie, buone per confondere le acque.
Allora: fingiamo per un momento di voler credere alle loro parole. Anche a costo di un enorme sforzo, prendiamole per buone. Dimentichiamo per un momento di essere stati imbrogliati per decenni e, quindi, di credere all’amore di questi dei per il nostro paese, scordando che fine fece la sede dell’Azienda di Promozione Turistica negli anni “80 del secolo scorso o la sede del Parco dei Monti Picentini a metà del decennio passato. Dimentichiamo tutto e facciamo un atto di fede verso questi sacerdoti. Avremmo comunque il diritto di chiedere loro: come mai, se i vostri dei sono così potenti, non hanno evitato la chiusura della filiale della Banca a Bagnoli, che pure negli ultimi cinquant’anni, qui, aveva fatto affari d’oro?
Delle due l’una, visto che alla fine la Banca ha chiuso: o l’amore per Bagnoli di questi dei è solo una favola (ma allora anche la storia del finanziamento ottenuto grazie al loro interessamento è una bufala), oppure semplicemente essi non sono affatto potenti e ormai si limitano alla coltivazione di qualche orticello (e allora continuare a millantarne la potenza è solo un modo per abbindolare la gente).
In attesa di risposte, prepariamoci a frequentare la filiale BPER di Montella.
Luciano Arciuolo