Dalla mostra mercato del tartufo nero di Bagnoli, alla sagra della castagna di Montella, passando per lo storico evento di Cassano: tre iniziative pluridecennali che rischiano di saltare, mettendo in crisi un’economia già fragile e riportando allo zero gli sforzi di fare turismo e creare indotto sul territorio. Ne abbiamo parlato con Rino Ferrante, Salvatore Vecchia e Rino Buonopane.
C’era un desiderio, dopo il lockdown, era quello di riprendersi la vita esattamente per come l’avevamo conosciuta fino al 9 marzo 2020. Ma così non è stato e non sarà così per molto tempo ancora: convivere col virus comporta rischi e responsabilità da valutare giorno per giorno, in una contemporaneità incerta che non può lasciare spazio all’ingenuità.
Lavarsi spesso le mani, usare le mascherine, tenere il distanziamento fisico, evitare assembramenti: sono le regole base per evitare la diffusione del contagio. Così, come sono stati annullati molti degli eventi estivi – sacri e profani – in programma, tra concerti, sagre, proiezioni in piazza, festival, anche le iniziative autunnali che caratterizzano i mesi di ottobre e novembre in Irpinia potrebbero essere rinviate ad un momento migliore.
La mostra mercato del tartufo nero di Bagnoli – con numeri oltre i 100mila visitatori – la sagra della castagna di Montella o quella di Cassano – tra le più antiche in Italia – rappresentano una storia pluridecennale e si fa presto a capire che cancellare appuntamenti del genere significa perdite economiche importanti e attività a rischio, con il conseguente blocco di più settori contemporaneamente.
Ma muoversi nel tentativo di far partire anche quest’anno la macchina organizzativa, significherebbe navigare a vista.
Le decisioni saranno prese sul momento, in base all’andamento dei contagi. Ma intanto Rino Ferrante – vice sindaco con delega al turismo del Comune di Bagnoli – ci racconta delle difficoltà che già si prospettano: «Stiamo cominciando a ragionare sulla possibilità di avere dei conta persone, di limitare l’area dell’evento e ridurre di molto il numero degli standisti. La prossima settimana è previsto un incontro col presidente della Pro Loco, però sarà difficile far fronte a nuove restrizioni dopo aver cominciato con l’organizzazione. L’evento di Bagnoli ha dei costi fissi elevati, è fondamentale per l’economia del paese, soprattutto oggi che i produttori, gli allevatori, gli standisti in generale vivono un periodo di crisi. E’ una questione seria, che va considerata in ogni suo aspetto, non possiamo permetterci di rischiare, personalmente e in coscienza preferirei rimandarla, ma – appunto – dobbiamo agire con criterio».
Anche Rino Buonopane, sindaco di Montella, attende l’evoluzione degli eventi: «La sagra della castagna di solito è prevista tra il primo e il secondo fine settimana di novembre, per ora stiamo valutando un Piano B che significa delocalizzare, individuare un’area più ampia con i dovuti controlli, selezionare un numero minore di stand e magari spalmarla su un periodo più lungo. E’ comunque prematuro ragionarne oggi, alla luce di una situazione sanitaria che cambia continuamente».
Il contesto in cui ci muoviamo non è rassicurante per il Sindaco di Cassano, Salvatore Vecchia: «Mancherebbero quaranta giorni alla data di inizio della nostra storica sagra, la prima realizzata in Irpinia, però dobbiamo tener conto della recrudescenza dei contagi e procedere con cautela. Potremmo immaginare di tornare alle origini, a quello spirito da festa di campagna nata tra i castanicoltori, recuperando un momento strettamente comunitario legato all’identità storica e sociale del paese. Potrebbe essere un’occasione per tenere comunque viva la tradizione, salvaguardando la sicurezza».
Insomma, questo autunno si prospetta ancor più grigio e immobile di quello a cui siamo abituati. Eppure, queste occasioni stagionali rappresentavano – e rappresentano – tutto quello che abbiamo e che siamo riusciti a costruire fino a qui, una possibilità di respiro per l’economia locale e per l’indotto, un modo per attrarre visitatori ed esistere oltre la bella stagione.
Fermarsi per un anno – per questo anno – però potrebbe essere una lezione per migliorarsi, a tutti i livelli: un momento di passaggio che potrebbe significare unione, sinergia tra territori, comunicazione integrata, un’offerta organica e un’organizzazione strategica. Magari si può iniziare ad aprire anche questa discussione.
Orticalab.it (Maria Fioretti)