L’autunno arriva in ritardo, ma si fa subito amare. Invita in Irpinia alla Mostra mercato del Tartufo Nero di Bagnoli. La prevedibile folla sdoppia il programma. Apre alle 18,30 di domani, prosegue sabato e domenica dalle 10 a tarda notte. Replica nel successivo weekend dal 27 al 29 ottobre. Edizione numero 44. «Questa promette ancora di più», si augura la Pro Loco che organizza l’evento.
Il presidente Francesco Pennetti ha ricevuto dal sindaco, il medico Filippo Nigro, un più ampio sostegno, oltre al patrocinio del Comune, 2.990 abitanti, 40 km da Avellino, suggestivo con il lago Laceno a 1.100 metri, piste da sci. È nel verde severo che sale al Cervialto, la vetta più alta della Campania, 1.809 metri. Siamo nel parco regionale dei Monti Picentini, terra di tartufi castagne, pascoli.
Sono i borghi salubri e accoglienti, l’Irpinia offre domenica 29 ottobre e apre le porte della vicina Montella. Il presidente delle Pro Loco Geppino Silvestri annuncia la Sagra della Castagna, già al lavoro il sindaco Rino Buonopane, che è anche presidente della Provincia. A metà novembre la Sagra delle Sagre a Sant’Angelo dei Lombardi, di Tony Lucido, presto anche il Treno storico con stazioni nei Comuni di grandi vini.
Il Nero di Bagnoli (Tuber mesentericum) è in Italia uno dei tre tartufi Dot, Denominazione di origine territoriale, con il Bianco di Alba e il Nero di Spoleto e Norcia. Costa 800 euro il kg, media annuale. Molto di più il Nero di Norcia e Spoleto e il Bianco di Alba che superano i mille euro l’etto.
«Il nostro Nero ha un profumo molto intenso che trasferisce al cibo. Costa meno forse perché è meno pubblicizzato», provoca Giuseppe Caputo, presidente del Consorzio tartufaie Monti Picentini. Nessuno sa più di lui nel settore, esamina anche gli aspiranti cavatori. Il tartufo al contrario dei funghi chiede esami. Va tirato fuori con cura e competenza. È sotto terra (ipogeo) il porcino in superficie (epogeo), con un attrezzo (vanghetto) e il cane, indicato è il Lagotto romagnolo, riesce bene un meticcio addestrato dei primi tre mesi di vita. In Campania 800 cavatori, in provincia di Avellino 300 circa, nella sola Bagnoli 156. «Il cane annusa, individua, poi il cavatore esperto tira il tartufo dal terreno», spiega Caputo.
Il Tartufo Nero è un fungo sotterraneo (parte esterna è il peridio, la polpa interna è la gleba) che vive in simbiosi con le radici di specifici alberi o arbusti, scambia sostanze nutritive, assorbe aromi e profumi. Di solito quercia, nocciolo, salice, leccio e pioppo. Terreno calcareo, sciolto e privo di ristagni e marciumi. Si ritiene riduca il colesterolo. Come farmaco è un po’ caro. Caputo racconta che il Nero di Bagnoli fu valorizzato da Alfonso di Borbone. Gradì in una sua visita in Irpinia (1736) il dono di un cesto di Nero.
La Pro Loco di Bagnoli (0827-202601) con il presidente Pennetti e il giornalista Giovanni Nigro informa che c’è un servizio di bus tra parcheggio nell’area pip di Montella e il centro storico di Bagnoli. Intorno al Laceno è consentita la sosta per i camper. Si arriva in auto da Avellino Est (Napoli-Bari) e dalla Salerno- Avellino seguendo la direzione Sant’Angelo dei Lombardi, strada Ofantina. Meglio prenotare e informarsi se hanno tartufi o funghi. Ristoranti della zona: La Cascina del Tartufo, Quadrifoglio, Lo Spiedo a Laceno, Albergo-ristorante Capozzi, La Lucciola, Il Fauno, la Locanda degli Irpini.
Sono 123 gli stand in piazza con tartufi, castagne, prodotti tipici, salumi, formaggi. Tra questi il Pecorino Bagnolese di una pecora bianca con testa a macchie nere, salvata dall’estinzione da una giovane donna, Sara Moscariello. La nuova generazione dei pastori incrociava le razze, per annullarle. Sono molto impegnative ed esigenti. Riunì 30 ragazzi spiegando loro lo scempio: accolta da una premessa («Qui parlano solo gli uomini») finirono per riconoscere il valore della Bagnolese. Oggi è un pecorino di pregio, si trova anche nei negozi specializzati “Sogni di Latte”, e Sara è una leader riconosciuta. Compete con il Carmasciano della non lontana Rocca San Felice. Magica Irpinia, tutta da scoprire.
Antonio Corbo – la Repubblica, 19 ottobre 2023