Le elezioni politiche 2022, svoltesi lo scorso 25 settembre, hanno avuto un esito per molti versi tutt’altro che sorprendente: la vittoria del centrodestra, trainato dal boom di Giorgia Meloni e dal suo partito (Fratelli d’Italia) era stata ampiamente prevista da osservatori e analisti. Il dato politico che emerge a Bagnoli è in linea con il resto dell’Alta Irpinia ma in controtendenza rispetto a quello nazionale. Proviamo ad analizzarlo partendo dai numeri.
Cominciamo dall’affluenza, il primo dato eclatante: la partecipazione al voto si è fermata infatti al 51,59%, molto più basso rispetto alla media nazionale attestatasi intorno al 63,9%. Quello dello scorso 25 settembre è il dato più basso, registrato a Bagnoli, dell’intera storia repubblicana per quanto riguarda le elezioni politiche. Non si tratta solo di un record negativo in termini assoluti, ma anche del calo più forte che si sia mai verificato tra due tornate elettorali successive. Nel 2018 a Bagnoli avevano esercitato il proprio diritto al voto 1884 elettori su un totale di 2.726 pari al 69,1%. La tesi più plausibile è quella illustrata dal prof. Roberto D’Alimonte su Il Sole 24 Ore, il quale sostiene che un calo del genere può essere spiegato solo in parte da fattori contingenti (come il maltempo che ha interessato molte regioni del Sud nella giornata di domenica) ma che riflette anche fattori strutturali legati alla disaffezione verso la politica, alla destrutturazione dei partiti, al diverso modo di intendere la partecipazione politica tra vecchie e nuove generazioni.
Veniamo ai risultati. Dal punto di vista dei voti espressi, anche questa elezione può essere classificata come una (ennesima) rivoluzione elettorale. Sono tantissimi infatti gli elettori bagnolesi che hanno cambiato il loro voto rispetto alla tornata elettorale precedente: Anche queste elezioni, quindi, confermano come il voto politico in questo caso a Bagnoli come nel resto d’ Italia sia divenuto estremamente “liquido” e caratterizzato da una fedeltà elettorale bassissima e da una predominanza netta del voto di opinione.
La vittoria a Bagnoli è andata al centrosinistra in entrambe le Camere (449 voti al Senato e 432 voti alla Camera dei Deputati). Il Movimento 5 stelle si conferma primo partito in paese, (330 voti al Senato e 332 alla Camera dei Deputati) pur dimezzando i consensi rispetto al 2018. Nella precedente tornata elettorale il partito di Grillo aveva raccolto 656 voti al Senato e 661 alla camera dei deputati. Il centrodestra vincitore di questa tornata elettorale a Bagnoli si classifica secondo in entrambi i rami del Parlamento ( 425 al Senato 409 alla Camera dei Deputati).
Passando ad analizzare i partiti singolarmente salta subito all’occhio, oltre al suddetto dimezzamento dei consensi del Movimento 5 stelle, i risultati del Partito Democratico e di Fratelli d’Italia che aumentano i loro consensi rispetto alla tornata precedente. Il PD passa da 273 voti al Senato e 266 voti alla Camera nel 2018 agli attuali 295 voti al Senato e 312 alla Camera. FdI invece raccoglie 217 voti al Senato e 202 alla Camera rispetto agli 83 (Senato) e 81 (Camera) del 2018. Riducono i consensi Lega, (66 voti al Senato e 78 alla Camera rispetto ai 103 voti al Senato e 113 Camera del 2018) e Forza Italia (128 voti al Senato e 116 alla Camera rispetto ai 173 voti al Senato e 171 Camera del 2018), per il centrodestra, guadagna qualche voto + Europa (17 voti al Senato e 15 alla Camera rispetto ai 10 voti al Senato e 10 alla Camera del 2018). Tutte le altre sigle non erano presenti nella precedente tornata elettorale. Buona la performance di Alleanza Verdi-Sinistra che raccoglie 98 voti al Senato e 68 alla Camera. Le sigle a sinistra del PD nel 2018 (Liberi e Uguali, Potere al Popolo, Sinistra Rivoluzionaria e Partito Comunista presentatesi singolarmente raccolsero 119 voti al Senato e 106 alla Camera.
E i demitiani? Scomparso l’On. Ciriaco De Mita in questa tornata per la prima volta non hanno avuto né un partito né tantomeno sigle e riferimenti politici a cui aderire. Nel 2018 sostennero la lista Civica e Popolare della ministra uscente Lorenzin ( 118 al Senato 264 alla Camera). Giuseppe De Mita candidato all’uninominale alla Camera dei Deputati venne battuto da Generoso Maraia del M5S. Oggi probabilmente leggendo i risultati l’ipotesi più plausibile e che il grosso del gruppo sia confluito nel Partito Democratico.
Giulio Tammaro
(da Fuori dalla Rete, Ottobre 2022, anno XVI, n. 4)