La soap opera in atto al comune di Bagnoli Irpino si arricchisce di una nuova puntata dopo la diserzione dall’ultimo Consiglio comunale. I tre “irrequieti” assessori, Di Capua, Ferrante e Varricchio, hanno notificato al Comune la costituzione di un loro autonomo gruppo in Consiglio (“Scegliamo Bagnoli”), con Michela Di Capua ad assumere i “galloni” di capogruppo.
Si tratta di un atto di forza, una decisione politica che potrebbe segnare la definitiva rottura tra il sindaco Teresa Di Capua e i cosiddetti “demitiani”, che hanno così deciso di smarcarsi dal resto della maggioranza che nel 2018 diede vita alla lista vincente “Progetto per Bagnoli”.
Dopo l’appello-denuncia nel Consiglio comunale del 28 dicembre 2020, nel quale i tre assessori intimavano il Sindaco Teresa Di Capua ad assumere celermente un cambio di rotta, ad avere una linea improntata su “maggiore chiarezza, trasparenza e condivisione nelle scelte”, negli ultimi 100 giorni le cose sono, se possibile, ulteriormente peggiorate, con crescenti difficoltà di comunicazione, visioni differenti se non proprio alternative sull’azione/attività amministrativa e irremovibili asperità sul piano personale.
Tutto questo però non significa, paradossalmente, che la consiliatura sia arrivata a termine. Anzi, nonostante le schermaglie che ci portiamo avanti da tre anni, si potrebbe addirittura pensare di arrivare tranquillamente (stancamente, verrebbe da dire) alla fine naturale del mandato. Molto dipende dalla duttilità delle parti e dai precari, fragili e delicati equilibri che potranno/dovranno trovarsi.
Certo è che adesso il Sindaco si trova in una posizione di grande debolezza, dovrà per forza di cose “negoziare” ogni atto e/o provvedimento con i tre assessori che, non dimentichiamolo, sono maggioranza in Giunta e che potrebbero, insieme alle minoranze consiliari, in qualsiasi momento sfiduciare e mandare a casa il primo cittadino.
Il dato oggettivo, reale, è che oggi ci ritroviamo con un Consiglio comunale completamente diviso e parcellizzato, composto dal sindaco, dodici consiglieri e ben quattro gruppi consiliari, una vera e propria “balcanizzazione” del nostro Municipio. E con questo quadro diventa davvero tutto più difficile e complicato.
Quale sarà l’epilogo di questa triste telenovela al momento non è dato sapere, resta l’amarezza per ciò che sta accadendo. Il paese vive una situazione di stallo che non può permettersi, rimasto imbrigliato da anni nella querelle seggiovie, come se quelle sedie che girano fossero la panacea a tutti i mali. In realtà i problemi sono davvero tanti, ma i nostri amministratori sembrano non accorgersene continuando a tenere in piedi questo teatrino che non giova a nessuno. Sarebbe più serio, dignitoso, oltre che opportuno, trarne le conseguenze.
Ma, forse, è chiedere troppo.
Giulio Tammaro e Mimmo Nigro