“Un grido di aiuto” è quello lanciato da Giuseppe Caputo, presidente dell’associazione tartufai Monti Picentini. Un grido, per sensibilizzare ancora una volta le istituzioni regionali, su una problematica, quella dell’invasione dei cinghiali, che l’associazione tartufai di Bagnoli Irpino ormai combatte dal 2008. “Il mio intervento – dichiara Giuseppe Caputo – è finalizzato a far conoscere la triste realtà che sta vivendo il nostro territorio a causa del proliferare dei cinghiali. Ritengo che la distruzione delle tartufaie sulle nostre montagne, non sia solo un problema che interessa l’associazione tartufai, ma tutti i comparti produttivi. La peculiarità del turismo enogastronomico a Bagnoli Irpino è il tartufo e la sua storia centenaria. Il tartufo per induzione porta benefici a tutti i settori produttivi di Bagnoli”.
La riproduzione senza freni dei cinghiali, avutasi a seguito del mancato controllo nel corso degli anni, sta mettendo a serio rischio non solo le produzioni agroalimentari, ma anche l’equilibrio ambientale,non risparmiando nemmeno le aree tartufigene del comprensorio del Laceno. Questi animali, tra l’altro non autoctoni ma ibridi, provenienti dall’est Europa, negli anni sono stati immessi dalle associazioni venatorie in concerto con gli enti regionali, senza un preciso programma di inserimento. Ora che la situazione è fuori controllo, questi animali con il loro calpestio impediscono al prezioso tartufo di proliferare.
Sono tredici anni dall’avvento del parco Regionale dei Monti Picentini – continua Giuseppe Caputo – che la nostra associazione porta avanti la battaglia per costringere la Regione Campania all’abbattimento selettivo degli ungulati in totale solitudine. Chiediamo ancora una volta soluzioni rapide ed incisive per arginare il fenomeno prima che anche l’ultima tartufaia venga distrutta.”
La strada da seguire per Caputo è quella intrapresa con successo dalla Regione Toscana, che consente attraverso un abbattimento selettivo di contenere il numero di animali. Da qualche mese inoltre su proposta dall’assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi, la Giunta regionale della Toscana ha approvato nuove misure sugli interventi di controllo per proteggere l’agricoltura dai danni da ungulati, che prevedono, tra l’atro «Intervento entro 24 ore della Polizia provinciale per gli abbattimenti; intervento diretto e immediato da parte dei proprietari e conduttori dei fondi, ma solo se dotati di porto d’armi e sotto il coordinamento della Polizia Provinciale; catture tramite trappole o recinti gestiti direttamente da agricoltori e ATC, gli Ambiti territoriali di caccia».
A sostenere la causa dei tartufai bagnolesi è Michele Cammarano, Presidente della commissione aree interne della Campania, il quale precisa, in occasione del convegno: “Cooperazione e sviluppo del territorio”, organizzato dalla pro Loco di Colliano, evento organizzato nell’ambito della 24° Mostra mercato del tartufo e dei prodotti tipici, che senza un censimento non è possibile prevedere una campagna selettiva e quanti animali abbattere. L’impegno preso da Cammarano, in quella sede, è di portare a conoscenza del consiglio regionale della Campania le istanze dell’associazione tartufai di Bagnoli e di sensibilizzare i consiglieri regionali su una problematica che investe non solo le aree tartufigene ma tutto il comparto agroalimentare campano.
L’allarme lanciato da Giuseppe Caputo, anche in occasione del convegno organizzato a Colliano, è soltanto l’ultimo di una lunga serie. Su questo fronte sono tante le associazioni di categoria, dalla Coldiretti, all’ordine degli agronomi e Dottori Forestale di Avellino, passando per la Cia Avellino, che chiedono a gran voce che si ponga un argine alla proliferazione indiscriminata di cinghiali.
L’emergenza cinghiali è diventata ormai una vera e propria piaga per le aree interne della Campania, con scorribande nei centri urbani e danni sempre più ingenti al comparto agricolo. Alla Regione Campania il compito di porre fine a questa annosa questione.
Giulio Tammaro (Tusinatinitaly.it)