Gli ultimi dati che sono stati pubblicati ci dicono che dal 2001 ad oggi dal Sud sono partiti 1 milione e 800 mila tra donne e uomini. Uno spopolamento che colpisce soprattutto le aree interne e non ha risparmiato l’Irpinia. Da qui nell’ultimo anno sono partite 15 persone al giorno, una tendenza che rischia di far scomparire i nostri borghi nei prossimi 50-60 anni.
Il nostro Paese non è da meno in merito alla questione spopolamento, negli ultimi anni sono partiti per non ritornare decine di ragazzi Bagnolesi alla ricerca di un futuro stabile all’estero o nel Settentrione d’Italia.
Inutile dire che questa situazione indigna e preoccupa. Ma all’indignazione deve seguire l’azione, alla protesta deve seguire la proposta, altrimenti il cambio di rotta che serve per porre fine a questo esodo, rimane un lontano orizzonte.
Le potenzialità dei nostri luoghi vengono continuamente offuscate da un imperterrito lamento su ‘’cosa è stato e su cosa è’’, ma non si riesce a dare una prospettiva concreta.
Vi sottopongo un’idea coraggiosa e innovativa : la
COOPERATIVA DI COMUNITA’.
Non so se abbiate mai sentito parlare di Succiso, un piccolo borgo dell’Appenino Tosco Emiliano, risollevato dalle macerie dello spopolamento proprio da questo tipo di organizzazione che, presente da 25 anni, oggi fattura 700 mila euro di utili annui.
Cosa si intende per coop di comunità?
”La cooperativa di comunità è un modello di innovazione sociale dove i cittadini sono produttori e fruitori di beni e servizi, è un modello che crea sinergia e coesione in una comunità, mettendo a sistema le attività di singoli cittadini, imprese, associazioni e istituzioni rispondendo così ad esigenze plurime di mutualità”.
La cosa fondamentale è che non ha una collocazione precisa dal punto di vista del campo di appartenenza e, quindi, potrebbe occuparsi di tutte le peculiarità che offre il nostro borgo.
Entrando in questo circuito, a mio parere sarebbero molte le attività del nostro territorio che potrebbero crescere,creare utili e posti di lavoro, dal campo agroalimentare al campo della ristorazione a km 0, dal turismo ”paesaggistico”, magari con la collaborazione dell’Ente Parco Regioanle dei Monti Picentini che ogni anno mette a disposizione finanziamenti in questa direzione, a nuove strutture di ricezione, creando una rete di case sfitte, sul modello dell’albergo diffuso, ed offrire nuovi posti letto a basso prezzo. E soprattutto la stessa coop, potrebbe occuparsi di una promozione valida del territorio che vada in un’unica direzione, insieme.
Per la realizzazione di questa pazza idea serve lavoro, conoscenza del proprio paese e soprattutto personale con grande forza di volontà.
A Succiso, in Emilia, funziona alla grande.
Noi abbiamo molto di più da offrire, chissà.