La Consulta: “Non preserva la tutela della vita umana”.
Ho avuto un amico cagnolino per 16 anni, purtroppo, causa l’età, non riusciva più a stare sulle zampe, si trascinava…finché l’estrema decisione: portarlo dal veterinario a fare la puntura, perché trovavamo inumano vederlo soffrire così.
Ma se la stessa cosa avviene a una persona, qualunque sia il motivo, allora no…deve soffrire fino alla fine dei suoi giorni, anche per anni, anche atrocemente, perché la vita è sacra. Certo che la vita è sacra!! Ma dove si ferma la vita e incomincia SOLO la sofferenza fisica e mentale?
A questo dovrebbero servire i referendum, soprattutto: a scegliere in qualcosa che esula da scelte tecniche e comporta invece una scelta morale, personale, di coscienza.
Oggi, la Consulta, ha trasformato un anelito di libertà, un appello al buon senso, una laica empatica presa di coscienza del dolore in un agglomerato di colibatteri fecali di proporzioni olimpiche.
È così che si allarga ulteriormente il solco tra cittadini e Istituzioni. Quel milione e 235 mila firme raccolte, è largamente rappresentativo di una volontà molto più ampia che va ben al di là dell’evidente bisogno di una conquista di civiltà. Quelle firme rappresentano anche e soprattutto ciò che resta di una collettività che vuole ancora partecipare. Mortificarla costituisce quasi un crimine.
Un’altra occasione persa per farci crescere.
Molti in Vaticano festeggiano. Molti politici festeggiano. Non dovranno confrontarsi con la loro coscienza. Niente di nuovo sotto il sole. L’Italietta è sempre presente e non è mai andata via.
Gino Di Capua