Resoconto sullo “stato di salute” del patrimonio storico culturale del paese.
Nello scorso numero di “Fuori dalla Rete” abbiamo letto con piacere l’intervista all’assessore alla cultura Maria Varricchio. Nell’intervista sono state toccate diverse tematiche di rilievo per il futuro del paese. Dobbiamo riconoscere il grande impegno dell’attuale giunta nel promuovere il territorio, all’assessore Varricchio va il nostro plauso e i migliori auguri per il mandato.
Passando gran parte dell’anno lontano da Bagnoli, al ritorno ci sembra sempre tutto immutato e in lento deterioramento. Negli ultimi mesi numerose sono state le buone notizie circa il rilancio del Laceno. Tuttavia, la nostra comunità sta vivendo un lento declino da almeno un decennio (crisi della castanicoltura, emergenza cinghiali, caso seggiovie, spopolamento, taglio dei collegamenti con il capoluogo, emergenze idriche varie). Questo ha creato un clima di sfiducia, il quale rende difficile credere a una semplice rassegna stampa (senza nulla togliere all’operato degli amministratori). Probabilmente è proprio questo clima di atavica sfiducia ad aver causato il venir meno di quella costante innovazione di cui la sagra e l’offerta turistica privata necessitano. Non possiamo attribuire il declino solamente alle svariate amministrazioni, ma siamo certi che il loro operato influenza il clima di fiducia su cui si basano gli investimenti.
Il nostro borgo ha molto da offrire al turista delle grandi città in cerca di refrigerio: sono pochi i paesi in Irpinia in grado di competere con il comprensorio Bagnoli-Laceno. Negli ultimi anni si è parlato molto di sviluppo del turismo a Bagnoli, anche con il celebre critico d’arte Vittorio Sgarbi. Sulle pagine di questo giornalino abbiamo scritto più volte delle opere d’arte di Bagnoli. Pertanto, abbiamo deciso di ripercorrere le varie tematiche affrontate negli anni scorsi e domandarci se sia lecito avere fiducia in un rilancio.
Molto è stato fatto, ma svariati monumenti sono sempre più a rischio. Abbiamo deciso di portarli sotto i riflettori ancora una volta, sperando che questa sia la volta (o forse, la giunta) buona!
- Il primo posto in cui ci siamo recati è la chiesetta della Pietà. L’avevamo lasciata in un articolo sul restauro della cappella e sulla ripresa della tradizionale festa. Oggi gli affreschi stanno scomparendo a causa dell’umidità, mentre alcuni crolli hanno coinvolto l’annesso eremo.
- D’altro canto abbiamo notizie positive dalla chiesetta di San Lorenzo dove, nonostante i ritardi, i lavori sono iniziati e la struttura è riaffiorata dalla vegetazione.
- Il castello Cavaniglia è stato finalmente recuperato. Indubbiamente, un evento storico per Bagnoli Irpino! Apprendiamo, dall’intervista all’assessore Varricchio, come numerose manifestazioni hanno animato le sue sale. Speriamo si continui in questa direzione: il castello è sempre più una struttura chiave per la promozione del paese.
- Passiamo, poi, alla Giudecca, di cui avevamo trattato in vari articoli. Negli anni scorsi è stato realizzato un camminamento panoramico sulle mura, ma finora ci è sembrato che ognuno sia libero di apportare qualsivoglia modifica e demolizione.
- Non potevamo dimenticare l’obelisco ai caduti della prima guerra mondiale: avevamo scritto un articolo sul suo imminente recupero, in collaborazione con l’ex assessore alla cultura. Successivamente, abbiamo avuto alcune incomprensioni nell’interpretare e quantificare il termine “imminente” dell’ex assessore.
- Negli anni passati, il nostro sito era stato animato da un dibattito sulle antiche fontane delle nostre campagne. Diverse erano state le proposte: ognuna con i suoi pro e i suoi contro. Tuttavia, il dibattito si è spento lentamente.
- Dall’intervista apprendiamo buone notizie anche per quanto riguarda la biblioteca e la pinacoteca. Quest’ultima è stata ripristinata dalla precedente giunta, ma numerose erano le opere bisognose di restauro.
- Da ultimo non potevamo non accennare al complesso di San Domenico. Indubbiamente, un’opera cruciale per il rilancio culturale del paese. Si tratta di un tema finito nel dimenticatoio, a causa delle questione seggiovie. Ora che l’annosa vicenda del polo sciistico sembra volgere a un lieto fine (si spera), pensiamo sia lecito domandarsi (di nuovo) come mai sia così difficile realizzare piccoli interventi per arginarne il declino. Come ben sapete, i tubi di scolo dell’acqua piovana scaricano nei muri e ne accelerano il deterioramento. Per non parlare dei rifiuti lasciati nel chiostro, delle lapidi ivi abbandonate e del portale di San Rocco (a quanto pare impossibile da rimuovere). A tutto questo si aggiunge la sorgente del chiostro: libera di riversarsi in una palude, la quale trasmette umidità ai muri della chiesa. In mezzo a tutta quest’umidità si trova il Marco Pino da Siena: simbolo di Bagnoli e dello stato dei suoi monumenti!
Siamo molto fiduciosi nell’operato della giunta e speriamo di scrivere un nuovo articolo tra cinque anni, dove molte di queste questioni saranno state risolte. Finora il semplice recupero dei monumenti ci è parso non sufficiente a creare nuovi flussi turistici. Spesso le opere sono rimaste aperte e deserte. Pertanto, oggi più che mai, servono eventi, pacchetti turistici e promozione al grande pubblico. Si vincono le elezioni con l’uso dei social, perché non vincerci anche la sfida del turismo? Come detto in apertura, in questo ambito, la fiducia nel futuro conta moltissimo per rilanciare gli investimenti privati. Ad esempio, il programma del Laceno estate non è ancora disponibile e siamo già alla fine di giugno. Siamo abituati a pubblicazioni last-minute, ma nelle grandi città e nelle località turistiche di un certo livello questo viene pubblicato nei mesi di maggio-giugno. Come mai? Principalmente, il turista lavora e le ferie vengono programmate con largo anticipo. Questo ha portato a una grande promozione dei pacchetti turistici estivi nel periodo pasquale. Dopo l’innumerevole serie di flop delle scorse estati, il Laceno ha bisogno di comunicare eventi concreti con ampio anticipo. Ecco, come nasce quel clima di sfiducia con il quale si ferma un’intera comunità.
Negli ultimi tempi si fa un gran parlare del ridimensionamento del parco in piazza Matteotti: l’area verde sarà ridotta per far posto a nuovi parcheggi, volti ad ospitare il mercato. In un paese dove si scommette sul turismo naturalistico, in una comunità dove lo spopolamento avanza e in un contesto mondiale dove si fa sempre un gran parlare di eco-sostenibilità: questa ci sembra una scelta davvero fuori luogo. Bagnoli dovrebbe puntare sul verde e non sulla cementificazione. Viste le precedenti considerazioni e le tante opere d’arte da recuperare, sembra di essere dinanzi a un nuovo caso di restyling delle panchine della piazza. Eppure, sembra sia una decisione bipartisan già promossa dalle precedenti giunte. Questa non vuol essere una critica, ma una mera opinione personale. In fin dei conti, il vero problema, sarebbe se da domani tutti fingessero (irrealisticamente) di essere sempre d’accordo su ogni tematica.
Federico Lenzi
(da Fuori dalla Rete, Luglio 2019, anno XIII, n. 3)