Caldo e afa si faranno sentire nella seconda parte della primavera?

Approfondimento meteo (A cura di Michele Gatta)

Un parametro molto importante ci fa capire le temperature che ci accompagneranno nel mese di maggio e giugno.  


Per capire come potrebbe risultare il clima sulla nostra penisola per il mese di maggio e per gran parte del mese di giugno, ci avvaliamo di un parametro molto importante che ci indica termicamente cosa attenderci per i due mesi presi in esame.

Sappiamo bene che le ondate di caldo che più ci fanno soffrire, sia per le temperature alte che per un elevato tasso di umidità, arrivano dal continente africano e a volte risultano anche essere forti e durature.

Quindi le nostre attenzioni sono rivolte ai dati che evidenziano cosa succede in una zona importante del suddetto continente: l’equatore.

Il parametro a cui facciamo riferimento per capire le mosse dell’alta pressione africana è l’ITCZ (Inter Tropical Convergence Zone).

In sostanza si tratta della zona di convergenza intertropicale situata mediamente proprio intorno all’equatore.

Nella suddetta zona si ha la convergenza degli Alisei dell’emisfero boreale e la risalita di masse di aria calda che determinano l’aria d’instabilità equatoriale con piogge e temporali. Gli Alisei sono venti costanti con direzione Nord/est-Sud-ovest dell’emisfero boreale e da Sud/est Nord-ovest dell’emisfero australe.

L’ipotetica linea fluttua a nord e a sud a secondo delle stagioni. I movimenti determinano le alte pressioni subtropicali che poi vanno a condizionare il clima sulla nostra penisola e in genere nel Mediterraneo.

Una maggiore estroflessione dell’ITCZ verso nord facilita le rimonte dell’alta pressione africana verso il bacino del Mediterraneo e l’Italia.

In estate, di fatto, questo parametro diventa fondamentale per la previsione di una possibile risalita calda verso le nostre latitudini.

Per gli appassionati meteo-climatici la propagazione assume una forma ben definita: quella del “Gobbo”. In questo caso più noto come “Il gobbo di Algeri”.

L’ITCZ non viene preso in considerazione nella stagione invernale ma assume un buon parametro previsionale dal mese di aprile in poi.

Nella grafica presente  nell’articolo si evidenziano una linea nera che rappresenta statisticamente “l’altezza media del periodo” e due linee più chiare che ci indicano a che latitudine si trovava il valore medio dell’ITCZ intorno al 20 aprile.

Cosa notiamo?

La linea dell’equatore climatico(una delle due linee chiare) o se preferite l’ITCZ, risulta ben al di sotto di quella media del periodo preso in considerazione.

Questo è molto evidente sul settore centro-occidentale. Su quello orientale, invece, si nota una decisa sovrapposizione fra le medie stagionali e la realtà presente intorno al 20 aprile.

Pertanto, è molto improbabile che l’Europa occidentale e l’Italia saranno raggiunte da onde permanenti di aria calda e afosa, almeno nel mese di maggio e giugno.

Se ciò dovesse accadere, le zone più esposte sarebbero quelle del Mediterraneo orientale e della penisola Anatolica.

Zone ben distanti dall’Italia.

Michele Gatta

(da Fuori dalla Rete, Maggio 2019, anno XIII, n. 2)

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