Nel 2008 il Presidente De Mita lascò il PD ed aderì all’UDC. Noi, un gruppo di fedelissimi, lo seguimmo con convinzione, contrapponendoci agli ex amici politici. Furono le elezioni delle catene spezzate e della schiena dritta, che segnarono profondamente la comunità.
Contro di noi insulti ed offese sul piano politico e personale, eravamo il male assoluto da cui il paese doveva liberarsi.
Perdemmo le elezioni e così i nuovi eroi, annunciando di aver trovato al Comune solo macerie e rovine (gli amministratori precedenti al 2008 lo avranno dimenticato), proclamavano l’arrivo di oltre 30 Milioni di Euro (chi li ha visti?), oltre 100 posti di lavoro (dove sono?), ignoravano la sentenza TAR e l’abusivismo dilagante delle Seggiovie determinando tutti i problemi successivi, creavano condizioni per incarichi ad amici e parenti. E realizzavano la Monorotaia da 960.000 Euro che nessuno sa a cosa serve, rinunciavano ai tagli boschivi per le quote di carbonio con i conseguenti aumenti delle tasse, tenevano i quadri del Lenzi a marcire in uno scantinato e si disinteressavano dei cittadini alle prese con la giustizia per via del legnatico secco, etc. etc.
Ci siamo perciò contrapposti nel 2013, giudicando il loro operato deludente e fallimentare, abbiamo vinto ed abbiamo guidato il paese negli ultimi 5 anni con la piena condivisione ed in totale sintonia del gruppo di appartenenza. Dal quale ci si sarebbe aspettato, pertanto, un atteggiamento di coerenza. Invece no.
Dimenticando tutto, il gruppo dei Demitiani (tra cui c’è chi non vota De Mita da ann) interrompe la continuità dell’Amministrazione uscente, che giudica più che positiva, e determina la elezione del vice sindaco 2008-2013, una espressione ai massimi livelli di una amministrazione che ha giudicato molto negativamente.
Stabilisce, cioè, il principio che pure chi ha svolto ruoli amministrativi di responsabilità, con scarsi e deludenti risultati, può tranquillamente tornare al Comune. E di nuovo con incarichi di rilievo, in maniera da poter riprendere il percorso interrotto 5 anni fa. E’ una contraddizione estrema, sono accordi che non hanno a riferimento gli interessi del paese, e questo è una mancanza di rispetto per il paese stesso.
Inoltre, tutto ciò significa pure la negazione della nostra attività Amministrativa, e con la nostra intendo la mia ma anche degli amici del gruppo, perché da loro condivisa ed apprezzata. Ma dopo 5 anni di una fatica difficile, spesa tutta per il paese, la cosa per me è intollerabile. Gli altri, invece, la tollerano benissimo. Ma ce l’hanno la spina dorsale?
C’è da pensare che non avesse tutti i torti chi parlava di schiena dritta nel 2008. Ma se ci si può piegare al cospetto di un gigante, è incomprensibile che ci si pieghi di fronte ai nani.
Ad ogni modo, adesso sono piegati in tanti, anche chi parlava di schiena dritta, segnando così il fallimento di una intera vita politica. Ma almeno questi avevano uno scopo, cioè rientrare dalla finestra da dove erano usciti dalla porta. E dove, con ogni probabilità, in uno scenario diverso non sarebbero più rientrati.
Ma chi mi stava vicino, manifestandomi fiducia ed apprezzamento fino a qualche giorno prima della presentazione delle liste? Chissà, forse si è trattato di una sorta di mutuo soccorso tra avversari storici per sperare in un minimo di sopravvivenza politica. Perchè, altro che unione, era facile immaginare che il paese si sarebbe ulteriormente diviso.
Ne dovranno rispondere, oltre che alla propria coscienza, a tutta la comunità. La politica, a volte, ha obiettivi misteriosi, ma prima o poi verranno fuori. E noi saremo là…
Filippo Nigro
(da Fuori dalla Rete, Luglio 2018, anno XII, n. 4)