“M’ innamorasti”, di Pasquale Sturchio.
Di fuoco rovente gli occhi tuoi!
Avvampante il tuo acerbo seno!
L’ascosa tua Ferita allucinante!!!
In questi tre versi, sparati come flash di una fotocamera sull’obiettivo: Pasquale STURCHIO in versione ermetica.
Lui preferiva esprimersi in quartine. Infatti, rivisitò e di suo pugno, scrisse e mi portò a casa/consegnò (come faceva di solito, a mo di pizzino) una sintesi del mio poemetto ambientalista “Inno alla Celeca e al suo Ninno” proprio in quartine.
In una prossima occasione la metterò a disposizione di codesta testata, PT39, che da anni pubblica, con attenta predilezione per il nostro/suo territorio, da uno dei terrazzi breccioso-calcarei/continentali/ su cui è radicato il Castello dei Cavaniglia di Bagnoli Irpino.
Per rendere in bella le sue poesie usava una piccola macchina da scrivere a battuta meccanica e sonora: Olivetti lettera 35.
Allego foto della stessa, che, come ricordo, il fratello volle donare a me, certo che sarebbe stata custodita come una reliquia.
(http://www.palazzotenta39.it/public/archives/56474)
Angelo Capone
* Nel giorno/ricorrenza della tua dipartita, 17 Aprile 2021, Caro Pasquale, ti scrivo: “Ci manchi tanto”.