Dopo quasi due mesi di no stop nei reparti Covid, i medici si sono fatti un’idea precisa sull’infezione. Quella che in realtà si scatena , nei casi più gravi, è una tempesta infiammatoria che coinvolge più organi.
E la morte dei pazienti non avviene necessariamente per asfissia, ma molto spesso è provocata da un’embolia. Tant’ è vero che nei reparti Covid si usa sempre più spesso l’eparina, fluidificante del sangue a basso peso molecolare.
L’agenzia del farmaco AIFA ha preso atto di queste terapie sempre più utilizzate e sollecita «l’urgenza necessità di studi randomizzati che ne valutino efficacia clinica e sicurezza». L’AIFA quindi detta le linee guida per l’uso scientifico dell’anti coagulante.
Il virologo dell’Università Statale di Milano, Pasquale Ferrante (cittadino onorario di Bagnoli Irpino, ndr), direttore sanitario dell’istituto clinico Città Studi, fa notare come Covid-19 rompa gli schemi dei tradizionali approcci terapeutici usati finora nella lotta al virus.
L’esperto passa in rassegna gli approcci che vengono messi in campo a seconda del tipo di paziente che ci si trova davanti e dello stadio in cui si trova. E fra le armi a disposizione, così come fatto da altri scienziati, cita «l’enoxaparina, che viene somministrata per combattere la microembolia polmonare nel processo infiammatorio-degenerativo dei polmoni. Ovviamente però – sprona – cerchiamo di usare il tutto cum grano salis».
Da “Il Giornale” del 14 aprile 2020