Da Pieter Brueghel a Don Sigurani… il passo è stato breve

di Gabriella Aulisa

La conoscenza di Don Pietro Sigurani è avvenuta per caso, anni fa, attraverso un collegamento con il dipinto “Cacciatori nella neve”(1565) di Pieter Brueghel il Vecchio, bevendo un caffè al tavolino della Caffetteria di Sant’Eustachio nel centro storico di Roma e osservando la sommità della Basilica di Sant’Eustachio. In cima alla facciata appariva una testa di un cervo con la croce tra le corna, figura  collegata alla storia di Placido, comandante dell’esercito romano convertitosi al cristianesimo e cambiando il suo nome in Eustachio. Nel dipinto di Pieter Brueghel, a sinistra, c’è la locanda “Al cervo”, come recita  l’insegna con Sant’Eustachio.

Spinta dalla curiosità e dal collegamento, sono entrata in chiesa e mi sono trovata davanti a un toccante scenario: tanti tavoli apparecchiati e nella navata centrale tantissimi poveri in attesa di un pasto caldo, raccolti in un religioso silenzio. Inoltre, tra di loro Don Pietro col suo sorriso carismatico e calore umano. Uno scenario che mi ha riportata al pathos delle figure umane del ciclo pittorico su San Matteo dipinte da Caravaggio, osservate poco prima presso la Cappella Contarelli nella vicinissima Chiesa di San Luigi dei Francesi. I modelli presi per strada da Caravaggio e i senzatetto di Don Pietro Sigurani. E qui inizia tutto, da P. Brueghel alla Basilica di Sant’ Eustachio sono stati pochi passi, ma diversi anni di collaborazione  e intrecci. Don Pietro ci ha lasciati il 4 Luglio 2022, ma è come se non fosse mai morto.

Chi era Don Pietro? Non sto qui a raccontare il suo lungo e noto operato, basta vedere i tantissimi video, interviste, interventi visibili in rete e andati in onda su tante tv (Rai, La7, Tv2000, ecc.) o leggere i tanti articoli a lui dedicati.  Cerco soltanto di descrivere le impressioni ricevute durante il mio breve e saltuario volontariato presso il “Ristorante dei poveri” e ricordare il suo entusiasmo per alcune realizzazioni. Don Pietro è stato un prete rivoluzionario che ha davvero saputo mettere in atto il Vangelo, dare amore e dignità agli ultimi, ai senzatetto, agli scartati scomodi alla società. Una persona con un’incredibile profondità d’animo ed empatia espresse attraverso una semplicità disarmante e una simpaticissima ironia. Una persona colta e carismatica, piena di luce, compassione e amore per la vita. Un uomo che ha saputo davvero amare il prossimo! E in funzione di questo amore ha  materializzato molte idee, tra queste “il ristorante dei poveri” nella sua Basilica con un buon pasto da consumare tra bellissimi affreschi, tele dipinte, sculture, oro, arredi sacri, ecc. Un  “ristorante per i poveri” accanto ai palazzi del potere,  sfidando il lusso del centro storico romano fino a rendere contagioso il suo amore per gli ultimi! Per questi ultimi lui non intendeva assolutamente realizzare una mensa, ma un “ristorante “, offrendo ogni giorno a 120 – 170  bisognosi un pasto caldo quotidiano completo, dal primo fino al dolce e caffè! Ci diceva sempre : “La pasta e la carne sfamano lo stomaco, ma il dolce e il caffè sfamano il cuore!”. L’ho visto con i miei occhi preoccuparsi di ogni persona, a mo’ di padre, girando di continuo tra i tavoli parlando affettuosamente con tutti i suoi “ultimi” e cercando di accontentare ognuno in caso di intolleranze alimentari e altro.

Oltre al ristorante, ha riportato alla luce scantinati in disuso appartenenti alla Basilica di Sant’Eustachio, creando  un bellissimo “diurno” con una caffetteria, servizi igienici, docce, sala multimediale, un piccolo spazio dedicato all’Università degli Scartati con docenti volontari, visite mediche, ecc. E tutto ciò anche con il sostegno di Papa Francesco, senza mai accettare contributi pubblici, ma solo attraverso la carità. Dopo alcuni anni e dopo la fine del rettorato di Don Pietro, purtroppo, sia il ristorante che il diurno, realizzati con tanta passione e sacrificio, sono stati negati ai senzatetto. Una vergogna! Ecco, l’ennesima contraddizione ed ipocrisia proprio da parte di alcune figure della sfera ecclesiastica, così squallidamente lontane dai veri principi cristiani! Don Pietro, però, ha continuato senza scoraggiarsi e mai mollare perché, come spesso diceva, “Le vie del Signore sono infinite”. Infatti, il ristorante dei poveri è stato subito accolto  presso “L’eau vive”, ristorante francese a pochi passi dalla Basilica di Sant’Eustachio. Inoltre, un facoltoso e conosciutissimo signore ha acquistato uno spazio in via di Panico, creando una bellissima ed elegante caffetteria con docce, servizi igienici, lavanderie, ecc. per tutti i senzatetto di Don Pietro. Un grande gesto di nobiltà e generosità! Lui ci raccontava tutto ciò con grande gioia ed entusiasmo, malgrado le delusioni ricevute. Era, a tratti commovente, il suo coraggio e voglia di dare a tutti costi una dignità umana a tanti sfortunati ai quali era stata negata. Il collegamento, invece, con Bagnoli Irpino è avvenuto inizialmente coinvolgendo i ragazzi della Scuola Media con i loro cartoncini creativi di auguri natalizi, realizzati sempre con affetto, empatia e compassione per tutti i senzatetto di Sant’Eustachio. Le creazioni grafiche natalizie con spontanei auguri adolescenziali sono state aggiunte alle belle confezioni di caramelle offerte da Pt39 e confezionate ogni anno amorevolmente da Antonella Del Genio e il sostegno di Giulio Tammaro. Sono soltanto piccoli gesti in un mare di sofferenza e certamente non cambiano la vita di un senzatetto, ma posso garantire che hanno sempre ridato, anche se per pochi attimi, un sorriso luminoso a tanti sfortunati, dimenticati da tutti e con mille storie dolorose alle spalle. Sono passati in tal modo diversi anni e, nonostante la pandemia, abbiamo continuato con questa iniziativa con Pt39.

Don Pietro oggi non c’è più, ma ci sono sempre i suoi senzatetto che continueranno ad insegnarci tanto e per i quali si continuerà a lavorare seguendo il suo grande esempio, senza mai abbandonarli. Non c’entrano le religioni o ceti sociali per avere l’attenzione per queste persone meno fortunate, anzi scartate. Provengo da una famiglia atea, ma ho sempre creduto nei sani principi cristiani, senza mai sentire la necessità di appartenere ad una religione. Importante è quanto e come si è davvero “umani” tutti i giorni!

Un saluto speciale va agli addetti ai lavori e a tutti i volontari di Sant’Eustachio che ho conosciuto in questi anni, in particolare alla gentilissima Sig.ra Anna, responsabile della distribuzione pasti, a Slim, grande collaboratore e a Fabrizio, sensibile volontario. A tutto il team di Sant’Eustachio e al personale internazionale di “L’eau vive” va tutta la mia gratitudine per il lavoro eccezionale che svolgono ogni giorno e la grande umanità con la quale si relazionano con gli altri. Grazie Don Pietro, padre degli ultimi!  Resterai un faro per tutti noi fino alla fine dei nostri giorni!

(Un grazie speciale va all’Associazione Pt39 per l’attenzione mostrata in questi anni per i senzatetto di Don Pietro Sigurani. Tutti i messaggi audio che Don Pietro ha inviato ogni anno ai ragazzi di Bagnoli Irpino sono pubblicati sul sito di Pt39.)

Gabriella Aulisa

Chiesa di Sant’Eustachiogabriella aulisascomparsa don pietro sigurani