L’occasione della riflessione mi viene alla presentazione del libro di Luciano Arciuolo in un pomeriggio cupo, afoso, mesto .Il libro, il soggetto è presente, è piccolo , è grigio ma forse è pieno, lo leggerò forse lo leggerò ma mi sembra già di sapere cosa contiene . L’autore anche lui piccolo, spigoloso, ma profondo come sempre. I relatori, di qualità, sono acuti ed hanno studiato. Il pubblico, amici curiosi e ligi nonostante l’ambiente indecoroso, è silente . Il resto c’è poco, peccato. I temi sono tosti, soprattutto dopo i tavolini, le feste ed il cibo. E che dire è interessate, con la scusa del libro ci costringe (lui è un grande) a parlarci e ad ascoltarlo.
Il mondo girà male e non è solo colpa di Trump e Salvini, siamo disillusi e distratti e allora ogni tanto abbiamo l’obbligo, non solo morale, di biasimarci per il nostro egocentrismo. Gli umili ed i deboli ci stanno a cuore, vorremmo fare di più ma non è semplice e allora parliamone per esorcizzare il dubbio di riuscire a fare poco e per sdoganare eventi e soggetti che la religione sembra aver abbandonato. La crisi è evidente il capitalismo ha fallito, crea continuamente relitti e si alimenta di guerre. Il socialismo poco si addice ad una società digitale che, per forza di cose, esalta l’individualismo: sto in foto dunque ci sono. I credo di credere ma è difficile. La fede non si pone domande ne ti da, spesso, risposte.
Si sta per vivere o per non morire? E per non morire basta dedicarsi agli altri ,anche un poco?
Luciano è come un prete richiama le scritture per dirti cosa fare e non fare e ti obbliga a confessarti (ogni relatore con la scusa del libro ha parlato di se) come appunto in chiesa .Straordinario .
Domani leggero il libro …………….forse .
Nello Memoli