Fa bene l’Ekoclub di Bagnoli Irpino, attraverso i post pubblicati sui social dal suo Presidente Fulvio Di Capua, a lanciare continuamente l’S.O.S. sul degrado del nostro territorio, fanno benissimo gli iscritti di questa associazione ambientalista a denunciare le tante discariche a cielo aperto e, soprattutto, il perpetuarsi del taglio e furto abusivo e selvaggio dei faggi sulle montagne del Laceno.
La loro preoccupazione per lo stato di abbandono e di incuria in cui versano le nostre montagne dovrebbe essere la nostra inquietudine, il nostro stato d’animo. Dovremmo essere tutti pervasi da un sentimento di indignazione, dolore, rabbia e frustrazione per ciò che sta accadendo al nostro territorio, ai nostri boschi. Sembra invece che il sentimento che ci accomuna tutti sia l’indifferenza, la decantazione, per molti versi la rassegnazione.
Molti vedono nella denuncia dell’Ekoclub soltanto una smania di protagonismo, un inutile narcisismo, la costante e petulante rivendicazione economica per il lavoro svolto. Che poi non è vero: da quanto ci risulta chiedono soltanto un minimo di sostegno, un rimborso per le spese vive sostenute nell’operatività quotidiana. L’attività di presidio dell’altopiano del Laceno e di Bagnoli da parte di queste persone viene svolta gratuitamente, si tratta di volontari che hanno grande sensibilità per le questioni ambientali e un amore sviscerale, sincero, verso questo loro (nostro) territorio. La loro azione e la loro denuncia crediamo vada incoraggiata, è assolutamente meritoria. Così come sono da applaudire alcune bellissime iniziative intraprese sulle questioni ambientali negli ultimi anni dal Gruppo Giovani V.Nigro e dell’associazione Giovane Sinistra. Avanti così!
In un contesto di “distrazione di massa”, fatte le debite eccezioni di cui sopra, far vedere ciò che si sta tragicamente consumando sulle nostre montagne, postare sui social le foto di quel degrado, ha il merito di mantenere accesi i riflettori sul “tema”, una questione assai grave e per molti versi fuori controllo che sta arrecando un danno enorme all’equilibrio idrogeologico e forestale di tutto il territorio, oltre che di immagine per un comprensorio che ha sete di riscatto, che ha voglia di risalire velocemente la china.
Fa male quindi chi, soprattutto all’interno delle istituzioni, continua a storcere il naso, a redarguire, quasi a minacciare, chiunque osi pubblicare foto o parlare del degrado che ci circonda, auspicando che certi temi non vengano troppo pubblicizzati, che si mantenga un profilo basso. Ma non è così, però, che si affrontano e risolvono i problemi. Anzi, rischiamo con questo atteggiamento di incancrenirli e di renderli poi irrisolvibili.
Se ad esempio vediamo ciò che sta accadendo sulla questione del taglio e furto abusivo dei faggi sul Laceno, ci rendiamo conto di quanto drammatica sia oggi la situazione. L’Ekoclub di Bagnoli ha più volte denunciato l’accaduto alle autorità competenti: Corpo Forestale dello Stato, Comando dei Carabinieri e Amministrazione Comunale. Il servizio fotografico inviatoci è stato realizzato durante i giorni dell’ultima Festività dell’Immacolata. Gli scempi sono stati consumati “freschi-freschi” in diverse zone dell’Altopiano del Laceno: da Chianizzi, a Colle della Molella sino ai Sorroncelli. È cronaca, purtroppo, di tutti i giorni.
Ci sono persone che da decenni, attraverso un’interpretazione molto personale del regolamento degli usi civici, si sentono in diritto di poter fare quello che vogliono dei loro (nostri) boschi, delle loro (nostre) montagne. E continuano sfacciatamente a lucrare sul mercato nero del commercio al dettaglio e all’ingrosso del legname da ardere con la complicità di alcuni e l’indifferenza di tanti.
Finora non siamo riusciti a invertire la rotta e contenerne il fenomeno. La politica ha fatto poco o nulla: non è servito a molto cambiare il regolamento comunale sull’ uso civico del legnatico secco e morto, con (inutile) disciplina del diametro del tronco; non è stato nemmeno particolarmente efficace, da questo punto di vista, la vendita ai residenti a prezzo di costo dei tagli boschivi demaniali; e non sono bastati nemmeno quei (pochi) verbali e denunce a piede libero notificati a qualche malcapitato boscaiolo.
Riusciremo mai a porre fine a questa barbarie? Le risorse economiche degli Enti sono ridotte all’osso, il personale preposto ai controlli é assolutamente insufficiente in aree così vaste; l‘azione della nascente Azienda Forestale in ambito Progetto Pilota e tutta ancora da definire, ma dove ci mette mano la politica “nostrana” c’è poco da sperare. Chiedere l’intervento dell’esercito ci pare eccessivo, e sicuramente lo è.
Quale soluzione allora? Si può pretendere una maggiore attenzione da parte di tutti, rigore e severità da parte dei soggetti preposti al controllo. Serve anche una maggiore sensibilizzazione sulle questioni ambientali, occorre investire di più e meglio sulle campagne di (in)formazione nelle scuole, tra le associazioni, in mezzo alla gente. Ma la vera “rivoluzione”, il cambio di passo, la fanno come sempre i cittadini. Dobbiamo crescere di più nel senso civico, imparare a toglierci il prosciutto dagli occhi e avere il coraggio di isolare queste persone, denunciare senza esitazioni, se necessario, il familiare o l’amico senza scrupolo armato di motosega, il vicino di casa che ha nel proprio orto ingiustificate “canne” di legna, il conoscente che vuole illegalmente venderci la “merce”.
Mimmo Nigro
(da Fuori dalla Rete, Dicembre 2019, anno XIII, n. 5)
LE FOTO DELL’EKOCLUB DI BAGNOLI IRPINO
(Laceno: Dicembre 2019)
TRA LE FAGGETE DEL LACENO …
(Anno 2019)