Effetto sagra: fra campanilismo e polemiche

In questo periodo, come ogni anno, la cosa più divertente è ascoltare i commenti e i paragoni fra la sagra di Montella e quella di Bagnoli. A tenere banco in questi giorni sono nello specifico: il numero di persone arrivate a Bagnoli o a Montella, la lunghezza dei due percorsi, quale dei due paesi è più bello e caratteristico, il numero degli stand e le proposte gastronomiche.

A questo gioco a “chi ce l’ha più grande”, parliamo ovviamente sempre di sagra, partecipano consapevolmente o inconsapevolmente quasi tutti e finché la polemica resta confinata a discorso di piazza potrebbe anche starci, il problema è che spesso ci  si mette anche  la  stampa locale, probabilmente su sollecitazione di qualche amministratore, a divulgare notizie da bar. Non si spiegano altrimenti alcuni articoli e titoli di giornale. A tal proposito vi segnalo un articolo molto interessante  apparso su “Il Mattino” di  Avellino. Un amministratore locale, nello sciorinare numeri come se fossero castagne, affermava che  erano state registrate  50 mila presenze alla sagra di Montella, solo nel primo fine settimana, e che queste presenze avevano generato un volume d’affari  di circa 2 milioni di euro.

Questo gioco ridicolo di sparare numeri a caso, per qualche anno, lo abbiamo praticato anche noi a Bagnoli, poi fortunatamente ci siamo resi conto che ci rendevamo ridicoli agli occhi di chi legge. Sugli incassi record il discorso è pressoché lo stesso, la differenza è che almeno a Bagnoli hanno avuto decenza di non farlo scrivere su un giornale. E a tal proposito vorrei ricordare, anche a chi a Bagnoli sparava e spara  cifre a caso,  che quando in passato si chiedeva ai produttori e ai commerciati di castagne come era andata l’annata, le risposte a rotazione erano  sempre le stesse: “quest’anno sono piccole perché non ha piovuto”, oppure “troppe marce”, o ancora, “quest’anno sono buone ma poche”.  È ovvio che quelle risposte erano finalizzate a tenere un profilo basso, per il semplice motivo che era meglio  non far sapere i fatti loro. Questi però erano bagnolesi d’altri tempi, cresciuti a pane e lavoro, mentre oggi, anche nel nostro paese, in tanti pretendono di “campare” un anno lavorando sei giorni.

Ritornando al discorso sagre, sarebbe bello evitare inutili campanilismi e iniziare a pensare che ogni evento porta benefici non soltanto al paese che lo organizza ma a tutto il comprensorio, sia in termini economici che di visibilità. Basta notare le presenze registrate lo scorso fine settimana dalle strutture ricettive di Bagnoli e Laceno proprio in virtù dell’evento di Montella e viceversa i numeri registrati dalle strutture ricettive di Montella in occasione de “Il Nero di Bagnoli”. È arrivato quindi il momento di iniziare a lavorare in sinergia fra i vari comuni partendo ad esempio da una campagna pubblicitaria unica per tutti e tre gli eventi: Sagra della castagna di Cassano, Il Nero di Bagnoli, Sagra della castagna di Montella.

Solo così cresce e si promuove il territorio e le sue peculiarità.

Giulio Tammaro

(da Fuori dalla Rete novembre 2024, anno XVIII, n. 3)

 

Giulio Tammaro

 

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