Raccontare il “mondo” dell’elicicoltura non è facile, nonostante sia un settore dell’agricoltura in continua ascesa e i suoi prodotti siano molto richiesti sia in ambito alimentare che in quello della cosmesi. In Irpinia questo fenomeno è praticamente sconosciuto fatta salva qualche piccola eccezione.
Dino Imperiale si è interessato a questo “mondo” quasi per caso, osservando in un giorno di pioggia i comportamenti di questi piccoli animaletti. Oggi fra alti e bassi, ha messo su un piccolo allevamento. Per il futuro ha le idee ben chiare: riuscire a risolvere i problemi di questi primi anni e creare un allevamento a ciclo vitale della lumaca completa senza doverle acquistare da aziende esterne.
Nel ringraziare Dino per la disponibilità e per questa bella intervista cogliamo l’occasione per augurargli di riuscire a realizzare tutti i suoi progetti legati a questo mondo bello e particolare.
L’elicicoltura da alcuni anni è un settore dell’agricoltura sempre più attenzionato in particolare dai giovani, è un fenomeno vivo ed in continua ascesa che mira ad espandersi nei prossimi anni. Quando e perché nasce la scelta di allevare lumache?
La prima volta che ho cominciato ad interessarmi all’elicicoltura fu in un piovoso pomeriggio del mese di febbraio nel 2016. Ricordo in particolar modo quella giornata e quella prima ricerca su Google in cui non conoscendo affatto termini particolari in materia digitai “allevamento di lumache”. Un vero perché in tutta sincerità non esiste ma bensì una serie di ragionamenti, amplificatisi poi con una conoscenza più approfondita dell’argomento che ho conseguito negli anni con i primi corsi di formazione. Prima di cominciare sul serio l’attività mi recai a Cherasco, in provincia di Cuneo, sede dell’Istituto Internazionale di elicicoltura dove ho potuto capire quali erano i mezzi e le condizioni necessarie per avviare un allevamento a ciclo completo.
Permettetemi una considerazione del tutto personale e soprattutto non volta a muovere critiche o qualsivoglia pensiero poco gradevole. A Cherasco ho capito cosa vuol dire davvero quando un paese sceglie di vivere di un prodotto quindi promuoverlo e valorizzarlo non limitandosi ad un cartello di benvenuto nelle strade principali. La lumaca è inserita in ogni contesto. A partire dall’aperitivo al bar con assaggini a base di lumache, le farmacie che promuovono gli sciroppi per la tosse e i prodotti per il corpo a base di bava di lumaca, gli alimentari e i fruttivendoli con prodotti freschi e conservati, ovviamente i ristoranti, fino ad arrivare alle rotatorie, gli scivoli per bambini e le panchine per il paese a forma di lumachina! Lumache ovunque!
In cosa consiste principalmente la tua attività?
Principalmente il mio compito è far si che la vegetazione all’interno dei recinti sia sempre ben rigogliosa e in buona quantità per dare modo alle lumache di avere un nutrimento sempre fresco ed un riparo sicuro dal sole e dai predatori. Altro aspetto primario è di mantenere l’ambiente sempre umido per invogliare le lumache ad essere attive, soprattutto le piccoline che sono particolarmente voraci appena si schiudono dalle uova ed hanno bisogno di nutrirsi in modo cospicuo.
Quali sono i prodotti tipo del tuo allevamento e quali invece quelli maggiormente ricercati sul mercato?
Al momento non posso neanche dire sul serio di avere già prodotti tipici nel mio allevamento. In ogni caso almeno nella fase iniziale sono orientato sull’uso alimentare, poi se col tempo riesco ad essere produttivo in maniera costante, si può pensare di sviluppare anche la parte della cosmesi e della medicina con l’estrazione della bava di lumaca, prodotto pregiato e dalle innumerevoli qualità. Attualmente sul mercato sia la lumaca per uso alimentare, sia la bava hanno buon mercato, basta pensare che l’Italia ne importa la metà per soddisfare il consumo nazionale.
Passiamo all’allevamento qual è la tipologia di chiocciole che coltivi e qual è il tipo di alimentazione che contraddistingue il tuo allevamento?
La specie presente nel mio allevamento è la “Helix Aspersa” che è praticamente uguale a quella comune che troviamo nelle giornate di pioggia per le strade, nonché tra le specie di lumache quella più adatta all’allevamento all’aperto a ciclo biologico completo. L’alimentazione si contraddistingue in due fasi, ovvero durante la fase di riproduzione e durante la fase d’ingrasso. Nei recinti per la riproduzione vengono nutrite con bietola ed insieme radicchio e trifoglio, questi ultimi non vengono mangiati ma sono piante di protezione ambientale e luogo ideale per la deposizione delle uova. Nei recinti per l’ingrasso vengono seminati bietola e ravizzone (cavolo cavaliere). Oltre questo c’è bisogno di un’alimentazione supplementare a base di girasoli e altri ortaggi a foglia larga. Tutto questo per soddisfare la particolare voracità delle piccole nate e ricreare un ciclo completo degli ortaggi in modo da averne sempre freschi disponibili.
Quale invece è il metodo utilizzato per l’allevamento?
Il metodo utilizzato è quello all’aperto a ciclo biologico completo, secondo le direttive dell’istituto nazionale di elicicoltura. Questo metodo è quello utilizzato dalla gran parte degli allevamenti, sia italiani che esteri.
Nel complesso qual è la cosa che ti piace di più e quale meno dell’allevamento delle lumache?
Mah, difficile dare una risposta precisa. Una delle cose più piacevoli è sicuramente l’inizio di ogni nuovo ciclo, vedere l’invasione delle chioccioline appena nate. Gli aspetti meno piacevoli al momento sono dati dalle condizioni climatiche ed in particolar modo alla carenza d’acqua a cui ogni anno andiamo incontro e che sembra peggiorare con il tempo. Senza il giusto apporto d’acqua un allevamento del genere è di fatto irrealizzabile.
Progetti per il futuro?
I progetti per il futuro sono ben chiari. Riuscire a risolvere i problemi che ho avuto in questi primi anni e farne tesoro; quindi creare un allevamento a ciclo completo ovvero un ciclo vitale della lumaca completa senza dover acquistare lumache fattrici da aziende esterne. Purtroppo, dopo il primo lockdown ho avuto serie difficoltà con una sorta di ripopolamento di uccelli, in particolare di gazze ladre, animale ghiotto di lumache ed esperto nel predarle. Tale aspetto sottovalutato ha portato nel giro di poche settimane ad un vero sterminio dei piccoli animali. Ad ogni modo sto cercando di migliorare un po’ di lacune e cercare le soluzioni per portare avanti questo progetto a cui tengo ed arrivare a ad allevare un prodotto d’eccellenza. Intanto lavoriamo sodo ed incrociamo le dita! Approfitto dell’occasione per ringraziare la redazione di Palazzo Tenta 39 per questa intervista augurando a tutti buona fortuna per il nuovo anno!
Intervista a cura della Redazione
(da Fuori dalla Rete Natale 2022, anno XVI, n. 5)