Da domani inizia la cosiddetta fase due, quella della lenta e graduale ripartenza di tutte le attività, quella del prudente ritorno alla normale vita di tutti i giorni (si fa per dire) e, soprattutto, quella della forzata, sino all’arrivo del vaccino, convivenza con il virus, da rispettare e se possibile evitare. Sarà una fase molto delicata, con tante “limitazioni” ancora da ottemperare. Una transizione ancor più lunga e difficile da affrontare, una sfida da raccogliere e, possibilmente, vincere con lucida intelligenza.
Siamo usciti da 50 giorni di forzato isolamento tutto sommato bene, disciplinati e consapevoli della gravità della situazione. Ci siamo responsabilmente attenuti a tutto quanto ci veniva richiesto dal governo centrale, dalla regione, dall’amministrazione comunale. E questo è merito di tutti.
La passeggiata serale di ieri di molti bagnolesi, però, soprattutto tra i più giovani, ha spaventato me, ha spaventato tanti concittadini che temono il vanificarsi in poco tempo di tutto quanto di buono finora fatto. Sembrava, ieri sera, una giornata di festa, tante le persone in libera uscita per le strade del paese. Non c’era distanziamento sociale, anzi c’erano veri e propri assembramenti, non tutti avevano la mascherina sul viso, ed alcuni la tenevano in modo a dir poco approssimativo.
Non dimentichiamoci che Bagnoli ha comunque fatto registrare 5 casi di contagio, dei quali due (per fortuna) già guariti. Il virus è quindi potenzialmente presente nel nostro territorio, è potenzialmente presente nei locali delle aziende dove andremo a lavorare, è potenzialmente presente nei luoghi dove andremo a fare la spesa o dove passeremo il nostro tempo libero, è potenzialmente presente anche tra le persone che incontriamo o che incontreremo.
E allora attenti tutti. Manteniamo alta la guardia, continuiamo ad adottare responsabilmente e con consapevolezza tutte quelle precauzioni, le misure di prevenzione del rischio, che abbiamo imparato a conoscere in questi due mesi: il distanziamento sociale, le mascherine, i guanti (quando necessari) e la frequente pulizia delle mani. Manteniamo quella tensione emotiva e quella concentrazione sul pericolo del contagio che ci fa fatto ben superare la fase uno. Adottiamo quella che oggi dalle colonne del CorSera Ilaria Capua chiama “Una nuova mappa mentale”.
Non sono lontani i giorni nei quali mancavano i letti nei reparti di rianimazione, le camere mortuarie erano strapiene e i carri dei militari trasportavano, in silenziosi cortei, i morti da covid-19 in altre regioni. Ricordiamocelo, e ricordiamolo anche ai nostri figli, che ieri sera sembrava volessero festeggiare “libertà” ritrovate. Non è così. Non sarà così, purtroppo, per tanti mesi ancora.
Mimmo Nigro