Anche in Maria Rachele Branca ritroviamo il ricorso alla simbologia dell’uovo.
Raffigurazione ancestrale dell’origine del mondo, in alcune usanze popolari, l’uovo ha una funzione apotropaica, laddove il paganesimo lo ha tramandato quale emblema di fertilità, ovvero come eterno ritorno della vita, assimilato poi dal concetto di Resurrezione del Cristianesimo.
Sulla superficie di quest’uovo di struzzo sono state dipinte scene legate al mito di Fauno. Con l’omonimo titolo, l’opera è pervasa di simboli, alludendo a qualcosa che va al di là della sua pura forma esteriore.
Divinità bucolica legata ai boschi, rappresentata solitamente con corpo e membra umane, ma orecchie, corna, coda e zoccoli caprini, Fauno qui viene ritratto in una versione decisamente più umanizzata.
Chiamato anche “Luperco”, gli venivano rivolte preghiere quale difensore delle greggi dagli assalti dei lupi. Quale nume fausto, ispiratore ed invasatore, la sua voce risuonava nelle selve, parlando profeticamente attraverso lo stormire delle fronde o il mormorio delle foglie o inviando supplici visioni boschive.
Portatore anche di istinti sessuali, venerato in un culto ibrido con quello di Priapo, la sua iconografia, quale dio dell’abbondanza, risulta più conforme alla raffigurazione di Fauno in Maria Rachele Branca.
L’attributo sessuale del dio, nelle sue fattezze leggendarie – che gli valse, appunto, la nomea di “dispensatore di abbondanza” – veniva venerato quale promotore di vita.
Anticamente l’idolatria delle divinità falliche era molto diffusa nel mondo agricolo: le falloforie, infatti, erano una rappresentazione, in riti e cortei propiziatori, proprio del seme della vita.
Gli antichi romani, poi, gli attribuirono un valore apotropaico contro il malocchio o per auspicare fertilità, benessere, buon commercio e ricchezza non solo ai raccolti, ma anche alle greggi, alle vigne e all’apicoltura.
Il suo culto, trasposto in ambito scultoreo, ne metteva in risalto le innaturali proporzioni, a volte in maniera grottesca, altre come amuleto, in un’usanza antesignana al toccare “corno”.
Fauno, pertanto, è un’opera figurativa appartenente al genere mitologico, quale personificazione della fertilità e della forza vitale della natura e quindi icona beneaugurante anche nella contemporaneità.
FAUNO, 1992
acrilico su uovo di struzzo