Festività della Candelora e di San Biagio

di Don Stefano Dell'Angelo

Dopo le festività natalizie, con diverse Celebrazioni Liturgiche: (Notte di Natale, Te Deum di fine anno, Epifania del Signore) e manifestazioni comunitarie tra le quali Il Presepe in ogni casa (risposta entusiastica delle scuole e anche degli adulti, con ricordino e foto ai ragazzi a scuola e tre immagini ricordo di Gesù Bambino agli adulti in chiesa), eccoci dopo 40 giorni dal Natale con gli appuntamenti religiosi della Candelora e di San Biagio il 2 e 3 febbraio.

  • La Candelora è così chiamata dall’uso delle candele come simbolo della luce: per la Chiesa il titolo liturgico è: Presentazione del Signore, che in occidente si celebra facendo una processione con le candele accese all’inizio della Celebrazione Liturgica, a ricordare che Gesù è la Luce e si incarna per dissipare le tenebre del peccato dell’umanità; l’uomo che aderisce a Gesù diventa a sua volta luce col Battesimo.
  • San Biagio, Vescovo e martire, è il santo invocato nella devozione cristiana come protettore dai mali di gola e da ogni altro male. Questa devozione è antichissima in tutto il popolo cristiano. San Biagio era Vescovo di Sebaste in Turchia intorno al 300 d. C.. A quei tempi c’erano le persecuzioni contro i cristiani e San Biagio, per poter continuare a guidare i cristiani della Chiesa Armena di cui era Vescovo, si ritirò in una grotta tra i monti. Ma, come sempre accade, similmente a Gesù, da qualcuno fu venduto ai persecutori, che lo catturarono e condannarono a morte. San Biagio viene raffigurato insieme a una mamma con un bambino morente in braccio, nell’atto di benedire il bambino. Narra la tradizione che, mentre il santo veniva condotto al patibolo, una mamma col bambino in braccio riuscì a passare tra i soldati e una folla pagana inferocita per chiedere aiuto a San Biagio per il suo bambino morente per una lisca di pesce conficcata in gola. San Biagio, dicendo una preghiera, con la mano benedisse il bambino e questi con un colpo di tosse espulse la lisca dalla gola e fu salvo.

Nella nostra comunità c’è l’uso di benedire le caramelle per metterne una in bocca quando la gola “pizzica”. Chiaramente le caramelle benedette “non hanno la magia di guarire”, ma sono lo strumento che ricorda al credente di affidare al Signore la sua salute fisica dopo quella spirituale, andando ovviamente dal medico per una visita.

Nel meridione come in tanti altri luoghi, ogni paese ha la sua tradizionale devozione a San Biagio, per cui, già dalla sera prima ma soprattutto il giorno della sua festa, il sacerdote benedice la gola e la persona con due candele benedette e messe a forma di croce o ungendo la gola con l’olio benedetto.

Da quando sono venuto a Bagnoli ho ripristinato l’uso di benedire le caramelle (un grazie a PT39 per l’offerta delle caramelle) e con due candele incrociate ho messo l’uso di benedire la gola e la persona che si presenta per la benedizione.

Nella Parrocchia San Nicola di Bari in Omignano Cilento (SA), dove sono stato Parroco dall’01.10.1977 al 31.10.1988, c’era (e c’è ancora oggi) una devozione a San Biagio molto sentita, tanto che come a un piccolo santuario venivano dai paesi vicini a chiedere protezione a San Biagio facendosi ungere al gola con l’olio benedetto. In detta parrocchia, durante il rito della benedizione della gola alle persone che formavano file interminabili (come tanti anni addietro le processioni dell’Immacolata a Bagnoli), si cantava l’inno, appresso riportato, che esprime bene l’oggetto della grande devozione al Santo.

ORARI DELLE CELEBRAZIONI:

  • 2 febbraio : Candelora :  ore 17,30 : benedizione e processione con le candele e Santa Messa. A conclusione  benedizione della gola e della persona.
  • 3 febbraio : San Biagio : ore  8,30  e  17,30 :  Sante Messe con benedizione delle caramelle. A conclusione benedizione della gola e della persona.

INNO A SAN BIAGIO

[Parrocchia San Nicola di Bari in Omignano Cilento (SA)]

∗∗∗

Rit. O San Biagio glorioso, 

che moristi per la fede,

deh! Tu impetraci mercede 

presso il trono del Signor.

∗∗∗

O fedeli e pii devoti

di San Biagio nostro amore

con grande fede e con fervore

qui venitelo a pregar

∗∗∗

Ed ai piedi genuflessi

della Sua immagin santa,

chi seguace Suo si vanta 

qui lo venga a venerar.

∗∗∗

Egli or già vagheggia in cielo

il suo Dio che tanto l’ama,

e quanto Ei domanda e brama

il Signor non negherà.

∗∗∗

Invochiamo il nostro Santo,

special nostro avvocato,

che ci renda Dio placato

e ci voglia usar pietà.

∗∗∗

Ma se il suo potente aiuto

e soccorso noi vogliamo,

imitare anche dobbiamo

le squisite Sue virtù.

∗∗∗

Con affetto e cuor paterno

guarderà noi figli Suoi,

pregherà certo per noi

là nel Cielo il Suo Gesù.

∗∗∗

O gran Santo protettore

deh! Tu ascolta i nostri voti

esaudisci i tuoi devoti

supplicanti innanzi a Te.

∗∗∗

Ben conosci i gran bisogni

e le nostre angustie sai,

Tu rattempra i nostri guai

col poter che Dio Ti dié.

∗∗∗

Fanne salvi d’ogni male,

che travaglia il corpo e l’alma,

rendi Tu la dolce calma

all’afflitto nostro cuor.

∗∗∗

Spandi ancor dal Cielo un raggio

di Tua luce chiara e bella,

l’alma nostra navicella

salva al porto giungerà.

∗∗∗

Ci conforta la speranza

che ci guidi alla vittoria,

e ne ottien l’eterna gloria

quando Dio ci chiamerà.

Don Stefano Dell’Angelo

bagnoli irpinocandeloracelebrazioni liturgichesan biagio