L’alleanza con parte della sinistra non basta a Dario Di Mauro. Risultato deludente di Marilena Vivolo. Storica assenza del PD!
Il dr. Filippo Nigro è il nuovo sindaco di Bagnoli Irpino. L’ha spuntata su Dario Di Mauro e Marilena Vivolo. Ha riportato 884 voti (40,87%), Dario Di Mauro 829 voti (38,33%), Marilena Vivolo 450voti (20,80%). Ha ottenuto una seconda vittoria elettorale dopo quella del quinquennio 2013-2018. Un dato storico: solo Tommaso Aulisa era riuscito a vincere in più di una tornata elettorale(1952-56-60-70).
Come si è arrivati a questo risultato?
La lista n.1 “Una nuova alba”, capeggiata da Filippo Nigro, ha ottenuto sicuramente un grosso consenso elettorale. Il capolista ha condotto una campagna elettorale con estrema moderazione, evidenziata soprattutto nei comizi elettorali, nei quali ha sempre usato toni misurati e mai sopra le righe, una strategia politica intelligente e lungimirante, studiata e curata nei minimi particolari. Nel suo primo comizio ha ricordato le opere realizzate dalla sua precedente amministrazione. Successivamente si è soffermato a illustrare il programma amministrativo dei prossimi cinque anni. Infine, nell’ultimo comizio, ha lanciato un forte appello alla ricerca del voto. In tutta la campagna elettorale si è avvalso di una organizzazione meticolosa e capillare, che è parsa meno evidente nelle altre due liste concorrenti. Nello stesso tempo, è stato determinante l’impegno con il quale tutti i candidati della lista sono andati alla ricerca del consenso. Negli ultimissimi giorni dal suo entourage filtrava un crescente ottimismo per il risultato elettorale, che, evidentemente, era dovuto proprio all’enorme attività messa in campo da tutta la struttura della lista n.1. Nella fase iniziale della campagna elettorale Filippo Nigro si distingueva per determinazione e incisività, penetrando nell’elettorato del paese grazie anche alla sua costante attività sociale curata con estrema determinazione. Ha costruito la sua vittoria grazie anche a queste doti. All’indomani del trionfale esito elettorale trovavano giustificazione le aspirazioni manifestate dallo stesso Nigro durante le trattative portate avanti alla ricerca di possibili alleanze elettorali, nelle quali aveva ritenuto sempre imprescindibile la sua candidatura a sindaco, alla luce del forte consenso popolare che gli veniva manifestato sempre più diffusamente. In quella fase coloro con cui si confrontava avevano idee decisamente diverse, ritenendo da un lato che il Nigro non avesse il peso elettorale per ambire a tale ruolo e dall’altro che avrebbe incontrato anche difficoltà nel formare una lista elettorale. A sorpresa invece (ma solo fino ad un certo punto), grazie anche alla collaborazione del suo staff elettorale, formava una lista ben strutturata e sicuramente competitiva. Dodici candidati, oltre il capolista, liberi e slegati da accordi politici, è stata la sua proposta amministrativa, rivelatasi, alla luce dei fatti, vincente! Oggi, con una compagine così composta, è ragionevole presumere che il difficile lavoro che attenderà i vincitori della tornata elettorale si presenterà verosimilmente meno conflittuale rispetto a quello della precedente amministrazione. Una “squadra” coesa e con l’entusiasmo di aver ottenuto un grande successo elettorale, sono le premesse migliori per poter svolgere un’attività amministrativa di rilancio del paese. Notevole rilievo per l’esito elettorale hanno avuto le 730 preferenze accumulate dai candidati della lista capeggiata dal dr. Nigro (fra cui spicca la ragguardevole performance realizzata da Domenico Buccino con le sue 141 preferenze, sicuramente significative per l’esito finale delle votazioni). Dal palco sono intervenuti quasi tutti i candidati della lista n.1, per illustrare aspetti del programma di loro possibile competenza. Fra questi ricordiamo l’intervento della prof.ssa Rolisa Corso, la quale, richiamando con orgoglio i fasti culturali e storici del nostro passato, s’impegnava a rilanciare con forza e convinzione il settore, che resta un vero fiore all’occhiello del nostro paese. La gente – che tanto ha apprezzato la determinazione e l’entusiasmo portati avanti nei suoi comizi elettorali – ora si aspetta che tali promesse vengano mantenute!
Alla lista n.2 “Impegno comune”, capeggiata da Marilena Vivolo, va riconosciuta una tranquilla e serena campagna elettorale portata avanti un po’ in tutti gli interventi dei candidati della lista. L’esito elettorale ha sicuramente deluso tutto l’apparato della Vivolo. Sebbene i più accreditati “bookmakers” del paese non vedevano vincente la lista stessa, il basso numero di voti raggiunti (450) ha destato una comprensibile perplessità nell’opinione pubblica.
Quale fosse realmente la forza amministrativa su cui contava Marilena Vivolo?
Non è facile saperlo. Probabilmente, quando sono venute meno diverse disponibilità di candidati su cui la Vivolo aveva impostato la sua piattaforma elettorale, le stesse defezioni hanno favorito un sensibile crollo elettorale.
In base alle suddette defezioni, un cambio di strategia poteva essere messo in piedi? Cercare un accordo elettorale, a pochi giorni dalla scadenza delle presentazioni delle liste, poteva essere una opzione da prendere in considerazione rivedendo, eventualmente, anche la sua posizione di leader?
Difficile dirlo a priori. Probabilmente un più approfondito e saggio confronto con i componenti della sua lista poteva far maturare una decisione strategicamente più opportuna. La lista n.3 “Bagnoli fenix” capeggiata da Dario Di Mauro ha raccolto 829 voti, un consenso che non si discosta molto da quello atteso. A pochi giorni dalla chiusura delle liste si concretizzava un’intesa fra il gruppo del Di Mauro e la locale associazione “giovane sinistra”, che trovava la condivisione di una parte del gruppo dirigenziale del PD locale. Tale accordo, infatti, determinava una forte rottura fra i dirigenti della locale sezione del PD, parte dei quali si defilava non condividendone la scelta.
La campagna elettorale portata avanti dalla lista n.3, soprattutto nella fase finale, è stata condotta nei migliori dei modi?
In qualche misura ha creato delle perplessità soprattutto sotto l’aspetto strategico. Infatti alcune iniziative concordate con dirigenti regionali del PD (scavalcando i quadri locali dello stesso partito) e messe in piedi allo scopo di rafforzare il potenziale elettorale della lista stessa, oltre a dare la sensazione di una sopraggiunta insicurezza elettorale, sollevavano stupore e incredulità. Queste iniziative hanno pregiudicato la coerenza politica vantata dalla lista n.3 in campagna elettorale, che, mentre da un lato ha sollecitato la collaborazione dei vertici regionali, dall’altro ha sempre espresso netto distacco rispetto al Partito Democratico locale.
Era opportuno addentrarsi in queste iniziative che spesse volte si rivelano solo controproducenti?
In realtà, l’accordo con parte della sinistra, che i “bookmakers” locali vedevano vincente, non sembrava più sufficiente a raggiungere la vittoria. L’ottimismo iniziale presente nella lista n.3 cominciava a vacillare in presenza del grande attivismo messo in campo dalla struttura elettorale di Filippo Nigro. A ciò si aggiunge che le previsioni di voto di alcuni settori della sinistra si rivelavano di fatto inferiori a quelli attesi. Questo determinava la decisione di cercare altro “consenso” al fine di colmare il gap dei voti in entrata. Nonostante questi eventi – che riteniamo essere stati penalizzanti per la compagine di Dario Di Mauro – nelle ore precedenti lo scrutinio ritornava un cauto ottimismo nei sostenitori della lista n.3. Dopo poco oltre la metà delle schede scrutinate, però, il suddetto ottimismo doveva cedere il passo a favore della lista n.1 capeggiata da Filippo Nigro, che raggiungeva la vittoria con 884 voti. La competizione elettorale non ha visto in campo il PD, uscito dalla scena politica (ove mai ne fosse stato presente) senza riuscire a presentare una propria lista.
Quali ragioni ne hanno impedito la presentazione?
Una delle cause va ricercata nella profonda spaccatura politica che si era manifestata fra la componente del partito presente nell’amministrazione uscente e parte della dirigenza del partito stesso. Una crisi nata da tempo e mai sanata. Questo determinava un’incomprensibile, quanto inopportuna inerzia, che colpiva tutto l’apparato dirigenziale del partito.
Ma il PD era nella condizione di presentare una lista?
Nell’area politica del partito non mancavano candidati capaci di ritagliarsi un ruolo da primo cittadino, come c’erano tutte le condizioni per presentare una lista elettorale. La sensazione che si è avuta è quella che il fallimento politico-amministrativo, intervenuto con la caduta anticipata dell’amministrazione Di Capua, abbia condizionato negativamente più del dovuto i dirigenti del Partito Democratico determinando una clamorosa conseguenza: “regalare” un grosso pacchetto di voti alle tre liste in competizione. “Un capolavoro politico” creato dalla dirigenza locale che entrerà nella storia politica del nostro paese.
La scelta fatta da una parte dei dirigenti del PD di appoggiare la lista n. 3 era vista come la meno penalizzante per il partito stesso?
Solo in minima parte. Al contrario, invece, l’eventuale vittoria della lista n. 3, con all’interno candidati della giovane sinistra, appoggiati solo da una parte del partito, avrebbe conseguentemente fatto ricadere il fallimento politico del PD solo sui dirigenti facente parte dell’amministrazione uscente e di quelli che non condividevano l’iter seguito per l’intesa politica fra i giovani della sinistra e Dario Di Mauro. Così, in poco tempo, si consumava la crisi d’identità del PD locale!!! Infine ci preme evidenziare la “vivacità” politica dei “giovani di sinistra” di Bagnoli. Una “novità” di questa tornata amministrativa. Hanno tentato di assumere – almeno inizialmente – una posizione “centrale” nel dibattito politico. Hanno manifestato l’intenzione di essere protagonisti in questa tornata amministrativa a differenza di quella del 2018. Hanno fatto una decisa scelta politica, perché di questo si è trattato: confluire nella lista n.3 di Dario Di Mauro.Una decisione concordata con una parte dei dirigenti del PD locale. Tale scelta veniva interpretata, da una parte dell’opinione pubblica, poco credibile soprattutto sotto l’aspetto ideologico e frutto dell’inesperienza politica degli stessi giovani della sinistra. In realtà, la scelta era accompagnata da una ferrea convinzione e veniva appoggiata da tutto l’apparato elettorale di riferimento. Quindi una vera posizione politica: netta e studiata minuziosamente non solo nelle sedi politiche appropriate. Era chiaro, tuttavia, che nel momento in cui l’intesa con Dario Di Mauro non sarebbe stata in qualche modo allargata alla restante parte del PD, si sarebbe aperta una profonda ferita nell’elettorato del PD stesso. Su questa eventualità è stata fatta una adeguata e saggia valutazione nell’entourage della lista di Dario Di Mauro? L’impressione che si è avuta è stata quella di una sottovalutazione del problema. Per vincere una battaglia elettorale contro una compagine molto organizzata e “guidata” con estrema determinazione dal dr. Nigro, ci voleva, prima di presentare la lista, una scelta politica più umile e lungimirante. Intanto, alcuni dirigenti del Partito Democratico raggiungevano l’obiettivo politico che vedeva la demonizzazione di una parte dei dirigenti dello stesso partito. Nello stesso tempo, però, hanno dovuto prendere atto di un risultato elettorale a loro sfavorevole. La storia ci ha sempre insegnato che spesse volte si vincono le battaglie ma si perdono le… guerre!!! Con l’elezione di Filippo Nigro l’elettorato bagnolese probabilmente ha scelto il candidato più “politico”, quello che è stato visto più vicino alle problematiche della comunità. Il dr. Nigro è stato eletto per un secondo mandato amministrativo: un risultato elettorale che dovrà dimostrare di essersi meritato.
Tocca a lui non far rimpiangere coloro che gli hanno consegnato il Paese attraverso una significativa e storica scelta!
Michele Gatta
(da Fuori dalla Rete, Novembre 2021, anno XV, n. 5)