I campioni olimpionici nelle diverse discipline di montagna, dalle Alpiniadi dello scorso febbraio a quelli che appartengono ad indipendenti eventi sponsorizzati, non aspettano altro che altre sfide.
Il Parco Picentino non avrà forse la dignità dei cinque anelli ma si sta dimostrando nonostante tutto, fucina di pratiche sportive. Con l’approssimarsi delle stagioni autunnali ed invernali c’è chi si riposa dall’estate ma anche tanti potenziali protagonisti che si allenano quotidianamente, a seconda delle proprie propensioni fisico-atletiche.
Alcuni record stabiliti sulle Alpi hanno percorso i sentieri battuti dagli elefanti di Annibale: se ci riuscirono animali equatoriali allora non si vede perché le vette mediterranee non possano essere conquistate dagli appassionati stanchi di assistere lo sport in tivù piuttosto che parteciparvi.
Le scalate del Rajamagra, del Cervialto e altri picchi hanno tutti il proprio lato scosceso, o sentiero buio, a seconda dei gradi di inclinazione e difficoltà. Il mondo alpino ha insegnato al mondo cosa significhi saper difendere la propria terra e i propri confini, nonostante Annibale, Napoleone, o gli austriaci; saper difendere anche le proprie umili montagne vorrebbe dire imparare l’esempio storico e prendere a prestito una mentalità di cui anche il sud Italia ha sempre più bisogno.
Antonio Cortese