Gli eroi bagnolesi della quarta guerra di redenzione

In questo numero di Fuori dalla Rete vi proponiamo un documento redatto dalla Provincia di Avellino nel 1928.  Si tratta dell’ Albo d’oro degli Irpini: caduti, dispersi, periti e decorati nella quarta guerra di redenzione, ovvero il nome dato all‘intervento italiano nella Prima Guerra Mondiale.

Il comune di Bagnoli, come tutti gli altri della Provincia, diede il suo contributo alla Patria mandando al fronte i suoi giovani figli. Molti di loro non tornarono più a casa altri invece si distinsero per merito e coraggio. Il bilancio finale fu drammatico per Bagnoli,  con ventotto caduti e sei fra mutilati e feriti. A perenne ricordo e gloria fu eretto un monumento in ferro in piazza Leonardo Di Capua, poi smontato e fuso nel ventennio fascista, per forgiare nuove armi durante la Seconda Guerra Mondiale.

In questo numero riportiamo l’elenco dei feriti e mutilati e i nomi dei militari decorati. Fra i bagnolesi che si distinsero per valore e coraggio spiccano il maggiore Vincenzo Cione, futuro colonello, trucidato dai tedeschi nella Seconda Guerra Mondiale per essersi rifiutato di consegnare i prigionieri internati nel campo di Capannori e il Capitano Federico Gatta che raggiunse nel 1951 il grado di Generale di Brigata.  Buona lettura.

Giulio Tammaro

Decorati

Cione Vincenzo di Aniello e Frieri Alfonsina, nato il 2 agosto 1878. Maggiore nel 18° Artiglieria da campagna.

Medaglia di bronzo ( D. L. 9 aprile 1916)

Comandante di batteria, per rendere più efficace l’azione de’ propri mezzi, personalmente si spingeva sulla prima linea della fanteria, e la seguiva costantemente per più giorni nell’avanzata. S. Pietro dell’Isonzo, 20 luglio 1915.

Medaglia di argento (D. L. 19 aprile 1917)

Mentre la batteria si trovava soggetta al tiro avversario, essendo state rotte le comunicazioni telefoniche, correva dall’osservatorio in taverna presso uno dei suoi cannoni per continuare, incurante del pericolo, l’azione di fuoco sul nemico incalzante,. Contuso, ustionato, assordito dallo scoppio di un proiettile di medio calibro, che metteva fuori servizio il caanone, presso il quale egli si trovava, continuava a dirigere il fuoco degli altri tre prezzi, dando esempio ai suoi dipendenti di calma e coraggio. Soltanto ad azione finita si faceva medicare. Colletto Piccolo, 1° giugno 1916.

Medaglia di bronzo (R. D. 16 novembre 1916)

Comandante di gruppo di batteria da campagna in posizione avanzata, conoscendo che dalla resistenza al sacrificio delle sue batterie dipendeva la salvezza delle artiglierie pesanti, non esitò a dare ordini di resistere ad ogni costo. Viste isolate le batterie circondate dal nemico, con ogni mezzo incoraggiò la resistenza, rimanendo egli stesso al suo posto di comando a difendersi fino all’estremo. Musile (Piave) 13 giugno 1918.


Covino Sabino di Francesco , e fu Patrone Luigia, falegname nato il 1° agosto 1896, caporale nel 215° Fanteria.

Medaglia di bonzo

Comandante di pattuglia, si recava con pochi uomini fin sotto i reticolati nemici, e, nonostante il violento fuoco delle mitragliatrici, osservava le  mosse  dell’avversario,  riferendo   utili informazioni.  Schiavonesca – 17 giugno  1918.


Gatta Federico Guglielmo  di   Luigi  e Santoli   Olimpia,    nato   il  10  febbraio 1893. Capitano del Genio.

Medaglia di bronzo

Cooperava al caricamento di una grande mina, mostrandosi calmo e sereno, benchè, a pochissima distanza dai fornelli, il nemico lavorasse assiduamente per controminare. Nella  notte corse tra i primi ad ispezionare le gallerie avversarie, tagliando fili di mine comandate, ed iniziando un camminamento, sotto intenso di artiglieria. Cima Lana 17-18 aprile 1916

Mutilati – Invalidi– Feriti

Corso Aniello fu Antonio e fu Di Salvo Alfonsa, nato il 22 dicembre 1886; messo comunale, soldato della 10° Fanteria. Ferita d’arma da fuoco al torace.

Di Capua Luigi fu Giuseppe e di Ippolito Nicolina, pastore, nato il 26 dicembre 1889, soldto della 51° fanteria. Ferito al piede sinistro con anchilosi, ed asportazione di quattro dita.

Di Capua Tommaso di Giuseppe e Buonopane Antonia, contadino, nato il 26 maggio 1891. Soldato nel 89° fanteria. Ferito alla testa.

Meloro Giovanni di Domenico e Calderone Concetta, torniere, nato il 1° marzo 1889. Soldato nella 64° fanteria. Ferita da arma da fuoco alla spalla destra.

Nicastro Tommaso di Aniello e Satriano Filomena, contadino, nato il 6 settembre 1884. Soldato nel 216° fanteria. Ferita da arma da fuoco alla spalla sinistra.

Patrone Giuseppe di Annibale e Clemente Annamaria, bracciante, nato il 13 dicembre 1890. Soldato nella 47 ° fanteria. Anchilosi al braccio destro per ferita.

(da Fuori dalla Rete Marzo 2024, anno XVIII, n. 1)

 

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