L’ultima vera occasione di rilancio per quei territori, l’ultima vera opportunità per tentare di arginare la piaga dello spopolamento di quelle comunità ridisegnandone l’avvenire, va risolvendosi nel nulla, ovvero nella resa definitiva di quel pezzo d’Irpinia. Il Progetto Pilota, questo il punto, invece di tradursi in una sfida condivisa si è trasformato in uno strumento di gestione, in una promessa su cui costruire il nuovo ricatto clientelare.
Si disse in principio, giustamente, che il segreto per cogliere fino in fondo questa straordinaria opportunità si sarebbe dovuto ricercare nella coesione di territori ed istituzioni, dunque nel superamento di divisioni e contrapposizioni dettate dalla logica politica, nella ricerca di un disegno comune da ricercare nel dialogo, mettendo al centro il merito delle questioni, la concretezza dei problemi e delle soluzioni necessarie. Questo non è mai davvero accaduto se non in pochi e fugaci momenti, essenzialmente nella fase embrionale, perché la dimensione politica ha prevalso sin dal principio piegando un processo che avrebbe preteso coesione e linearità alla logica della guerra tra clan, esponendo l’intero percorso alle intemperie di un contesto politico ed istituzionale da far west.
Per lungo tempo il Progetto Pilota ha rappresentato l’arena di uno scontro violentissimo tra consorterie e gruppi di potere e questo ha determinato divisioni profondissime sui territori che puntualmente hanno trovato prospettiva nella dimensione istituzionale frenando i percorsi decisionali, l’elaborazione di progettualità riconoscibili e concretamente spendibili. La genesi di questo fallimento, detta altrimenti, sta nel fatto che il Progetto Pilota non è mai diventato patrimonio di quelle comunità, non è mai diventato patrimonio della gente dell’Alta Irpinia e questo è accaduto perché da opportunità di progresso è stata immediatamente trasformata in strumento di potere e di gestione.
Nessuno potrà dirsi sorpreso se tra qualche mese qualcuno comincerà ad utilizzare cinicamente quello strumento di potere e di gestione, nessuno potrà dirsi meravigliato se il prossimo anno il Progetto Pilota tornerà ad essere oggetto di quotidiani proclami, nessuno potrà riconoscere in qualche finanziamento, per quanto ingente, proveniente via Napoli, il segno di una rinascita ritrovata per quei territori, il segno della rinascita che il Progetto Pilota avrebbe potuto e dovuto garantire a quelle comunità.
Marco Staglianò (Orticalab.it)