Siamo lieti di comunicare l’inizio di una nuova collaborazione con don Stefano Dell’Angelo, parroco di Bagnoli Irpino. Gli verrà riservato all’interno della piattaforma web PT39 uno spazio, una rubrica settimanale, sul tema della catechesi del Vangelo, che curerà lui personalmente. L’iniziativa avrà carattere sperimentale, come sottolineato dallo stesso parroco, al fine di verificarne il gradimento da parte della comunità parrocchiale bagnolese. L’intento (lodevole) di don Stefano è quello di portare la Parola di Cristo anche «Fuori dal Tempio», nella piazza virtuale così tanto frequentata in epoca moderna. Saranno graditissimi interventi e commenti, ai quali lo stesso don Stefano proverà a rispondere per una (auspicata) interattività, propositiva, con tutta la comunità di Bagnoli.
Mimmo Nigro
Ringrazio PalazzoTenta39 per la disponibilità a questa iniziativa, attraverso la quale mi rivolgo a quante più persone possibili, per offrire un messaggio di vita e di fede e, per mezzo loro, magari, farlo arrivare cartaceo a chi non ha dimestichezza col web, un nipote alla nonna, un figlio ai genitori, un marito a moglie e figli, ecc. . Un grazie di cuore a tutti per la collaborazione e che il Signore vi benedica e vi dia pace per questo.
Di quale iniziativa si tratta?
Da un po’ di tempo rimuginavo tra me e me come poter raggiungere tanti di voi e farvi raggiungere dalla Parola (= Gesù, il Logos, il Verbum del Padre). Mi chiedevo quale strada scegliere o quali mezzi usare, fino a quando non mi è balenata l’idea di PalazzoTenta39. L’idea presentata a Giulio Tammaro, Presidente del network, è stata subito accolta e perciò un grazie ancora più grande e sentito va a lui.
Tale mezzo ci permetterà di leggere la stessa Parola ogni settimana a ridosso del Giorno del Signore; ci offrirà l’occasione di partecipare e offrire a tutti in modo libero e spontaneo le proprie riflessioni sulla Parola accostate alla vita quotidiana, come anche si avrà la possibilità di fare delle domande sulla Parola al sottoscritto e avere delle risposte ai propri quesiti o dei chiarimenti ai dubbi che sorgessero. L’inizio avviene col nuovo Anno Liturgico la 1a Domenica di Avvento, quando comincia la novena dell’Immacolata per intenderci, alla Quale affido la buona riuscita di tale iniziativa.
Rivolgo la “Parola” a tutti e sono fiducioso che sarà accolta. Grazie a tutti.
Don Stefano
Dal Vangelo di Luca (21,25-28.34-36):
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per ilo fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina.
State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà su tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo.
L’uomo oggi ha raggiunto un livello scientifico e tecnico talmente alto da dominare gli avvenimenti, da prevederli e controllarli (terremoti!), per cui non è più in vigile e trepida attesa di ciò che gli può capitare. Oggi l’uomo ha il compito di trasformare il mondo, compito sempre più gravoso col passare degli anni, per superare le grandi sfide esistenti sulla terra: sfide con la fame, le guerre, le catastrofi naturali, le ingiustizie latenti in tutte le sfere della società, ecc. .
Arriverà il giorno in cui l’uomo prevederà tutto senza farsi cogliere impreparato, arriverà il momento in cui nulla potrà disturbare la sicurezza umana? Non possiamo rispondere con un sì certo e sicuro, però la scienza e la tecnica danno all’uomo questa speranza!
Questo è il modo di vivere dell’uomo di oggi, una vita che in un certo senso in tanti aspetti, per la superbia umana, allontana da Dio! Per l’uomo di tanti secoli fa, per gli Ebrei della Bibbia non era così! L’uomo antico avvertiva la mancanza di tante risorse e in questa povertà scopriva Dio come colui che lo salvava dai pericoli e gli dava sicurezza. Il popolo ebreo si sentiva guidato da Jahvè e Lo avvertiva come guida specialmente quando era fedele all’alleanza, quando era in costante attesa della realizzazione delle promesse fattegli da Dio.
Il più grande atto di fedeltà di Dio alle sue promesse (cfr per es., Ger33,14-16) è la venuta del Messia malgrado le infedeltà del popolo; Dio farà risorgere la casa di Davide distrutta e il popolo vivrà nella giustizia e nella pace.
Per i primi cristiani, invece, la venuta del Messia richiamava la loro attenzione e tutte le loro energie su una seconda venuta, alla fine del mondo, grande e terribile per ciò che doveva accadere, e questa seconda venuta (cfr 1Tess 3,12 – 4,2) era ritenuta imminente, tanto che San Paolo esortava la comunità dei cristiani di Tessalonica a farsi trovare saldi e irreprensibili al momento della venuta del Signore, a crescere nell’amore e progredire nel bene, ad essere docili alla grazia di Dio con un impegno personale e responsabile. Fare tutto questo significava (e significa) essere vigilanti!
La Chiesa primitiva, come attesta il Vangelo, insisteva molto sulla vigilanza: bisogna tenersi pronti per il ritorno imminente del Signore che sarà imprevedibile, come la venuta di un ladro. Nel brano del Vangelo di Luca precedentemente riportato, la venuta del Signore è descritta come se si trattasse di una catastrofe cosmica che getta gli uomini nella massima confusione e nella più grande paura. L’Evangelista non vuole annunciare la fine del mondo, ma vuole semplicemente dire che la caduta di Gerusalemme è una tappa decisiva per l’instaurazione del Regno di Dio nel mondo. Infatti, la caduta di Gerusalemme non ha coinciso con la fine del mondo (= parusia = ritorno del Signore con la seconda venuta), ma con la liberazione totale del cristianesimo dal giudaismo. Il Signore non è venuto ancora, ecco il perché della nostra vigilante attesa.
Liturgicamente ogni anno celebriamo la 1^ venuta del Signore con la sua attesa (Avvento) e il tempo intermedio che ci serve per prepararci alla 2^ venuta che deve accadere ma non si sa quando. Siamo all’inizio del nuovo Anno Liturgico e il Tempo di Avvento (= ingresso solenne di un re nella sua città) richiama la nostra attenzione su due cose importanti: l’attesa e la speranza: l’attesa di un evento nuovo e la speranza umile e ardente protesa all’unione divina con al SS. Trinità, che realizziamo con l’Eucaristia e sarà definitiva per il credente al termine della sua vita terrena, mentre per la Chiesa lo sarà alla fine del mondo temporale.
Concludendo: come vivere l’Avvento?
Innanzitutto con la fede nella venuta certa del Signore come Messia 20 secoli fa, e specificamente nella seconda venuta del Signore, quella definitiva alla fine dei tempi. Poi, attendere vigilanti la seconda venuta ed essere pronti a ricevere il Regno di Dio dentro di noi, accogliendo Gesù nella nostra vita. Avere, infine, una disposizione di supplica, di preghiera, di meditazione e di speranza di arrivare già da questa terra all’incontro intimo e gioioso con Dio.
Don Stafano Dell’Angelo, parroco di Bagnoli Irpino