Vola il prezzo del tartufo bianco che ha raggiunto all’inizio della raccolta i 4 mila euro al chilo per le pezzature superiori ai 50 grammi per effetto della lunga siccità che ne ha frenato le nascite. È quanto emerge dall’analisi della Coldiretti in occasione dell’allerta della protezione civile in 8 regioni vocate per la raccolta, Marche, Calabria, Umbria, Molise, Abruzzo, Toscana e Lazio.
Si tratta di quotazioni record, pari anche al doppio di quelle delle annate più favorevoli registrate alla borsa del tartufo bianco di Aqualagna, la prima ad indicare i valori della nuova stagione. A far innalzare il prezzo sono state le condizioni climatiche avverse segnate da un lungo periodo di assenza di precipitazioni, perché il Tuber magnatum Pico – precisa la Coldiretti – si sviluppa in terreni che devono restare freschi e umidi nelle fasi di germinazione e di maturazione. L’arrivo della pioggia, se non ci saranno manifestazioni violente, fa dunque sperare cercatori e appassionati che affollano mostre e sagre dedicate al tartufo; un mondo composto da circa 200 mila raccoglitori ufficiali che riforniscono negozi e ristoranti per un business stimato in 500 milioni di euro, tra fresco e trasformato.
La ricerca dei tartufi, precisa la Coldiretti, svolge una funzione economica a sostegno delle aree interne boschive, dove rappresenta una importante integrazione di reddito per le comunità locali, con effetti positivi sugli afflussi turistici come dimostrano le numerose occasioni di festeggiamento organizzate in suo onore.