Rompo finalmente il silenzio che faticosamente ma deliberatamente mi sono imposta perché eravamo giunti ad un momento delicato per il futuro di questa Amministrazione e a un passaggio cruciale per scelte strategiche riguardanti l’attività amministrativa e il nostro Comune. Riprendo il mio filo diretto con la nostra cittadinanza e a tutti voi intendo spiegare apertamente e nella più ampia trasparenza la crisi che si è aperta in seno alla giunta comunale in queste ultime settimane. Avrei preferito farlo in mezzo a voi parlando pubblicamente, in un confronto aperto ma la pandemia ha rubato i nostri spazi, limitando in maniera drastica le nostre occasioni pubbliche di incontro e sono costretta a scrivervi.
Auspicavo che questa crisi di maggioranza, che tutti sanno si protrae già da tempo, si potesse alla fine risolvere in una maniera costruttiva e propositiva per il paese e che prevalesse, in fondo, da parte di tutti senso di responsabilità e ragionevolezza per portare avanti gli atti più importanti e utili per la nostra comunità, specie in questa fase storica estremamente difficile per l’emergenza sanitaria, sociale ed economica causata dalla pandemia. Ma così non è stato.
Alla fine, al posto di una compagine amministrativa avente come unico obiettivo il bene comune, a dominare in alcuni è stato solo ed esclusivamente il personalismo, anteponendo le proprie ambizioni politiche e rivalse personali al senso di responsabilità. Mi sono scontrata con una visione vecchia e stantia della politica, con una riduzione di ciò che significa amministrare che cozza contro i principi di democrazia, condivisione, lealtà, trasparenza. È la triste realtà al di là di ogni effimera dichiarazione pubblica e di vacui richiami all’interesse dei cittadini.
Nella mia veste di Capo dell’amministrazione comunale e di rappresentante della nostra comunità, sono rammaricata nel ribadire il mio personale disappunto rispetto all’immagine di forte contrapposizione interna che ha dato nei mesi scorsi e sta dando in queste ore la compagine amministrativa di maggioranza alla propria collettività, infondendo in essa solo disorientamento e confusione. Non è dipeso di certo da me.
Ho deciso in totale autonomia di revocare nella giornata di giovedì 22 l’assessore Ferrante e nominare in sostituzione il Consigliere Nello Patrone, che in questi tre anni di mandato ha dato prova di grande impegno e capacità organizzativa, confermando gli assessori Di Capua, Di Giovanni e Varricchio. È stata una decisione lungamente meditata dopo settimane in cui ho continuato a registrare, all’interno della maggioranza, solo incomprensibili e arroccate prese di posizione da parte di una precisa componente politica su argomenti strategici per la nostra comunità, provocando una situazione di paralisi amministrativa che rischiava di aggravare ancor più le criticità di questa fase. Ho assistito con amarezza all’inverosimile. In una fase tanto difficile anziché avvertire ancor di più il peso della responsabilità necessaria per rispondere concretamente ai bisogni dei cittadini e affrontare i problemi che interessano la collettività, rappresentanti eletti per amministrare la cosa pubblica hanno tradito il significato profondo del loro mandato elettorale scegliendo di inseguire le logiche della propria parte politica.
Non servono giochi di parole. Non bisogna distorcere la realtà. Si viene eletti alla guida del governo cittadino per costruire soluzioni e indicare una via di uscita efficace. Alle persone le trame oscure dei palazzi non interessano di certo. In questo periodo storico più che mai.
L’immobilismo nelle decisioni strategiche crea danni e diventa oggi più che mai un atto imperdonabile e intollerabile agli occhi della nostra collettività.
A quasi tre anni dall’insediamento, avete avuto prova della mia dedizione e serietà, della mia trasparenza e determinazione. Quale guida di questa amministrazione ho lavorato consapevole dell’importanza del ruolo ricoperto e sono sempre stata pronta e disponibile a confrontarmi con serenità ed obiettività con la mia squadra sui temi seri che eravamo chiamati ad affrontare. Ma non ho avuto interlocutori altrettanto seri e consapevoli. Una serena e fattiva dialettica tra forze politiche meriterebbe di svolgersi sul terreno concreto delle proposte e dovrebbe incentrarsi sui bisogni reali dei cittadini e sicuramente non su rimostranze infondate e pretestuose, lamentando senza motivo una mancanza di dialogo sulle modalità di conduzione e gestione dell’attività amministrativa, come più volte sostenuto dagli ex assessori in diverse occasioni pubbliche. Da parte mia la disponibilità non è mai mancata ma, ahimè, in questi mesi non ho registrato, da parte loro, la volontà di tentare realmente un confronto serio, costruttivo e soprattutto basato su contenuti, proposte e ricerca di soluzioni fattibili.
Ho ritenuto incomprensibili e irrispettosi nei confronti della cittadinanza che siamo chiamati a rappresentare, alcuni episodi accaduti, in particolare nello scorso anno e all’inizio di questo, in cui gli ex assessori Di Capua, Ferrante e Varricchio, nominati dal Sindaco in virtù di un rapporto di fiducia, hanno disertato volutamente e ripetutamente sedute di giunta e di consiglio comunale, senza addurre mai concrete motivazioni in merito alla loro assenza, senza formulare mai alcuna loro concreta proposta alternativa. Hanno perpetrato un atteggiamento strumentale di rifiuto e di abbandono del dialogo istituzionale nelle sedi previste ogniqualvolta gli indirizzi espressi dal Sindaco e dal restante gruppo di maggioranza si rivelavano difformi dalle loro indicazioni. La loro azione amministrativa si potrebbe tradurre in un aut aut, o riuscivano a imporre le loro scelte o erano assenti, fisicamente e politicamente. Fatto grave e inaudito nella storia del nostro Comune.
Non esistono giustificazioni perché tutto ciò è avvenuto mentre gli stessi assessori erano chiamati a discutere e decidere in merito ad argomenti strategici non solo per l’attività amministrativa dell’Ente, che non poteva paralizzarsi, ma anche e soprattutto per lo sviluppo economico e turistico della nostra comunità – e mi riferisco in particolare al finanziamento delle seggiovie – su cui è stata aperta da mesi ogni forma di discussione. Si sono susseguiti nella maggioranza diversi momenti di confronto anche alla presenza, su loro esplicita richiesta, delle loro forze politiche (come accaduto il 1° aprile) senza mai giungere ad una sintesi finale finendo col mettere seriamente a rischio lo stesso finanziamento.
Capite bene quanto sia stato complicato per me lavorare per portare avanti l’iter necessario per garantire un futuro al nostro paese in un clima di stallo amministrativo e di ostilità a livello interpersonale. Sono orgogliosa dell’azione svolta per salvare il finanziamento, nonostante i freni subìti e gli ostacoli affrontati, dato che il destino di Laceno e della nostra comunità vale più di tutto.
C’è un punto dato per scontato ma probabilmente da qualcuno dimenticato. Come in ogni squadra di governo, i punti di equilibrio vanno discussi e ricercati sui contenuti e sulle scelte strategiche dopo di che, senza stravolgere le regole democratiche e fermo il principio sacrosanto del rispetto istituzionale dei ruoli, l’organo politico e amministrativo superiore – qual è il Sindaco – deve essere messo nella concreta condizione di poter amministrare e nell’autorevolezza di guidare la complessa macchina amministrativa. Un Sindaco non può sottostare ripetutamente a una logica di contrapposizione, non può subire la pressione della prevalenza numerica “3 a 2”, come più volte rimarcato con forza in giunta in momenti decisionali.
Un Sindaco ha innanzitutto il dovere di tutelare il proprio ruolo, perché altrimenti viene sminuito prima di tutto agli occhi della propria comunità, oltre che nei confronti degli organi municipali e dei dipendenti comunali. Un Sindaco non può tollerare e consentire di essere sotto scacco, nel mentre è chiamato ad assumere decisioni fondamentali e cruciali per il futuro della comunità che rappresenta. Non ho imbarazzo nel rivelarvi questa infelice realtà proprio perché rivendico di aver tenuto testa con determinazione e di aver ottenuto risultati decisivi malgrado tutto ciò. Quanto di buono è stato fatto, è stato fatto nonostante loro.
Ognuno di noi è richiamato ad un atto di assunzione delle proprie responsabilità, personali e politiche, creando i presupposti per azioni dovute e opportune sul piano programmatico e amministrativo sempre e solo al fine di garantire un’azione amministrativa coerente, efficiente ed efficace nell’interesse generale della comunità. Nessun assessore può avere la presunzione di considerarsi intoccabile.
Queste sono le ragioni della mia doverosa e non più rinviabile decisione di revocare l’assessore Ferrante, in piena coerenza con gli obiettivi della maggioranza consiliare e senza chiudere la porta in faccia a nessuno.
Come riportato nel decreto n. 3 del 22 aprile, era venuto meno proprio quel rapporto fiduciario sotteso alla nomina per tutti i motivi indicati. Una decisione presa nella mia completa autonomia, valutando le soluzioni più consone al fine di perseguire con efficacia gli obiettivi del programma di mandato, specie a compimento di procedure amministrative importanti. Una decisione giusta e doverosa per uscire dallo stallo amministrativo in cui, come già in passato, era caduta nuovamente l’azione di governo.
Con questa revoca ritengo semplicemente di aver fatto, con coraggio e responsabilità, il mio dovere per orientare e rilanciare con serietà l’azione amministrativa in modo da riprendere la rotta e riavviare il necessario lavoro di squadra. Se avessi consentito a stare sotto scacco di un solo gruppo in seno alla giunta, non avrei potuto garantire alla cittadinanza di lavorare con serenità e coerenza.
La revoca è giustificata, inoltre, da ragioni di necessità politica e di riassetto e bilanciamento di governo tra i due diversi gruppi consiliari attualmente presenti a sostegno dell’amministrazione comunale. Infatti, in modo del tutto inaspettato e senza addurre alcuna motivazione, gli ex assessori Di Capua (capogruppo), Ferrante e Varricchio hanno creato un nuovo gruppo di recentissima “costituzione, all’interno della maggioranza consiliare,” denominato “Scegliamo Bagnoli” senza essere “minimamente oggetto di discussione con la compagine amministrativa” dopo aver disertato ingiustificatamente i consigli comunali di inizio aprile.
Il mio atto di revoca ha spinto le assessore Di Capua e Varricchio a precipitarsi a rassegnare immotivatamente e senza indugio, dopo sole poche ore, le loro dimissioni dalla carica di assessori e vicesindaco, le stesse che si dichiaravano ancora l’8 aprile facenti parte della maggioranza consiliare. Oltre tutto, nel pomeriggio di giovedì 22 aprile la giunta comunale era chiamata a deliberare, tra i tanti, anche su un argomento di importanza strategica per la nostra comunità, ovvero, l’accordo di collaborazione con la Regione Campania e l’AcaMir per la gestione del finanziamento delle seggiovie. Approfondirò in altra sede l’informazione cruciale riguardante questo ottimo risultato raggiunto. Mi preme qui sottolineare quanto dimettersi per aprire di fatto una fase di crisi amministrativa risulta oggi difficile da comprendere, soprattutto in tempi segnati dalla pandemia e da una gravissima crisi economica.
Dunque, se qualcuno si stesse legittimamente chiedendo perché, sulla scorta di queste divisioni interne, ho resistito portando avanti l’azione amministrativa, rispondo rilanciando che costituiva, per me primo cittadino e per noi tutti cittadini bagnolesi, un imperativo inderogabile visto che una eventuale caduta dell’amministrazione avrebbe messo a repentaglio le sorti del finanziamento. Non ho mai mollato perché ero ben cosciente della necessità di mettere in cassaforte un risultato tanto atteso e sperato.
Mi chiedo perché non sia stata accettata questa decisione che vede coinvolta la Regione Campania in un’opera così imponente e delicata e rifletto in queste ore su quali siano state le reali ragioni di una così impulsiva azione di strappo da parte di questa precisa parte politica che ha preferito avviare una crisi così grave di governo.
Forse perché particolarmente attenta alla sensibilità dell’assessore Ferrante?
Forse perché non è stata gradita la nomina di Nello Patrone, nonostante questo valido giovane consigliere sia stato candidato tre anni fa proprio da loro?
Forse perché qualcuno avrà pensato che, con equilibri modificati, non sarebbe stato ancora nelle condizioni di far prevalere logiche di parte a colpi di ‘vittorie matematiche’, calpestando principi democratici e costituzionali?
Certamente stranisce che non abbiano avvertito il peso della responsabilità di deliberare un atto così fondamentale per il destino della nostra comunità, finalizzato a dare concretamente avvio alle procedure amministrative di affidamento relative agli impianti di risalita. Atto grave di cui rispondere dinanzi alla cittadinanza tutta, prima ancora che alla maggioranza consiliare. Anche perché erano a conoscenza delle ristrette tempistiche evidenziate dalla Regione Campania e il rischio di perdere un finanziamento storico per il nostro Comune diventava concreto.
Meritiamo di ricevere una risposta pubblica e sincera.
Non ho mancanze da recriminarmi. Ho scrupolosamente eseguito ogni mossa. Questo tema è stato discusso per mesi in seno alla maggioranza, l’amministrazione comunale è stata da me costantemente informata e coinvolta sulle scelte strategiche per dare corso all’iter amministrativo. Una complessa procedura amministrativa a cui deve essere garantita oggi la certezza di spesa nei tempi previsti dalla programmazione europea.
Quindi, se la mia scelta di giovedì è servita anche solo a salvare questo finanziamento dopo mesi in cui non registravo da parte degli ex assessori alcuna sintesi costruttiva e ragionevole, rivendico, ancor di più oggi, con vigore, orgoglio e responsabilità la scelta di definire l’accordo di collaborazione con la Regione Campania per dare avvio finalmente e rapidamente alla fase esecutiva del bando. Chiarisco che tale passaggio si è reso necessario data anche l’attuale oggettiva carenza organica tecnica e amministrativa nella pianta comunale.
Pertanto, chi si è sottratto senza motivo a tale decisione, non partecipando alla giunta comunale di giovedì 22 aprile, nonostante fosse consapevole di mettere così a rischio il finanziamento e malgrado fosse cosciente dei limiti sopracitati dell’organico del nostro Municipio, può essere ritenuto irresponsabile e irrispettoso nei confronti della nostra comunità perché ha dato prova di non avere a cuore le sorti di questo paese. Al mentre, posso solo ringraziare pubblicamente gli assessori Di Giovanni e Patrone e i consiglieri Branca e Cione per aver sempre onorato, con serietà e impegno, il loro mandato elettorale.
Ora mi aspetto un esame di coscienza da parte di ciascuno, al di là di ogni ripartizione politica, e mi auspico coerenza e dignità. C’è un’impellenza economica e sociale da affrontare in prima linea. Occorre il tempo della riflessione e della valutazione lucida e obiettiva nell’ottica unica e suprema del bene comune. E forse contestualmente abbiamo la possibilità, inedita fino ad ora, di lasciarci definitivamente alle spalle un passato logoro e avvelenato per affrancarci e procedere liberi e propositivi.
Su un punto non transigo: esiste una realtà dei fatti che nessuno potrà cancellare e chi l’ha vissuta direttamente può testimoniarlo. Questa esperienza di governo è stata assai più complessa di quelle vissute da altri Sindaci nel recente passato. Sfide nuove e difficili ed eredità pesanti da gestire. L’unico rammarico che oggi manifesto è che, senza le battute d’arresto subite a causa dei miei ex assessori, avrei potuto realizzare ancora di più gli obiettivi prefissati, dando nuovo impulso alla nostra realtà locale. Dal canto mio posso ancora garantire la stessa tenacia, la stessa determinazione e la stessa energia dimostrate fino ad oggi. Non verrei mai meno al mio senso di responsabilità: il mio impegno è sempre stato rivolto a voi miei concittadini e lo porterei avanti nel vostro rispetto. Tuttavia, se le circostanze dovessero mutare, avrei la serenità di andare avanti a testa alta nella consapevolezza di aver agito sempre in onestà e buonafede, con competenza e decisione. Che non osino dare una rappresentazione di me come di una giovane donna sola e allo sbando. Commettereste un errore grossolano. Giovane donna sì ma capace, decisa e libera, senza mentori a muoverne i fili.
Spero in questi quasi tre anni di mandato di avervi dimostrato di essere un Sindaco capace di puntare alla risoluzione di problemi atavici del nostro Comune e fieramente indipendente, senza mai portare avanti interessi particolari di qualcuno. Mi sono imbattuta in problemi che si trascinano da decenni (PUC, seggiovie, area PIP, pianta organica comunale, solo a mo’ di esempio) e che richiedono una concreta, improcrastinabile e definitiva soluzione, perché il futuro di Bagnoli è legato non solo alla realizzazione dei nuovi impianti di risalita: le istanze e le necessità della nostra comunità sono molte e tutte importanti.
Non c’è tempo da perdere. Bisogna continuare a lavorare sodo, come fatto fino ad oggi e meglio di ieri. Servono risposte efficaci e immediate alle tante questioni pendenti e soprattutto interventi di sostegno alle categorie sociali più colpite dalla pandemia per aiutarle a ripartire.
C’è un Sindaco che vuole impegnarsi per rilanciare l’azione di governo, ci sono consiglieri decisi a impegnarsi.
Agli altri l’ardire di scegliere se costruire per ripartire o se distruggere per rinchiudersi nelle torri d’avorio voltando le spalle ai cittadini.
A voi tutti.
IL SINDACO
Teresa Anna Di Capua